Cibi Vietati ai Nostri Amici a 4 Zampe

I cani, di natura, sono molto incuriositi dal cibo e amano assaggiare qualsiasi cosa si trovi alla loro portata.
Nonostante ciò, è molto importante fare attenzione a ciò che mangiano o assaggiano perché ci sono cibi e sostanze che sono molto pericolose per la loro salute.
A volte capita di far assaggiare al nostro amico a quattro zampe alcuni alimenti che usiamo consumare abitualmente ma che per loro possono essere dannosi: ecco di seguito una lista di alimenti da evitare assolutamente per i cani. Paliamo di caffè, the, cioccolato, bibite gassate e alcool.
È molto importante fare attenzione che questi alimenti non siano accessibili in casa infatti i cani, soprattutto cuccioli, sono molto curiosi e potrebbero ingerirli accidentalmente.
Oltre a questi, fra gli alimenti vietati ai cani troviamo anche: cipolla, aglio, uva, uva passa e avocado. 

Quando si adotta un cucciolo bisogna prestare molta attenzione a ciò che viene lasciato in casa in quanto soprattutto nei primi mesi di vita, il cane ama curiosare e istintivamente assaggiare qualcosa il cui odore o colore possano attirarlo in qualche modo.
Detersivi, detergenti, liquidi ecc. possono essere leccati o ingeriti accidentalmente perché il cane è stato attirato dal loro odore o colore.

Per vivere in salute il cane ha bisogno di un’alimentazione corretta e bilanciata che possa garantirgli tutto l’apporto nutrizionale di cui ha bisogno considerando anche la sua età e il suo peso.
Durante i pasti è normale far assaggiare il nostro cibo al cane ma dobbiamo fare molta attenzione perché ciò che per noi è innocuo può non esserlo per lui. 

Di seguito analizzeremo alcuni tra i cibi “veleno” indicati qui sopra per i nostri cani:

1.     GLI ALCOLICI: potrebbe risultare banale, ma è comunque necessario ricordare che gli alcolici, anche quelli leggeri come il vino e la birra, rappresentano un pericolo per i nostri cani. L’etanolo in essi contenuto, infatti, può provocare nausea, vomito e difficoltà motoria;

2.     IL CIOCCOLATO: ormai è risaputo che il cioccolato e il cacao non sono salutari per gli animali. Questi alimenti, infatti, contengono alcaloidi che vengono difficilmente metabolizzati dall’organismo del cane. Inoltre, più il cioccolato è fondente e più gravi saranno i sintomi: ipertensione, tremori, iperattività e, nei casi più complicati, insufficienza cardiaca;

3.     SNACK SALATI: proprio come per gli esseri umani, anche per gli animali il consumo eccessivo di sale può risultare dannoso, soprattutto se il piccolo amico soffrisse di una malattia cardiocircolatoria. Nel caso in cui il cane ingerisca un alimento di questo tipo, come delle patatine, assicuratevi che abbia abbondante acqua da bere a disposizione, in modo che possa idratarsi;

4.     DOLCI: premiare il proprio cane con un prodotto dolciario è una pratica molto comune ma questa tipologia di alimenti è assolutamente da evitare. Il gelato, per esempio, causa al cane mal di pancia, mentre caramelle e dolciumi possono portare al diabete, all’aumento di peso e danni ai denti. Anche i biscotti possono rappresentare un problema: l’organismo dei cani, infatti, digerisce difficilmente il lattosio. Per incoraggiare il cane in caso di comportamento positivo, è meglio comprare dei prodotti creati appositamente per gli animali, privi quindi di sostanze nocive;

5.     FUNGHI E AVOCADO: molte tipologie di funghi sono nocive anche per l’uomo e, di conseguenza, potrebbero esserlo anche per gli animali. Questi alimenti, infatti, possono portare a problemi digestivi e sintomi da avvelenamento in quanto contengono fungicida, una tossina presente anche nell’avocado; 

6.     NOCI, NOCCIOLE E UOVA: questi tre alimenti sembrerebbero totalmente innocui per i nostri piccoli amici, ma non è così. Noci e nocciole, infatti, contengono delle tossine che potrebbero provocare tremori, febbre e spossatezza. Le uova, invece, vanno assolutamente evitate se crude: il rischio di salmonellosi è infatti presente anche per gli animali;

7.     CIBO PER GATTI: molte persone pensano che, in caso di necessità, il cibo per gatti vada bene anche per i cani. Assolutamente no: il cibo per i piccoli felini è molto proteico e potrebbe quindi sovraccaricare i reni dei cani;

