Il Cuculo: l’uccello Migratore dall’Asia

Il cuculo, conosciuto da tutti come un esemplare solitario e introverso viene soprannominato anche “cucù” per il suo verso onomatopeico ed è un uccello migratore: ama vivere e nidificare prevalentemente in Europa, in Asia e in Africa.
In genere, esso trascorre l’inverno in Africa meridionale e orientale, ma è possibile trovarlo anche nei territori dell’Asia tropicale.
Non ha dimensioni molto grandi: è lungo circa 30 centimetri e la sua apertura alare arriva ad un massimo di 60 centimetri, con un peso che oscilla tra i 70 e i 150 grammi. Il suo particolare richiamo annuncia l’arrivo della primavera e l’inizio del lavoro degli agricoltori nei campi.

Il cuculo si sposta sempre nelle ore notturne ed è in grado di adattarsi ad ambienti differenti: infatti sta bene allo stesso modo sia all’interno di boschi, zone umide e paludose, sia che in aree aride e asciutte come steppe o isole prive di vegetazione.
La scelta della zona in cui vivere, dipende inevitabilmente dal numero di esemplari già presenti in zona: infatti, più sono numerosi questi volatili, più il cuculo avrà possibilità di trovare un nido nel quale deporre le proprie uova.
Una delle caratteristiche che contraddistingue il cuculo dagli altri uccelli è il suo piumaggio molto folto, presente in colorazioni differenti: giallo ardesia sul dorso, grigio cenere su collo e testa, bianco o grigio scuro su ventre e gola e grigio sulle ali appuntite.
Grazie a queste tonalità poco riconoscibili e poco visibili, spesso è difficile da avvistare anche per il fatto che riesce a mimetizzarsi molto bene tra le foglie degli alberi.

Si nutre principalmente di insetti e bruchi che riesce ad afferrare con estrema facilità grazie al becco robusto e ricurvo.
Caratterialmente è un uccello solitario e molto schivo, nella maggior parte dei casi estremamente prudente. Ha un carattere tutt’altro che socievole, anzi particolarmente litigioso, soprattutto durante la stagione degli amori: infatti, basta il canto di qualsiasi altro uccello per irritarlo e farlo preparare alla battaglia.

Esistono diverse specie oltre al più noto cuculo comune. Tra le più note troviamo:

·        Cuculo americano – Coccyzus americanus:

Questo volatile è conosciuto anche con il nome di becco-giallo dovuto al colore giallo acceso del suo becco. Le ali sono a punta come quelle del cuculo comune, ma rispetto a quest’ultimo è di dimensioni più ridotte. Le parti inferiori della livrea sono bianche, mentre quelle superiori più scure. Vive prevalentemente Oltreoceano, ma durante i periodi di migrazione è possibile avvistarlo anche in Europa.

·        Cuculo dal ciuffo – Clamator glandarius:

Questo volatile si trova per lo più nel Sud del continente europeo, prevalentemente in territori aridi o nelle aree steppose. Rispetto al cuculo comune ha colori più vivaci: nelle zone superiori è caratterizzato da un colore grigio scuro, mentre nelle zone inferiori e in parte delle ali è di un colore biancastro. Le ali sono più arrotondate rispetto a quelle del cuculo comune e la coda è più stretta e lunga. Inoltre, come dice il nome stesso della specie, i maschi adulti si caratterizzano per il ciuffo grigio-azzurro sulla testa.

·        Cuculo occhirossi – Coccyzus erythropthalmus:

Questo volatile deve il suo nome al caratteristico anello di colore rosso-corallo che contraddistingue il contorno dei suoi occhi. Il suo piumaggio è di colore vivace e colorato, ricco di sfumature, mentre il becco è grigio con alcune sfumature tendenti al blu. Rispetto alle altre specie, è l’unica che non presenza macchie nel piumaggio delle ali.

·        Corridore della strada – Geococcyx californianus:

Diversamente dagli altri uccelli, il roadrunner non ama volare e preferisce correre a terra, riuscendo a raggiungere anche una velocità di 20 km/h. Il piumaggio tende al colore bianco nella zona di petto e ventre, mentre sulla testa, sul dorso, sulle ali e sulla coda è di colore marrone con sfumature marroni o grigie.

 
Il richiamo del cuculo, ovvero il famoso “cucù”, è semplicemente una parte del processo di accoppiamento. In questo periodo, l’esemplare maschio va alla ricerca di un territorio abbastanza ampio da difendere dai rivali. Quando il cuculo canta significa che sta per avvenire l’accoppiamento: infatti, il canto serve per innalzare una barriera sonora nel territorio da proteggere. Il cuculo canta da mattina a notte fonda, appoggiato sul suo ramo mentre si gira continuamente per accertarsi che il suo richiamo venga percepito in tutte le direzioni.
Il territorio scelto dal cuculo non servirà per creare il nido, poiché il cuculo è un uccello che non fa il nido: servirà semplicemente come abitazione del volatile.
Mentre i maschi cantano, le femmine partono alla ricerca di nidi di altri uccelli nei quali deporre le uova: infatti, non costruendo alcun nido, il cuculo ha bisogno di utilizzare il nido di altri volatili per le sue uova. La femmina viene corteggiata da più esemplari maschi che termineranno il lavoro solo dopo la fecondazione. L’accoppiamento avviene dopo un agitato inseguimento, generalmente a terra o su un ramo.
A causa del comportamento del cuculo, sono più di 40 le specie volatili vittime dell’opportunismo di questo uccello. Infatti, non creando un proprio nido deve utilizzare quello di altri volatili distruggendo la loro casa e le loro uova. Generalmente le vittime più comuni sono pettirossi e beccafichi, anche se tutti i passeracei presenti nella zona scelta dal maschio possono ritenersi in pericolo.
Dopo 12 o 13 giorni, l’uovo del cuculo si schiude e il piccolo appena nato si libera con violenza delle altre uova presenti nel nido. In questo modo lui potrà essere l’unico ad essere accudito. Così gli uccelli proprietari del nido vengono ingannati due volte: non solo perdono le proprie uova, ma si trovano costretti a nutrire il piccolo cuculo per lunghe settimane credendo che sia un loro piccolo.