8.     OSSA COTTE: l’assunzione di piccole o grandi quantità di ossa cotte, è sempre da ritenere pericolosa, soprattutto se queste sono di dimensioni discrete.
La loro struttura, dopo cottura muta radicalmente, diventando di fatto una possibile minaccia di perforazione soprattutto per l’intestino;

9.   PASTA DI PANE E PASTA LIEVITATA CRUDA: la possibilità che fermenti all’interno dello stomaco e che quindi possa farlo gonfiare, è di per sé un motivo per evitare la somministrazione, considerando la conseguente possibilità di torsione.
La presenza di lieviti inoltre può dare ulteriori problemi a livello cutaneo.

Il Quarter Horse: Quarto di Miglio per Eccellenza

I Quarter Horse sono cavalli di origine americana, derivanti da incroci tra Mustang e Purosangue Inglesi, selezionati nel 1800 dai cowboy per lavorare con il bestiame.
Il nome “Quarter Horse” deriva da “quarto di miglio”, ovvero dal primato di essere la razza più veloce a questa distanza. Gli esemplari di questa razza non si caratterizzano da un vero e proprio standard e possono presentare piccole variazioni tra gli esemplari destinati alla corsa, al lavoro o alla gara.
Si tratta di un cavallo dalla longevità media tra i venti ed i trent’anni che viene allevato molto anche in Italia.

Si presentano con testa piccola e fronte spaziosa, su cui si trovano due occhi grandi ed espressivi, due piccole orecchie dritte e delle ganasce piuttosto marcate.
Lo si riconosce anche dal collo ben definito e muscoloso, leggermente arcuato e dal garrese scolpito. Il petto è ampio e muscoloso mentre il dorso è corto e ben dritto oltre che decisamente possente.
La groppa è robusta e presenta l’attaccatura della coda piuttosto bassa. Le spalle sono inclinate e lunghe mentre i piedi sono piccolini rispetto alla massa del cavallo ma assicurano pur sempre forza e stabilità per corsa, agilità e lavoro.
Il loro mantello può avere colori molto diversi tra loro: esistono infatti esemplari rossicci e marroni ma anche neri, morelli, ramati e biondi.
L’altezza del Quarter Horse è molto variabile, viste le diverse tipologie riscontrabili all’interno della razza: possiamo trovare esemplari alti 150 cm al garrese e cavalli di 165 cm.

Il Quarter Horse è un cavallo che, in America, viene descritto come “Good Mind”. Questo significa che ha un carattere intelligente, socievole e disponibile, propenso all’addestramento.
È costante ed affidabile ed è la razza migliore per chi inizia a praticare equitazione: quando il cavallo entra in confidenza con l’umano non disdegna momenti di gioco e di coccole a dimostrazione del fatto che tende a fidarsi sebbene voglia delle prove per cui l’umano meriti la sua fiducia.

Visto il fisico atletico e massiccio il Quarter Horse è un cavallo versatile per lavori, discipline sportive e galoppo su brevi distanze. Viene spesso impiegato nelle scuole di ippoterapia per il suo carattere docile ma può avere anche una interessante presenza in tutte le attività agonistiche a cavallo molto in voga negli Stati Uniti.
Tra le specialità sportive in cui è coinvolta questa razza: reining, western pleasure, barrel racing, ranch sorting, team penning, 
pole bending, cutting e roping.

 

 

Il Petauro dello Zucchero

Il Petaurus Breviceps, dal latino “acrobata con la testa corta”, viene anche soprannominato Scoiattolo Volante.
Questo esemplare appartiene alla famiglia dei Petauridi ed è un piccolo marsupiale.

Essendo originario della foresta pluviale e costiera di Australia e Nuova Guinea, va considerato a tutti gli effetti come un animale esotico. Rispetto a quanto si possa immaginare, il petauro dello zucchero si presenta come un animale tendente alla socializzazione. Desidera sempre la compagnia, per questo spesso si suggerisce di acquistarli in coppia.

Negli ultimi anni si sta diffondendo sempre più come animale domestico, pur richiedendo particolare cura ed attenzione nell’allevamento.
E’ lungo fino a 30 cm, compresa la coda che può essere lunga quanto tutto il corpo e misura dai 15 ai 25 cm. Quest’ultima è molto importante perché rappresenta un ottimo strumento per raccogliere il cibo o reggersi sugli alberi.
Viene chiamato scoiattolo volante non a caso: vola e salta fino a 60/70 metri di altezza.
Queste acrobazie sono consentite dalla presenza di una membrana denominata Patagio, che attraversa tutto il corpo nella parte inferiore, estendendosi dalle zampe posteriori a quelle anteriori.