 

Il Criceto di Roborovsky

Il criceto di Roborovsky, soprannominato anche criceto del deserto, è un piccolo roditore che proviene dalla Cina del Nord.
Il suo habitat naturale è rappresentato dai deserti sabbiosi e aree semiaride di quelle zone in cui scava tane sotterranee ed immagazzina cibo.
Tra i criceti tenuti come animali da compagnia è il più piccolo, misurando appena circa 5 cm e pesando dai 14 ai 20gr. Proprio per le dimensioni ridotte è molto difficile da maneggiare, ma per l’aspetto simpatico e il temperamento vivace rappresenta un’ottima scelta per chi vuole limitarsi ad osservarlo nella sua gabbia. Ha un corpo tozzo, con un folto mantello di colore marrone dorato sul dorso, mentre il sottopelo è scuro; la metà inferiore del corpo è bianca. Gli occhi sono neri e rotondi, sormontati da due piccole macchie bianche. Come gli altri criceti, è dotato di due ampie tasche guanciali che gli permettono di trasportare il cibo trovato, per poterlo immagazzinare nella tana. Possiede denti incisivi a crescita continua, tipici dei roditori, che vengono mantenuti di lunghezza costante con il consumo.
La vita media è di 3-3,5 anni, ma può raggiungere anche un’età più avanzata.

I criceti di questa specie vivono meglio se tenuti in coppia a patto che gli animaletti siano messi insieme quando sono ancora piccoli. Infatti, se un criceto adulto fosse abituato a vivere da solo attaccherebbe senz’altro un altro soggetto introdotto nella sua gabbia successivamente. Se si tengono insieme un maschio e una femmina occorre considerare la necessità di trovare una sistemazione ai piccoli nati, che dovranno necessariamente essere separati dalla famiglia a un mese di età. Può accadere che la coppia inizi a litigare e ad azzuffarsi, e in tal caso i due soggetti vanno separati subito e tenuti permanentemente divisi. Una volta che un criceto si è abituato a vivere da solo non può più essere messo insieme ad un altro soggetto, perché verrebbe subito assalito.
Questi piccoli roditori non devono essere tenuti nelle normali gabbie da criceti, in quanto possono passare per spazi piccolissimi e scappare; vanno tenuti invece in contenitori dalle pareti lisce, di plastica o plexiglas. La gabbia deve essere sicura, a prova di fuga, robusta e facile da pulire. Sul fondo della gabbia deve essere posto un materiale assorbente e non tossico come ad esempio fieno morbido, pellet di segatura, pellet di carta riciclata, trucioli di legno, carta a pezzi.
La gabbia va posta in una zona tranquilla e silenziosa, lontana da correnti d’aria. Non deve essere collocata davanti ad una finestra, perché il calore del sole può surriscaldare la gabbia e uccidere il criceto. D’inverno non deve essere troppo vicina al termosifone, perché il caldo eccessivo danneggerebbe il roditore.
All’interno della gabbia è indispensabile la presenza della ruota, che permette al criceto di fare attività, e che viene utilizzata per diverse ore al giorno. La ruota deve avere il pavimento pieno, in modo che le zampine non restino incastrate tra le sbarre, fratturandosi.
Un altro accessorio indispensabile è rappresentato da una casetta o una scatolina che permetta al criceto di costruirsi una tana.
Alle pareti della gabbia si deve appendere un beverino a goccia, perché il criceto abbia sempre a disposizione acqua fresca e pulita. L’acqua va rinnovata tutti i giorni, e non quando il beverino resta vuoto. Nel caso siano presenti dei piccoli si deve fare attenzione che riescano a raggiungere il beccuccio e bere senza difficoltà. Le vaschette non sono consigliabili per offrire l’acqua, perché si sporcano subito.
All’interno della gabbia, se è abbastanza spaziosa, si possono collocare tubi, scatoline, oggetti su cui arrampicarsi, rametti da rosicchiare, per arricchire l’ambiente e permettere al criceto di fare attività, tenendolo occupato. Qualunque oggetto si lasci dentro la gabbia deve essere sicuro per i criceti, vale a dire che se rosicchiato e ingerito non deve causare problemi. La gabbia e tutti gli accessori devono essere puliti con cura almeno una volta alla settimana, utilizzando prima acqua calda e sapone, e quindi un disinfettante da risciacquare con cura. Quando la gabbia è asciutta si ricopre il fondo con della lettiera nuova, si colloca all’interno del materiale per il nido e si fornisce una piccola scorta di cibo fresco.

I criceti sono onnivori: in natura si nutrono di alimenti di tutti i tipi, sia vegetali che animali piante, semi, tuberi, insetti, frutta, anche se sono principalmente granivori, hanno cioè una preferenza verso i semi. Gli alimenti confezionati devono contenere il 16-20% di proteine e il 4-5% di grassi, e comprendere anche una quota di proteine animali. La dieta ideale è rappresentata da specifico mangime in pellet, oppure da pellet per topi e ratti, che però non è facile da reperire. In alternativa si possono offrire miscele di cereali non zuccherati come ad esempio muesli o cereali integrali per la prima colazione senza zucchero, vegetali, sia freschi che cotti e una piccola parte di frutta. L’alimentazione va integrata con una piccola quantità di proteine animali: uovo sodo, carne magra cotta, tonno senz’olio, formaggio fresco, yogurt, una crocchetta per cani. Altri tipi di alimenti che si possono somministrare sono: pasta cotta, pane o fette biscottate integrali, fiocchi d’avena.
I criceti amano fare piccoli pasti frequenti nel corso della giornata; quindi, devono avere sempre cibo a disposizione, ma si deve somministrare ogni giorno solo la quantità di alimento che verrà consumata in giornata, per evitare che l’animale scelga solo i bocconi più graditi trascurando il resto. I criceti amano accumulare scorte di alimento, pertanto ogni mattina si deve eliminare il cibo fresco che non è stato consumato, prima che vada a male. L’acqua è indispensabile, e va fornita con un beverino a goccia.

I criceti di Roborovsky possono raggiungere la maturità sessuale ad appena 5 settimane di età, ma in media questa è più tardiva, a circa 4 mesi e mezzo. La gravidanza dura circa 20-22 giorni, con 3-6 piccoli per parto in media, anche se il numero può variare da uno a nove. I piccoli sono allevati insieme dal padre e dalla madre. Entro pochi giorni dal parto la femmina può tornare in calore, e avere fino a quattro gravidanze durante la stagione riproduttiva, che va da aprile a settembre. I piccoli alla nascita pesano circa un grammo; aprono occhi e orecchie a due settimane e a diciannove giorni sono già svezzati e pronti a lasciare la madre. All’età di 1-1,5 anni la femmina diventa sterile.
I piccoli alla nascita sono completamente inetti, nudi e con gli occhi chiusi, ma presentano già gli incisivi. Lo svezzamento avviene a 20 giorni, anche se i piccoli iniziano ad assumere cibo solido prima. È opportuno lasciare a disposizione del cibo sul pavimento della gabbia, in modo che sia facilmente accessibile, ad esempio del pellet inumidito; anche l’acqua deve essere facilmente raggiungibile dai piccoli. I piccoli orfani non hanno possibilità di sopravvivere; non ha successo il tentativo di affidarli a una balia, né quello di allattarli artificialmente.

 

 

Repellenti Naturali per Galline: come delimitare l’area a loro Dedicata

Capita spesso che per noi allevatori sia necessario tenere le galline distanti da ipotetici vicini di casa e terreni altrui. Infatti, nel caso in cui le nostre cocche abbiano la possibilità di razzolare all’aperto senza essere rinchiuse all’interno di un recinto potrebbe succedere che involontariamente si allontanino dal loro spazio arrecando disturbo al vicinato e sporcando le aree circostanti.
In questo caso è importante valutare di installare alcuni repellenti naturali che non arrechino alcun danno alla salute delle galline e all’ambiante ma che servano soltanto a delimitare lo spazio a loro dedicato.

Ecco di seguito alcune possibili soluzioni:

·        Per tenere distanti le galline da un’area di orto in cui sono stati piantati dei semi, è utile stendere nel terreno della rete zincata a maglie strette che sicuramente provocherà fastidio alle zampe degli animali invogliandole a spostarsi in un’altra zona di loro piacimento;

·        Creare delle siepi o aiuole con arbusti e fiori che le galline non amano come ad esempio salvia, timo, rosmarino, lavanda e camelia. L’odore rilasciato da questa vegetazione non sarà di loro gradimento e tenderanno dunque a stare distanti dalla zona circostante;

·        Anche l’odore rilasciato dalle spezie come peperoncino, curry e aglio da loro fastidio e dunque potrebbe essere utile versare il miscuglio lungo il perimetro dell’area che vogliamo preservare. In questo modo le galline, infastidite dall’odore molto forte del mix di spezie dovrebbero rimanere a distanza. Così come non amano l’odore delle spezie forti, allo stesso modo le galline pare che non apprezzino l’odore acre degli agrumi e quindi potrete mettere a seccare delle bucce di limone o mandarino e, una volta secche, bagnarle con delle gocce di olio essenziale di limone e poi distribuirle a pezzettini in terra dove non desiderate che le galline vadano a razzolare;

·        Un altro rimedio è stendere i panni nel perimetro dell’area da non oltrepassare: questi vengono infatti associati dalle galline ad una sorta di rapace derivante dall’alto e dunque, per timore di essere attaccate, evitano di avvicinarsi;

·        Anche spruzzare dell’acqua recherà loro molto fastidio. Ideale installare un sensore di movimento collegato a degli irrigatori da giardino così quando la gallina passa davanti al dispositivo, questo aziona l’acqua e gli irrigatori, bagnando la cocca che infastidita se ne andrà lontana. Questa soluzione viene soprannominata “barriera invisibile” ed è molto utile nei mesi estivi. Dopo un po’ di volte che la gallina avrà provato a raggiungere la “zona inviolabile” ricevendo solo sbuffi d’acqua, dovrebbe abbandonare l’idea di oltrepassare la zona circoscritta allontanandosi altrove.

Tutti i metodi sopra indicati sono completamente naturali e non pericolosi per gli animali. In questo modo potrete preservare le aree in cui desiderate che le galline non abbiano l’accesso e tutelare il vicinato da spiacevoli intrusioni.