Il petauro ha un peso di circa 115 grammi per le femmine e di 140 grammi per i maschi.
Il sesso maschile si distingue da quello femminile grazie ad una piccola zona priva di pelo sulla testa.
Il pelo è grigio, folto e corto, caratterizzato da strisce più scure. La pancia è completamente bianca e le femmine, proprio come i canguri, hanno un marsupio per accogliere i cuccioli.
La testa ha una forma triangolare, con occhi grandi e orecchie molto piccole che riescono a captare la presenza della preda al buio. 
L’età media è di 10 anni, alcuni esemplari più longevi vivono anche 14 anni.

Per quanto riguarda il suo carattere è molto diffidente e si lascerà accarezzare soltanto dopo aver guadagnato la sua fiducia. Non è indicato per i bambini in quanto non può essere trattato come un pupazzo essendo particolarmente delicato.
Questi esemplari sono dotati di denti e unghie affilati ma non sono di indole aggressiva e morderanno solo nel momento in cui percepiranno si essere minacciati e in pericolo.

Per garantirgli un ottimo confort è importante munirsi di una gabbia abbastanza grande che favorisca tutti i suoi movimenti. L’ideale è una soluzione alta almeno 2mt in cui andranno inseriti anche gli accessori necessari come mangiatoia, abbeveratoio ad alcuni giochi per evitare che si annoino. La posizione ideale è in un luogo buio, non esposto a sbalzi termici.

Per quanto riguarda l’alimentazione, trattandosi di un animale notturno è opportuno garantirgli sempre una scorta di cibo. Si nutrono principalmente di vegetali, frutta e insetti. In aggiunta dovrà essere somministrato anche un integratore a base di calcio per rafforzare l’ossatura.

I Porcellini Peruviani, Nuovi e Graziosi animali da Compagnia

Il porcellino peruviano è un roditore originario delle Ande, abituato a vivere in climi secchi e con temperature non troppo elevate.
Al giorno d’oggi è diffuso nelle nostre case come animale da compagnia, grazie alla sua indole tranquilla ed affettuosa.
Richiede poche cure ma è importante conoscere le sue esigenze etologiche per garantirgli il massimo benessere.
In natura questi esemplari vivono in gruppi di 5-10 animali e per questo motivo soffrono se allevati da soli.

Possono essere cresciuti ed allevati in casa purché sistemati in spaziose gabbiette dotate di acqua e cibo dalle dimensioni sufficienti per favorire la libertà nei loro movimenti.
Durante l’arco della giornata è comunque consigliato lasciare loro del tempo per stare all’esterno della gabbia, liberi di muoversi in un ambiente sicuro e privo di predatori.

La caratteristica più evidente e riconoscibile di questi esemplari è il loro pelo lungo.
Pur creando un grazioso manto, è preferibile controllare la crescita del pelo tagliandolo periodicamente e spazzolato con costanza un paio di volte al giorno.
I colori più diffusi sono marrone, bianco e nero. Solitamente il manto presente un unico colore ma esistono alcuni esemplari che presentano due tonalità cromatiche.
Gli esemplari a pelo non lungo non sono propriamente di razza peruviana. Si tratta di esemplari a pelo raso, conosciuti anche come “inglesi”.

Questi animali tendono ad essere docili, timidi, schivi e paurosi di fronte a situazioni nuove e sconosciuti. Sono comunque molto abili a comunicare emettendo svariati tipi di suoni a seconda delle situazioni in cui si trovano.

Vengono considerati animali “loquaci” grazie alle numerose vocalizzazioni che sono in grado di emettere e raramente mostrano comportamenti aggressivi.
Solitamente tendono ad attivarsi di mattina e di sera, evitando di muoversi durante le ore centrali della giornata. Questo aspetto è importante per capire quali sono le tipiche e naturali abitudini di questi simpatici animaletti.

In casa i porcellini richiedono un’alimentazione equilibrata e adatta al proprio dispendio energetico. Inoltre, è importante garantire il consumo di alimenti freschi che favoriscano il consumo dei denti, che continuano a crescere per tutta la vita. Segue una dieta del tutto vegetale essendo un animale strettamente erbivoro.
Devono avere a disposizione cibo sia di giorno che di notte poiché amano mangiare in qualsiasi momento della giornata.
È importante però che gli alimenti siano ricchi di fibre ma poveri di calorie, oltre al fieno e ai semi, si possono far consumare vegetali, meglio se ricchi di vitamina C: questi animali, infatti, possono presentare delle carenze in tal senso.
La presenza di acqua fresca e pulita va assicurata ogni giorno magari con gli appositi abbeveratoi a goccia.

Vivono mediamente 4-5 anni ma possono raggiungere anche i 7 anni di vita se cresciuti in condizioni ottimali.

Solitamente questi animali non richiedono alcuna vaccinazione e non sono soggetti a pulci, come invece accade per 
cani e gatti. Nonostante ciò, prima di adottare un porcellino peruviano è comunque opportuno informarsi sulla presenza di un 
veterinario esperto che possa prendersi cura dell’animale in caso di necessità.

 

I Gatti Anallergici: Quali Sono?

Una buona parte della popolazione è allergica ai gatti.
La maggior parte di questa percentuale, è allergica alla proteina Fel D1, prodotta dalla saliva, dalla pelle e dagli organi degli animali. Non è quindi sufficiente adottare un gatto senza pelo per risolvere questo problema in quanto questa proteina vi darà comunque disturbo.
Anche l’urina dei gatti contiene la Fel D1; quindi, azioni quotidiane come pulire la lettiera creano molti problemi a chi è allergico.

Nonostante ciò, esistono alcune razze anallergiche, che consentiranno ai meno fortunati di potersi godere la compagnia e l’affetto di un micio senza incorrete in starnuti, lacrime e reazioni cutanee.
I gatti anallergici semplicemente producono una quantità molto bassa della proteina Fel D1, riuscendo così a non dare problemi alla maggior parte dei soggetti allergici.
Oltre a questo, ci sono poi altri fattori che influenzano la carica allergica dei gatti come gli ormoni: sia il testosterone, l’ormone dei gatti maschi, sia il progesterone, prodotto dalle gatte durante la gestazione e l’ovulazione, stimolano la produzione della proteina Fel D1.
Ovvio dunque che un micio castrato e una micia sterilizzata scateneranno molte meno reazioni allergiche.

Vediamo quali sono le razze anallergiche:

·        Il gatto siberiano, gatto anallergico per eccellenza: infatti è la razza che produce meno Fel D1 in assoluto. Il bellissimo pelo lungo e un carattere docile lo rendono il compagno perfetto per un amante dei gatti che ha problemi di allergia;

·        Il norvegese delle foreste, proprio come il siberiano, produce una quantità quasi nulla di Fel D1 ed è indubbiamente maestoso ed affascinante;

·        Il gatto balinese, conosciuto anche come siamese a pelo lungo, produce una bassa quantità di Fel D1 ed è amante della compagnia del suo padrone;

·        Il blu di Russia, altra ottima scelta per chi soffre di allergia, questo gatto non solo produce poca Fel D1, ma i suoi allergeni tendono a restare nel sottopelo, diffondendosi quindi in misura minore;

·        Il bengala, considerato uno dei gatti più belli del mondo per il suo caratteristico pelo leopardato, è adatto a chi soffre di allergia perché non produce una grande quantità di allergeni.

Questi sono i 5 gatti adatti a chi soffre di allergia, ma non sono gli unici a produrre piccole quantità di Fel D1: si aggiungono alla lista anche il Devon Rex, il Giavanese e il gatto Orientale a pelo corto.

Nonostante ciò è fondamentale considerare il tipo di gravità dell’allergia: nonostante questi esemplari producano meno Fel D1, se l’allergia è ad alto livello, questi gatti potrebbero comunque creare disturbi nel padrone, anche se in minima parte.
Per contrastare la comparsa di sintomi da allergia
può essere utile evitare che il gatto circoli negli ambienti dove si dorme, eliminare i tappeti che possono raccogliere quantità abbondanti di allergeni, pulire spesso la lettiera e curare maggiormente l’igiene del nostro amico a quattro zampe.

 

Il Border Collie: Origini, Carattere e Curiosità

Il Border Collie è una razza canina di origine scozzese che risale al 1700.
Questa razza ha lavorato con i pastori nella zona di confine tra la Scozia e l’Inghilterra per centinaia di anni, allevati esclusivamente per le loro capacità lavorative.
Il nome “border” deriva dalla loro origine, a confine tra la Scozia e l’Inghilterra mentre l’etimologia della parola “collie” è, invece, incerta: secondo alcuni deriverebbe da “coleius” che significa fedele, in gallese, secondo altri da “coley” che significa nero, e infine, secondo una terza ipotesi, da “colley”, una razza di pecore scozzesi.