 

Il Coniglio Polacco: Origini, Curiosità e Caratteristiche

Il coniglio polacco viene soprannominato anche coniglio Ermellino ed appartiene alla famiglia dei Leporidi.
Appare fin da subito come un animale mansueto e docile, adatto per vivere in casa e per tenere compagnia ai membri della famiglia. È allo stesso tempo molto curioso e vivace ma anche timoroso e rispettoso. Si allarma per ogni minimo rumore e per questo è importante non farlo spaventare inutilmente.

Le origini di questa razza derivano dall’Inghilterra circa nel 1889: in questo periodo, infatti, si iniziarono a distinguere diverse razze di conigli e si distinse questa specie dalle altre per via del suo mantello completamente bianco.
La selezione di questa razza proseguì successivamente in Germania, paese che la battezzò con il nome di coniglio Ermellino.
Gli esemplari di questa specie sono di piccola taglia e pesano fino a un massimo di 1kg. Si distinguono per il loro manto color bianco e gli occhi blu. La loro testa è piccola e ben proporzionata con il corpo, le zampe e la coda sono di ridotte dimensioni e ben attaccate al resto del corpo. Le orecchie spuntano dritte e non sono molto lunghe ma pelose.

Vive principalmente di notte mentre di giorno passa gran parte del tempo a dormire, mangiare e farsi coccolare. Per questo è molto importante rispettare i suoi ritmi ed orari, per scandire al meglio la giornata evitando di confonderli.

Sono esemplari molto delicati, sia per il pelo che per l’apparato digerente, prediligono infatti una dieta equilibrata a base di fieno, sostanze vegetali ed erba fresca. Essendo rigorosamente erbivoro può alimentarsi anche con verdure scottate, come cavoli, carote, oppure con erbe mediche, basilico, menta ed insalata. L’importante è che si tratti sempre di cibo lavato e ben pulito.
Le vaccinazioni principali da fare sono quella per la mixomatosi e quella contro l’enterite emorragica virale, si tratta di due patologie pericolose a cui stare molto attenti. Sono anche facilmente trasmissibili anche soltanto con una puntura di zanzara.

Parlando di conigli viene spontaneo credere che si tratti di animali molto fertili, in verità ciò vale ad esempio per i conigli selvatici ma non per razze come quella del coniglio ermellino la cui riproduzione non è certo una procedura semplice e frequente.
Non è un animale particolarmente fertile, basti pensare che la femmina riesce a partorire un massimo di quattro coniglietti alla volta entrando in età fertile dai sette mesi in poi. La fase della gestazione dura un mese, un mese in cui la madre è impegnata anche a preparare un nido per i piccoli che di solito è composto con materiale naturale come foglie, paglia o erba. I piccoli coniglietti Ermellino pesano solo 50 grammi circa e nascono con le orecchie che gli occhi chiusi, e senza pelo.

Il Pappagallo Cenerino

Il Pappagallo Cenerino ha origine dalle foreste pluviali dell’Africa centrale e occidentale.
È la sola specie del genere Psittacus e presenta due sottospecie:

1)     La sottospecie P. Erithacus Erithacus

che ha dimensioni maggiori e si presenta con una colorazione grigia di tonalità più chiara, le penne della coda rosse e il becco completamente nero. Gli esemplari più giovani, fino ad un anno di età, presentano le iridi di colore scuro, che poi diventano giallo chiaro, e fino a 18 mesi di età presentano la punta della coda di un rosso più scuro;

2)     La sottospecie P. Erithacus Timneh
di dimensioni leggermente inferiori ha un colore grigio più scuro, la coda marrone e un’area di colore chiaro sulla parte superiore del becco.

Entrambe le sottospecie presentano sulla faccia, intorno agli occhi, un’area di pelle nuda di colore grigio chiaro.
Nel tempo sono state sviluppate diverse mutazioni di colore, tra cui la presenza di una banda rossa sull’addome, la colorazione completamente rossa e la coda bianca.

Il cenerino è un pappagallo longevo e, se ben accudito, può arrivare fino a 65 anni di età.
A seconda del sesso, i soggetti adulti presentano lievi differenze morfologiche: il maschio ha la testa leggermente più grossa e piatta, ed è di 2-3 cm più grande della femmina e l’iride è più tonda nel maschio e più ellittica nella femmina. Poiché queste differenze possono essere irrilevanti, il metodo più sicuro per stabilire il sesso è tramite l’esame del DNA, che si può eseguire su alcune penne del pappagallo.

Gli esemplari di questa razza sono considerati tra i pappagalli più intelligenti e per questo motivo sono oggetto di studi numerosi e approfondimenti. Sono in grado di sorprendere il loro allevatore associando alle parole che ripetono il loro significato ed esprimendosi attraverso frasi di senso compiuto.
La loro notevole abilità nel ripetere le parole e la loro capacità di affezionarsi alle persone ne fanno una delle specie di pappagallo più ricercata e, proprio per la loro intelligenza, sono molto esigenti dal punto di vista delle attenzioni e del tempo che gli si può dedicare.
Il cenerino necessita di interagire con il proprietario in modo regolare e di poter passare tutti i giorni del tempo fuori dalla gabbia.
Per questo sono preferibili le gabbie che si possono aprire in alto e che hanno un posatoio nella parte superiore, in modo che l’animale interagisca meglio con l’esterno. La gabbia deve essere più spaziosa possibile, per permettere al pappagallo di muoversi, fare esercizio, e deve contenere diversi posatoi, molti giocattoli sicuri, ed altri oggetti da esplorare e distruggere con il becco.
I posatoi devono essere in legno naturale, in modo che le zampe possano fare ginnastica e il diametro deve essere tale da permettere alle dita di circondare il ramo senza che si tocchino.
L’uso di disinfettanti è inutile in presenza di residui organici come deiezioni o resti di cibo che proteggono i microbi dalla loro azione. Pertanto, il modo più efficace di ottenere una buona igiene ed eliminare tutti i residui è l’uso di acqua calda, sapone e spugna.