Questo cane è ancora oggi usato nelle greggi per controllare le pecore. Effettivamente, il border collie può essere considerato l’emblema del cane conduttore e a livello mondiale, sia nella pratica dello sheepdog che nella vera e propria pastorizia è la razza più utilizzata, per la sua intelligenza, obbedienza e rapidità di movimento.

Il Border collie è un cane ben proporzionato dall’aspetto armonioso e atletico e ha, in genere, una coda moderatamente lunga, attaccata bassa, e ricca di peli.
Il colore più diffuso è il bianco-nero.
Le orecchie sono di taglia e di tessitura media portate erette o semierette; il cranio è piuttosto largo, con apofisi occipitale non pronunciata.

È un cane robusto e longevo che può vivere anche fino 15 anni che non ha bisogno di cure particolari. Delle spazzolate regolari sono sufficienti per mantenere in buone condizioni il mantello; le spazzolate dovranno essere più frequenti nel periodo della muta: una volta l’anno (primavera/estate) per i maschi, due volte l’anno (in corrispondenza dei periodi di estro) per le femmine.
Sia nella varietà con pelo di media lunghezza, sia in quelle a pelo corto, il manto è fitto e di media tessitura, con sottopelo morbido per una buona resistenza alle intemperie.

È ritenuto estremamente intelligente, addirittura la razza canina più brillante e sveglia, soprattutto perché impara molto in fretta, per questo bisogna prestare attenzione a non commettere errori nell’educazione: il cane imparerà velocemente qualcosa di sbagliato e non sarà semplicissimo correggere l’errore

Nel border collie è chiaramente visibile la vicinanza degli atteggiamenti del cane da pastore col comportamento tipico del lupo in caccia; l’animale si approccia alle pecore nello stesso modo con cui il lupo si avvicina ad un branco di prede, creando tensione nel bestiame e spingendolo quindi a raggrupparsi, per poi partire di corsa e con rapide e abili mosse dividere il gregge in gruppetti più piccoli

Nel 2004 l’ENCI ha contato 1204 cuccioli iscritti ai libri genealogici, contro i 1139 dell’anno prima, i 1130 del 2002 e i 959 del 
2001, ma la sua diffusione è in costante aumento in confronto ai 107 soggetti del 1995. Nel 2012 invece i soggetti iscritti sono stati 2538.

I Border Collie sono sempre pronti a lavorare, attenti, svegli, responsabili e intelligenti. Di grande docilità e propensi a formare un legame molto stretto con il proprietario e la famiglia ma, a meno che non abbiano tempo per fare attività fisica, non sono animali domestici ideali per una famiglia con bambini molto piccoli, perché è nella loro natura spingere tutto ciò che si muove.
Per il Border Collie è molto importante l’allenamento: il loro mancato esercizio può comportare che il Border sviluppi problemi comportamentali o che li rendano difficile da gestire.

 

La Gallina Padovana Ciuffata

Sicuramente, la gallina Padovana è a prima vista una delle galline più riconoscibili e simpatiche, inconfondibile per il suo caratteristico ciuffo. Viene allevata sia come razza ornamentale che da reddito, in quanto produce una buona quantità di uova (può arrivare a produrre anche fino a 150-180 uova in un anno) e fornisce un’ottima carne.

Viene chiamata anche “Padovana a gran ciuffo” o “gallina con la capeoza”. È stata importata dalla Polonia nel 1500 da alcuni studiosi padovani e, grazie alla presenza di penne sul capo che sostituiscono la cresta, risultò essere una razza che tollerava il freddo più delle altre galline locali. Si è quindi naturalizzata nel territorio padovano, diventando un simbolo di identità e legame con la città di Padova.

Caratteristica principale è la conformazione del cranio sul quale sorge una protuberanza ossea che sostiene il ciuffo di notevoli dimensioni. Il ciuffo di penne pendente sotto il mento va a costituire la cosiddetta “barba” mentre altri due sotto gli occhi costituiscono i “favoriti”. Gli orecchioni sono bianchi e piccoli e sono poco visibili perché sono nascosti dalle basette.
La presenza di ciuffi che coprono gli occhi rende le galline Padovane curiosamente esitanti nell’incedere e anche molto suscettibili a movimenti e rumori che spesso le colgono di sorpresa. Per cercare di diminuire questo loro continuo “stato d’ansia”, dovrebbe essere effettuata di tanto in tanto una toelettatura del ciuffo, in modo da migliorare il più possibile la loro visuale.
La presenza del ciuffo non ne facilita l’allevamento nelle zone piovose e umide. La notevole larghezza delle fosse nasali e l’esagerato rigonfiamento delle narici la espongono all’attacco di alcuni parassiti o malattie per effetto dell’umidità che si inserisce e permane nel ciuffo.
Per questo motivo è importante garantire alle nostre padovane un ricovero bello asciutto e un approvvigionamento di acqua preferibilmente a goccia, in modo da evitare ulteriori “inzuppi” d’acqua della “capigliatura” durante l’abbeveraggio quotidiano.

Altre caratteristiche della razza sono le gambe piuttosto fini e di colore ardesia, il portamento elegante e un peso che nei galli può arrivare a circa 2 kg e nelle femmine a circa 1,5 kg.
Il colore è differente in base alla varietà e le più diffuse sono la bianca, la nera, la dorata, la argentata e la camosciata. I due sessi presentano lo stesso tipo di piumaggio pur avendo sfumature diverse. Le penne sono arrotondate e il piumino folto, la mantellina ben sviluppata.

La gallina padovana non è affatto una buona chioccia e depone uova dal guscio bianco con un peso che si attesta attorno ai 55-60 grammi.

Oltre a essere una razza ornamentale si presta bene anche per l’allevamento da reddito. È una razza ideale per valorizzare le produzioni di nicchia ed è considerata tra i prodotti agroalimentari tradizionali del Veneto. Essendo una razza che si sposta poco, è idonea anche a essere allevata in ambienti piccoli.
La carne della Padovana è magra, di colore bianco rosato, di sapore estremamente delicato. La pelle è bianca e sottile con scarsi depositi adiposi sottocutanei.

Nel nostro shop online Il Verde Mondo abbiamo pensato a due pollai adatti per le galline Padovana!
Il tetto del pollaio è rivestito completamente con carta bituminata che rende il prodotto completamente antipioggia, adatto per le esigenze di queste simpatiche galline.

 

L’Avicoltura Italiana e la Diminuzione dell’Utilizzo di Antibiotici Animali

L’avicoltura del nostro Paese è riuscita a ridurre in modo significativo l’uso degli antibiotici: dal 2011 al 2019 la flessione è stata dell’87% nel comparto dei polli e del 74% in quello dei tacchini.
Sicurezza, qualità, sostenibilità, benessere animale, riduzione dell’uso degli antibiotici sono tra le principali richieste dei consumatori.

La filiera avicola italiana sta lavorando da anni per la biosicurezza e per piani vaccinali sempre più mirati, riducendo progressivamente l’uso degli antibiotici aumentando e migliorando gli interventi di prevenzione delle patologie.
Nell’avicoltura moderna gli antibiotici vengono impiegati solo in caso di necessità con l’obiettivo di ridurre la resistenza agli antimicrobici.

Nonostante siano in atto una serie di proposte di direttive e regolamenti che riguardano la proibizione dell’uso delle gabbie, il benessere degli animali, il trasporto e l’etichettatura, al consumatore viene presenta un’immagine distorta degli animali negli allevamenti da parte di alcuni canali mediatici.
La disinformazione, legata anche alla presentazione di dati fuorvianti sul consumo di suolo o di acqua, penalizza gli allevamenti, ma anche il cittadino stesso.

La sicurezza dell’avicoltura italiana è garantita da 8000 controlli annui effettuati dal personale del ministero della Salute su altrettante partite di polli, che da anni portano a registrare un livello di residui da antibiotici che tende allo zero.

Oggi l’avicoltura italiana cerca di comunicare la qualità attraverso l’etichettatura volontaria dei prodotti introdotta da un decreto nel 2004 che si basa sulla completa tracciabilità dei lotti di produzione e sulla certificazione rilasciata da un organismo terzo indipendente riconosciuto dal Mipaaf.

Migliorare le condizioni igieniche degli animali in allevamento e migliorare gli interventi di prevenzione delle patologie aiuta a diminuire l’uso degli antibiotici, come ha sottolineato Ferdinando Battistoni, veterinario del Gruppo Amadori, che è riuscito a raggiungere questo obiettivo.
Dal 2011 al 2019 il Gruppo Amadori ha ridotto del 94% l’uso degli antibiotici.