L’alimentazione ideale è basata sulla somministrazione di pellet di buona qualità senza conservanti, coloranti o aromi artificiali, preferibilmente biologico, verdure e frutta. I semi vanno somministrati in quantità ridottissima o eliminati del tutto, e non devono comprendere girasole. Altri alimenti consentiti sono pane o pasta integrali, legumi e cereali cotti, piccole quantità di yogurt o fiocchi di latte e uova sode con il guscio.
Considerando che i cenerini sono predisposti a problemi di carenza di calcio, gli alimenti ricchi di questo elemento sono particolarmente indicati.
Alimenti proibiti sono quelli ricchi di grassi e salati, la cioccolata e l’avocado.

Dalla Scozia: il Gatto Scottish Fold

Lo Scottish Fold è una varietà di gatto originaria della Scozia.
Fu nel 1961 che un pastore scozzese, William Ross, vide un gatto randagio bianco nei pressi di Coupar Angus nella regione del Tayside in Scozia e notò da subito le sue strane orecchie piegate. Il pastore incuriosito cominciò a chiedere informazioni e scoprì che si trattava di un gatto senza pedigree: era una femmina di nome Susie e apparteneva a un suo conoscente. La madre di Susie aveva delle comuni orecchie da gatto bianco e dopo che il signor Ross e sua moglie si innamorarono di Susie, decisero di adottare uno dei cuccioli che partorì l’anno dopo. I coniugi iniziarono un programma per capire la frequenza di questa peculiarità e il risultato fu che su 76 gattini nati nei primi tre anni di lavoro, 42 avevano le orecchie piegate. Decisero a questo punto di chiamare la nuova razza “lop-eared”, come una varietà di conigli con la stessa caratteristica. Successivamente, nel 1966 i lop-eared ottennero la registrazione della razza dal Consiglio direttivo dalla Cat Fanciers’ Association.
Negli anni ’70 la razza dei coniugi Ross venne ribattezzata Scottish Fold, ma il Consiglio Direttivo della Cat Fancy revocò la registrazione perché la piegatura provocava dei disturbi come infezioni, acari e problemi di udito alle orecchie dei gatti.
Decisero dunque di trasferire gli Scottish Fold in America e lì alcuni esemplari vennero inviati in Massachusetts per effettuare delle ricerche più approfondite sulla mutazione delle orecchie. Altri esemplari vennero importati negli Stati Uniti e nel 1978 lo Scottish Fold ottenne l’accesso ufficiale al campionato.

Il manto, che richiede frequenti cure, può essere di una vasta gamma di colori anche se la tonalità più diffusa e comune è il grigio.
Questa specie di gatto si caratterizza per avere le orecchie piegate in avanti e deriva proprio da qui il nome Fold, che in inglese significa piega. Questa loro particolarità è causata da una patologia genetica denominata osteocondrodisplasia che si manifesta nell’animale già alla terza settimana di vita.
Per questo motivo le loro orecchie richiedono cure specifiche e la pulizia deve essere effettuata con delicatezza e regolarmente, facendo attenzione al cerume accumulato tra le pieghe. Se la pulizia delle orecchie viene trascurata essi possono rischiare infezioni che, nelle forme più gravi, possono comprometterne l’udito.

Generalmente hanno un carattere molto socievole e giocoso e per questo sono adatti alle famiglie con bambini. Si affezionano al loro padrone tanto da diventare la loro ombra ad ogni spostamento e amano dormire insieme a lui.
Oltre a ciò sono abili cacciatori, con ottima resistenza anche alle temperature rigide.
Lo Scottish ha una testa arrotondata che accompagna perfettamente il suo corpo caratteristico, molto robusto e i suoi occhi, pieni ed espressivi, sono una combinazione molto particolare con il resto del viso.

Ci sono aspetti che vanno sempre valutati con equilibrio quando si tratta di parlare di costi del mantenimento di un gatto. Una specie come lo Scottish non ha costi particolarmente elevati in questo senso, ma presenta qualche “squilibrio”. Il mantenimento di questo animale si concentra soprattutto nella pulizia del mantello, che è delicato e che va curato, e che, da solo, rappresenta una buona metà della bellezza di questa particolare razza. Per il resto ci si trova in una media ideale, sia per quanto riguarda l’alimentazione che per quanto riguarda la salute.

Come Gestire al meglio le Mangiatoie all’interno del Pollaio

Oltre che ad una corretta alimentazione è fondamentale che all’interno del pollaio siano presenti gli accessori più idonei e di miglior qualità affinché le galline possano nutrirsi durante la giornata.

A seconda del tipo di cibo che viene loro somministrato, che si tratti di frutta, verdura, granaglie o frumento, esistono diversi tipo di mangiatoie adatte per ogni evenienza.