Inoltre, dal 2016 si è limitato l’utilizzo di antibiotici nelle filiere a marchio Coop migliorando lo stato generale di salute degli animali.
Nel caso del pollo da carne parliamo di 20 milioni di animali e di oltre 200 allevamenti tra i migliori fornitori di prodotti avicoli. Lo scorso anno sono stati aumentati gli spazi per animale rispetto a quelli stabiliti per legge ed è stata utilizzata la paglia per favorire comportamenti naturali con l’uso di luce naturale.

Per mantenere in salute l’allevamento vengono utilizzati anche prodotti fitoterapici per il controllo della salute intestinale dei polli, sempre nell’ottica di ridurre l’uso di antibiotici.

L’influenza Aviaria

L’influenza aviaria, chiamata anche peste aviaria, ad oggi è diffusa in molte regioni del mondo.
L’influenza aviaria è causata dal virus dell’influenza A dei sottotipi H5 e H7. Si distingue tra influenza aviaria ad alta patogenicità e a bassa patogenicità.
In seguito a mutazioni, i virus a bassa patogenicità possono trasformarsi in virus ad alta patogenicità. Essendo una zoonosi, l’HPAI può colpire sia l’animale che l’uomo.

La malattia colpisce tutte le specie di uccelli, in particolare polli e tacchini. Nei volatili l’infezione aviaria si manifesta spesso con sintomi evidenti mentre gli uccelli acquatici, come le anatre e le oche, contraggono raramente la malattia e in forma più lieve, ma possono diffondere l’agente patogeno.

Il pollame affetto dall’influenza aviaria ad alta patogenicità manifesta difficoltà di respirazione. Nei polli la malattia causa un calo della produzione di uova e un’elevata mortalità. I gusci delle uova sono più sottili o del tutto assenti. Inoltre, si osservano tumefazioni nella zona del capo e un comportamento letargico.

In presenza di sintomi non chiari ma simili all’influenza aviaria, è fondamentale la consultazione con il Centro di riferimento nazionale per le malattie dei volatili per effettuare un prelievo di campioni al fine di escludere un’infezione da tale virus.

Il contagio del virus dell’influenza A avviene attraverso le vie respiratorie, mediante l’inalazione di goccioline contaminate di provenienza nasale, orale o oculare. La trasmissione può verificarsi anche tramite l’inalazione di polvere contaminata, entrata in contatto con escrementi contenenti l’agente patogeno.
Gli animali giovani sono più predisposti a contrarre il virus.

La malattia è diffusa in tutto il mondo e in Europa si registra periodicamente. In Svizzera dal 1930 non sono più stati rilevati casi di HPAI nei volatili.

Nelle aziende avicole devono essere osservate rigorosamente le misure igieniche per prevenire la diffusione della peste aviaria.  In Svizzera, la Confederazione (l’USAV) ha adottato ulteriori strette circa l’importazione di pollame da paesi in cui è presente l’HPAI, vietandolo. Se necessario, potrebbero anche essere imposte delle restrizioni sullo spazio disponibile per il pascolo avicolo.

Considerato che l’influenza aviaria è un’epizoozia altamente contagiosa, è sottoposta all’obbligo di notifica. In caso di sospetto o comparsa dell’HPAI, è necessario adottare rigide misure contenitive, che consistono nell’abbattimento di tutti i capi degli allevamenti colpiti e nella definizione di zone di protezione e sorveglianza.
Dal 1° gennaio 2010 è prevista la Registrazione degli allevamenti di pollame. Questo obbligo si applica anche all’avicoltura amatoriale.

Tra gli uccelli suscettibili all’infezione ci sono pollame domestico, papere, oche, tacchini, faraone, quaglie e fagiani. L’esordio dell’epidemia avviene di solito fra il pollame domestico e i tacchini. Esiste infatti un ceppo particolare che può colpire anche molto duramente i tacchini, ma non il pollame o altre specie aviarie.
È quindi impossibile fare generalizzazioni sui possibili ospiti del virus HPAI, perché dipende molto dal singolo ceppo.

Il periodo di incubazione può durare solitamente dai 3 ai 7 giorni, a seconda del ceppo, della dose di inoculo, della specie e dell’età dell’uccello.