Nel caso del mangime a granaglie è importante utilizzare una mangiatoia che impedisca alle galline di razzolarci dentro causando uno spreco di cibo e la contaminazione dello stesso attraverso le zampe. L’eventuale mangime che viene sparso a terra può inoltre essere motivo di attacco al pollaio da parte di roditori e uccelli, attirati dall’odore di cibo.

Un altro fattore di particolare importanza è il numero di mangiatoie a disposizione degli animali all’interno del pollaio in funzione al numero di esemplari esistenti. Questo per la legge gerarchica che determina l’ordine di beccata secondo la quale gli esemplari dominanti beccano per primi e, solo successivamente, possono poi beccare tutti gli altri. Per ovviare a questo problema è dunque opportuno aumentare il numero di mangiatoie in maniera tale da non creare troppa affluenza in un unico dispositivo e assicurare cibo per tutti i capi.

Se la zona in cui vengono riposti mangiatoie ed abbeveratoi è potenzialmente esposta ad eventuali precipitazioni bisogna considerare che il cibo deve rimanere sempre asciutto e pulito e dunque nel caso è utile spostarle oppure riparare la zona di ristoro con teli antipioggia.

Nel caso si valuti di acquistare una mangiatoia a ciotola è importante che questa abbia il bordo un poco rialzato, che sia realizzata con un materiale non troppo leggero e che sia posizionata sopraelevata dal terreno. Anche nel caso della mangiatoia a tramoggia, granaglie e mangimi sono contenuti in un recipiente dal quale scendono per gravità in una vaschetta di raccolta sottostante. Esse sono sicuramente un’ottima soluzione: economica, igienica e anti-spreco. Hanno inoltre il vantaggio di garantire una presenza costante di granaglie e mangime anche per un periodo abbastanza prolungato.
La mangiatoia per galline a sifone la si trova solitamente in commercio in plastica o in lamiera zincata. Sono serbatoi a forma di tronco di cono che poggiano su una base circolare di contenimento con i bordi più alti del livello del mangime che scende per gravità.
Questo tipo di mangiatoia può essere sia appoggiata su una cassetta o altro supporto a parete, sia montata sospesa. Anche la mangiatoia a sifone è una soluzione economica, igienica e anti-spreco, e garantisce una presenza costante di granaglie e mangime.

Per tutelarsi da “furti di cibo” notturni, da parte soprattutto dei roditori, consigliamo di utilizzare una mangiatoia a pedale che si apre soltanto nel momento in cui la gallina sale sulla pedana, e rimane aperta affinché la gallina mangi, richiudendosi solo quando l’animale scende da essa. Inizialmente sarà necessario aiutare le nostre galline a prendere confidenza col meccanismo, ma poi risulterà semplice e comodo anche per loro.

È una soluzione un po’ meno economica rispetto alle mangiatoie che abbiamo visto in precedenza, ma è certamente igienica, anti-spreco ed è un ottima soluzione per tenere i predatori distanti dalle galline: viene chiamata per questo motivo mangiatoia anti-saccheggio.
Le caratteristiche principali della mangiatoia a pedale sono:

·        Possibilità di alimentazione di due animali in contemporanea;

·        Coperchio con pieghe diamantate per evitare il ristagnamento dell’acqua nella parte superiore della mangiatoia;

·        Pedale forato per evitare che si sporchi dando la possibilità all’animale di mangiare nel pulito e su una base stabile;

·        Possibilità di regolare il pedale;

·        Piedini di appoggio in plastica in modo da isolare la lamiera dall’umidità del terreno;

·        Regolazione della ghigliottina di fuoriuscita del mangime con manopole zigrinate;

·        Griglia antispreco in nylon;

·        Sul fondo, griglia anti-goccia per evitare che l’acqua entri in contatto con il mangime

·        Disponibile in diverse dimensioni e capienze di serbatoio da 11lt a 28lt

 
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Le principali differenze tra Acaro e Pidocchio: Polvere di Diatomee per Sconfiggerli

Molto frequentemente vengono confusi tra loro i pidocchi e gli acari: parliamo in particolar modo di pidocchio pollino ed acaro rosso.
A seconda che si tratti dell’uno o dell’altro, esistono prodotti specifici da somministrare alle galline.

Vediamoli ora da vicino elencandone le principali caratteristiche e differenze:

L’acaro rosso è un acaro ematofago. Non vive sulle galline ma negli angoli e nelle crepe del pollaio. Esso attacca gli animali la notte, quando questi dormono. Viene definito come un parassita “Resistente” in quanto può vivere anche per oltre 9 mesi senza nutrirsi.
Sono di colore rosso intenso quando hanno fatto il pasto di sangue altrimenti sono grigi.
Eliminarlo è molto difficile in quanto durante il giorno si nasconde nelle crepe rendendo necessari più trattamenti e inoltre è resistente agli antiparassitari. La maggior parte dei prodotti adatti a combatterlo sono prodotti che vanno cosparsi nel pollaio senza la presenza degli animali perché possono essere tossici per loro.

Il pidocchio pollino è un mallofago che si nutre di penne, squame, frammenti di penne e sangue. Vive per tutto il tempo sull’animale, in mezzo al suo piumaggio ed è meno pericoloso dell’acaro rosso. Dopo 5 giorni, se non riesce a nutrirsi dall’animale muore.
Per trovarlo basta spostare le penne dell’animale: se è infestato si vedranno delle bestioline che corrono sul corpo della gallina.
Il pidocchio pollino ha una forma allungata con la testa triangolare ed è di colore marroncino. A differenza degli acari, sono facili da eliminare e spesso, in base al prodotto scelto, basta un solo trattamento o spruzzata sull’animale per eliminarli.
I prodotti utilizzati non sono nocivi per le galline ma è bene non consumare le uova durante il trattamento.