Nei casi in cui l’influenza aviaria sia dovuta a ceppi particolarmente virulenti o ad alta patogenicità, come nel caso dei virus associati alla peste aviaria, la malattia compare improvvisamente all’interno di uno stormo e molti uccelli muoiono prima di aver mostrato segni come depressione, inappetenza, piume arruffate o febbre.
Può capitare che le galline depongano inizialmente uova dal guscio molle, ma poi smettono definitivamente di deporle. Gli uccelli malati restano fermi in uno stato semi-comatoso, con la testa che tocca per terra. Creste e bargigli sono edematosi e cianotici e possono presentare petecchie o ecchimosi di natura emorragica sulle punte.
Spesso si verifica diarrea acquosa, che rende gli uccelli particolarmente assetati. La respirazione può essere faticosa e le emorragie possono verificarsi a livello delle zone di pelle non coperte da piume.

Fra i galletti, i segni della malattia sono in genere meno evidenti, come depressione grave e inappetenza. La prima anomalia osservata è in genere un netto aumento della mortalità, ma può capitare di osservare anche edema della testa e del collo, oppure segni neurologici come torcicollo e atassia.
Fra i tacchini la malattia è simile a quella delle galline, ma dura due o tre giorni in più e può essere talvolta associata a gonfiore dei seni.

È stato dimostrato che i vaccini sono efficaci nel ridurre la mortalità.
Tuttavia questi vaccini non sono in grado di prevenire l’infezione in tutti i singoli uccelli che, se infettati, possono diffondere il virus tra gli altri.

Gli uccelli che muoiono per un’infezione acuta possono mostrare lesioni grossolane, dovute a disidratazione e congestione di viscere e muscoli. Gli uccelli che invece muoiono dopo un lungo decorso clinico possono avere petecchie ed ecchimosi di natura emorragica in tutto il corpo, specialmente a livello di laringe, trachea, pro-ventricolo, epicardio e superfici sierose adiacenti allo sterno.
L’influenza aviaria è caratterizzata da disturbi vascolari che portano a edema ed emorragie, principalmente a carico di miocardio, milza, polmoni, cervello e bargigli.

Cuccia Coibentata e Riscaldata: l’ideale per i mesi più Freddi

Nei mesi più freddi è indispensabile valutare di avere una cuccia riscaldata per i nostri amici a quattro zampe.

In particolar modo per i cani anziani, malati o in convalescenza, è molto importante garantire loro un ricovero confortevole e caldo, considerando che il loro metabolismo e la loro forma fisica generale non sono più quelle di una volta.
Vale la pena sottolineare che una cuccia ben costruita, terrà già molto bene il calore e renderà più piacevoli i mesi più freddi.
Le caratteristiche principali che la cuccia deve avere a prova di freddo sono:

·        Un isolamento da terra, o meglio, deve essere sopraelevata dal terreno. È sufficiente anche un pallet per fare il modo che non posi direttamente a terra;

·        Dimensioni adatte alla stazza del cane per evitare dispersioni inutili di calore che impedirebbero al cane di riscaldarsi;

·        Pavimento, pareti e tetto coibentati;

·        Porta con chiusura in PVC.

Oltre che a queste caratteristiche per rendere il ricovero ulteriormente caldo potremmo valutare anche di inserire all’interno della cuccia un tappeto riscaldante o una piastra elettrica.
Considerando che spesso i cani tendono a mordicchiare ciò che trovano, per renderlo ulteriormente sicuro, il tappetino è dotato di una bobina di sicurezza in metallo intorno al cavo.
Alcuni proprietari scelgono di posizionare il tappetto riscaldato sotto la cuccia piuttosto che al suo interno. In questo modo non si sviluppa troppo calore ed il pavimento della cuccia non è mai freddo.
Un’altra soluzione da considerare in alternativa al tappeto è una lampada riscaldante in ceramica.

Altri modi per isolare la cuccia includono l’applicazione di sigillante per le crepe utilizzando uno stucco da esterno di alta qualità per colmare le lacune nel materiale e impedire l’ingresso di aria fredda. È inoltre possibile utilizzare un sigillante in silicone per rivestire lo spazio attorno alla porta.

Nello shop online Il Verde Mondo, troverete una vasta gamma di cucce in legno, coibentate e strutturate come box con recinto esterno.
Per quanto riguarda le cucce coibentate, sono realizzate interamente con pannelli isolanti dello spessore di 25 mm.
L’interno è dotato di una comoda e funzionale pedana in legno OSB Canadese da 15mm facilmente estraibile e lavabile per garantire la massima pulizia della cuccia. Il tetto è apribile, mediante una semplice maniglia, per dar la possibilità di rendere semplice l’ispezione interna e la porta d’ingresso è bordata con una lamiera anti-morso ed è accessoriata di una tendina termica che garantirà l’isolamento con l’esterno aumentando il comfort del Vostro cane.