I prodotti adatti per prevenire questi due indesiderati parassiti si suddividono in due categorie:

–         Prodotti per l’ambiente: come ad esempio Neo-Predisan e Quatersan, nocivi per gli animali e da utilizzare soltanto dopo aver allontanato gli esemplari dal pollaio;

–         Prodotti per gli animali: come spray antiparassitario, Apaderm Plus, Fitomite e Green Tonic.

Un altro prodotto fondamentale per entrambi i parassiti è la POLVERE DI DIATOMEE, completamente naturale e non nociva per gli animali: questa polvere, chiamata anche “diatomite” è una roccia friabile composta da resti fossilizzati di alghe diatomee. E’ un prodotto naturale che viene raffinato senza trasformazioni di tipo chimico.
Questa singolare terra è ricca di biossido di silicio e di numerosi oligoelementi quali: boro, manganese, titanio, rame, zirconio, sodio, magnesi, calcio che apportano il beneficio di rafforzare il metabolismo nelle galline e la durezza del guscio delle uova a base di farina fossile e composto da diatomee, agisce in modo efficace contro i parassiti, molto comuni in estate nei pollai e nelle cucce dei nostri amici animali. Oltre all’acaro, questo prodotto è estremamente efficace anche contro pulci e formiche.
I parassiti muovendosi sulla polvere ne vengono cosparsi e muoiono in poche ore per disidratazione.
Per un’ottima applicazione è consigliato di utilizzare anche il Polverizzatore per Polvere di Diatomee.
Durante il trattamento è sempre possibile raccogliere e consumare le uova prodotte dal pollaio.

Nel nostro shop on-line Il Verde Mondo troverai tutte le soluzioni sopra indicate con i relativi video illustrativi per una corretta somministrazione!

Il Cane Carlino

Il carlino è una razza canina molossoide originaria della Cina riconosciuta dalla Federazione Cinofila Internazionale.
È un’antica razza canina che è stata raffigurata in numerosi dipinti e sculture cinesi sin dal 400 a.C. e si è poi diffusa nel Seicento in Europa occidentale, in particolare nei Paesi Bassi e in Gran Bretagna, grazie al successo ottenuto nella 
Casa d’Orange e nel Casato degli Stuart.
Il carlino ha tratti fisici peculiari che lo rendono unico nel suo genere e differente da tutti gli altri cani ed è considerato uncane da compagnia.

L’origine del nome di questa razza è ancora oggi sconosciuta e per questo motivo sono presenti diverse interpretazioni: secondo alcuni deriva dall’Inghilterra, dove, il carlino è conosciuto come Pug che deriva dalla parola latina pugnus, che significa «pugno chiuso» con chiaro riferimento all’aspetto del muso tipico della specie; secondo altri invece il termine Pug deriverebbe dalla parola «folletto» o semplicemente dall’espressione «piccolo cane».
Altri nomi che identificano la razza sono: Mops, MopsHond, MopsHund e Mopsi, in Svezia, nei Paesi Bassi, in Germania e in 
Finlandia. La radice comune a tutti e quattro i casi deriva dalla parola in lingua olandese moppen, che significa «aspetto arcigno», e da quella inglese e tedesca mops, che significa «annoiarsi» e «brontolone».
È certa, invece, l’origine del nome in Francia, Carlin, ed in Italia, Carlino, dove la razza deve il proprio nome all’attore 
Carlo Bertinazzi per via della sua interpretazione di Arlecchino al Théâtre de la comédie italienne, con indosso una maschera nera ritraente tratti simili al muso del cane.

Il carlino è un cane da compagnia molossoide di piccola taglia brachicefalo, ovvero col muso schiacciato. In generale, questa razza presenta un aspetto piuttosto robusto e compatto ed è solita muoversi con le gambe parallele ed un passo dondolante. Il mantello è corto, liscio, morbido e lucente. In particolare, queste due ultime caratteristiche si ravvisano negli esemplari la cui alimentazione è equilibrata.
La testa è, nel complesso, grande, rotonda e massiccia mentre il muso è corto, rugoso, rotondo e presenta un tartufo nero sporgente. Le orecchie, sempre nere, piccole e sottili, vellutate al tatto, possono essere “a bottone” o “a rosa”. Gli occhi sono sporgenti, espressivi, rotondi, grossi e di colore scuro lucente.
Il naso è corto e molto schiacciato, mentre la coda è arricciata e arrotolata sul dorso.
L’altezza al garrese, ridotta nel tempo tramite accurate selezioni, è compresa tra i 25 e i 30 centimetri e non supera i 32. Il suo peso ideale oscilla tra i 6,3 e gli 8,1 kg.

Tra un carlino maschio e uno femmina non vi sono grandi differenze: i carlini maschi di solito sono leggermente più grandi e possenti rispetto alle femmine. La maturità sessuale viene raggiunta dopo il primo anno di età. Il parto può risultare difficoltoso a causa dell’impossibilità al passaggio dei cuccioli nell’apposito canale, ed è spesso necessario il taglio cesareo.

La speranza di vita è di tredici anni e due mesi negli esemplari di sesso femminile, di dodici anni e otto mesi in quelli maschili.

I colori più diffusi sono l’argento, l’albicocca, il fulvo e il nero.

Il carlino è un cane molto attivo, esuberante, vivace e per nulla aggressivo. Questa razza canina ama far parte del nucleo familiare in quanto necessita di affetto e calore e, per questo motivo, odia essere esclusa. Si stanca facilmente specie nel periodo estivo e propende ad ingrassare. È, inoltre, un esempio molto raro di «cane da grembo» e possiede un codice comunicativo comprendente una serie di sbuffi, grugniti e versi nasali per via della canna nasale molto corta.
È noto per la fedeltà che dimostra, giorno per giorno, al proprio padrone tanto da diventarne quasi l’«ombra»: ciò rende il carlino particolarmente indicato per persone anziane, che possono trovare vantaggio terapeutico nella sua compagnia. Può essere estremamente geloso, se non irascibile, quando il proprietario coccola altri cani in sua presenza. Malgrado questo aspetto, il carlino non è, tuttavia, di indole nervosa ma anzi è decisamente allegro e socievole con altri esemplari.

  

Le Galline Volano?

Un dubbio diffuso tra gli allevatori è: le galline volano o non volano? 
In generale possiamo dire che le galline non sono in grado di volare ad eccezione delle razze più leggere e rustiche, che possono volare per dei tratti medio-lunghi.
La propensione o meno al volo dipende sicuramente dal peso della gallina ma anche dalla sua indole.

Questa azione non rientra tra le loro abilità principalmente perché non ne hanno l’esigenza e quando la mettono in atto, lo fanno essenzialmente per bisogno come ad esempio per saltare all’esterno del recinto, per appollaiarsi su un ramo o per fuggire da un predatore.
Molto spesso questa loro capacità di effettuare brevi voli si traduce in un rischio, infatti, in contesti di pollai domestici, il saper volare si trasforma in una “fuga dal pollaio” che le espone a rischi imprevedibili, come predatori, malintenzionati soprattutto incidenti stradali.
Tutte le galline hanno le ali di forme e caratteristiche diverse ma per volare queste non bastano: c’è bisogno infatti di ossa leggere e cave, di un sistema respiratorio eccezionalmente efficiente, di muscoli specializzati per controllarne il battito e di nervi che collegano ogni muscolo al cervello, programmato per controllare tutti questi sistemi simultaneamente, automaticamente e con precisione.

Le galline sono troppo pesanti per la dimensione di ali che hanno, e ad appesantirle è anche la tipologia di ossatura, che non è cava come quella degli uccelli.
Nel corso dell’evoluzione la gallina ha perso la necessità di volare e ha quindi sviluppato maggiormente la capacità di camminare.
L’antica pratica dell’allevamento di galline ha poi ancor di più accelerato e incanalato questo tipo di evoluzione, sia perché la gallina ha via via trovato sempre più cibo a terra, senza dunque la necessità di spostarsi, sia perché l’uomo è intervenuto direttamente in questo processo selezionando razze sempre più robuste e pesanti, con un’attenzione particolare anche alla capacità di deposizione delle uova allo scopo di cibarsene.

Alcune razze più leggere di galline nane e galline campagnole sanno comunque di fatto volare molto meglio delle “razze pesanti”; tra queste sono ad esempio buone volatrici le galline Livornesi, le Mericanel, le Olandesi, le Phoenix, le Sebright, le Tournaisis, le Fleche nane e molte altre.

In determinati contesti la capacità di spiccare il volo delle galline rappresenta una condizione di totale libertà di movimento ed è sinonimo di benessere, ma in molti altri casi questa capacità si trasforma in un vero e proprio problema, che necessita di trovare una soluzione, come ad esempio la chiusura a 360° del pollaio con reti anti-fuga. In base alle dimensioni da recintare può non essere necessario procedere anche alla chiusura del ‘tetto’ ma in questo caso è bene anche prestare attenzione alla presenza di eventuali “trampolini di lancio” all’interno dell’area recintata, che potrebbero rendere vana anche la più alta recinzione, come ad esempio travetti, rami e muretti. 
Se non è possibile eliminare tali “trampolini”, dovrebbe essere presa in considerazione la chiusura del ‘tetto’, che inoltre può avere la funzione di proteggere il cibo dalle incursioni di altri volatili ed evitare gli attacchi da predatori del cielo.
Un’altra possibile soluzione è la cimatura delle ali, ovvero la “spuntatura” delle penne remiganti, che renderebbe impossibile lo spiccare del volo.
La cimatura delle ali in generale è un metodo efficace e non stressante per evitare di far volare le galline ma sicuramente ha una controindicazione importante, ovvero l’incapacità per l’animale di spiccare il volo anche laddove fosse necessario, ad esempio per sfuggire ad un predatore.
Le penne remiganti sono la parte più importante del piumaggio dell’ala proprio perché sono indispensabili per volare e rispetto alle altre penne sono più lunghe, più rigide, più strette e hanno il profilo ben definito, per fornire la spinta necessaria al volo ed effettuare manovre.
Le penne remiganti sono anche estremamente utili alla chioccia per la cova, e anche di questo c’è da tenerne di conto, infatti la gallina con le penne accorciate farà più fatica a coprire tutte le uova e a scaldarle uniformemente.
Il taglio delle remiganti deve essere eseguito su una sola delle due ali perché lo scopo è quello di sbilanciarne il volo e deve essere eseguito prestando attenzione a non recidere le penne troppo vicino all’attaccatura, altrimenti si correrebbe il rischio di rendere difficile la muta successiva al taglio. E’ necessario anche prestare attenzione a non tagliare le remiganti nella fase di ricrescita dopo la muta, perché durante questa fase le penne sono molto irrorate e il taglio potrebbe provocare forti emorragie.