Il Gallo Denizli, il più Famoso al Mondo per il Canto

La razza Denizli è una tra le più note razze da canto al mondo. Gli esemplari di questa specie, infatti, hanno un gorgheggio strascicato che può durare anche fino a 20 secondi.

Hanno origine in una regione della Turchia, tanto da essere raffigurati come statua-emblema ubicata in due famosissime piazze turche: Piazza Deliklicinar e Piazza Demokrasi.
Il rapporto tra questa regione e l’utilizzo del simbolo del gallo risale ad epoche molto antiche, come evidenzia il ritrovamento di una stele raffigurante un combattimento di galli negli scavi di Laodicea di Frigia.

Appartengono a questa categoria del “lungo canto” il gallo canterino del Belgio, il Totenko, il Koeyoshi, il Tomaru e il gallo Bosniaco.
Spesso questi animali vengono fatti gareggiare in festival canori, in cui viene presa in considerazione e premiata, sia la durata che la timbrica del canto stesso.

Oltre che alla particolarità legata al canto, che li contraddistingue dalle altre razze, i galli Denizli, sono famosi anche per la loro forma e colorazione.

Il gallo Denizli è stato riconosciuto come simbolo istituzionale a partire dal 1974, anche se era un’immagine già in uso in stemmi ben più antichi inizialmente di colore rosso e successivamente con sfumature verdi.  

Gli esemplari di questa razza sono simbolo di luce, sole ed illuminazione. Ad un gallo Denizli si ispira anche la statua che l’artista tedesca Katharina Frisch ha realizzato per l’installazione temporanea londinese del 2013 a Trafalgar Square, con l’intenzione di simboleggiare, appunto, rigenerazione, risveglio e forza.

Il riconoscimento della razza Denizli da parte della FIAV risale al 2007, essendo una razza già presente nello standard tedesco, e di conseguenza anche in quello europeo, fu riconosciuta senza l’applicazione dell’iter per le nuove razze.
Da quel momento la razza è giudicata sulla base dello standard seguente.

I – GENERALITÀ
Origine: Turchia
Uovo:
Peso minimo: g. 55
Colore del guscio: da bianco a crema.
Anello:
Gallo: 20
Gallina: 18

II – TIPOLOGIA ED INDIRIZZI PER LA SELEZIONE
Pollo di tipo campagnolo; aspetto fiero ed impettito; posizione del corpo inclinata e portamento verticale della coda. Piumaggio aderente e duro. Esistono anche soggetti con un piccolo ciuffo.

Razza da canto originarie della Turchia. L’origine è attestata fino dal XIII secolo. La durata del canto di oltre 12 secondi è una caratteristica peculiare.
Per la sua conservazione e promozione sono in molti Paesi organizzate gare di canto. La durata e la chiarezza della voce sono fra i criteri di apprezzamento.

III-STANDARD
Aspetto Generale e caratteristiche della razza.

1-FORMA
Tronco: cilindrico; largo e muscoloso; posizione del corpo inclinata. Nella gallina portato più orizzontale e di forma più arrotondata.
Testa: cranio largo.
Becco: possente; di lunghezza media; color corno scuro.
Occhi: profondi; iride bruno scuro; nei soggetti di colorazione chiara con bordo dell’iride leggermente verdastro.
Cresta: di media grandezza; quattro/cinque denti. Nella gallina di media grandezza; dritta, talvolta piegata nella parte posteriore.
Bargigli: di media lunghezza.
Orecchioni: rossi; leggere tracce di bianco ammesse.
Faccia: rossa, con qualche piccola piuma.
Collo: abbastanza lungo; portato dritto; mantellina poco abbondante.
Dorso: di media lunghezza; dritto e leggermente bombato; portato inclinato.
Spalle: un po’ in vista; larghe.
Ali: impiantate alte; portate parallele al dorso; falciformi larghe, ma non troppo numerose.
Coda: portata leggermente alta e aperta con falciformi larghe, ma non troppo numerose. Nella gallina portata chiusa.
Petto: un po’ rilevato e leggermente arrotondato.
Ciuffo: se presente, esso è formato di un piccolo ciuffo di piume dirette verso il dietro.
Gambe: in vista; di una buona lunghezza media; piumaggio molto aderente.
Tarsi: lunghi; forti; grigio scuro fino a nero; i soggetti a piumaggio fortemente disegnato presentano dei tarsi un po’ più chiari, tendenti al verde oliva.
Dita: quattro, ben aperte.
Ventre: mediamente sviluppati.

2-PESI
GALLO kg. 2,5 – 3,00
GALLINA kg. 2,00 – 2,5
Difetti gravi:
Gallo: posizione orizzontale; angolo della coda troppo aperto; spalle troppo strette; dorso troppo corto; tarsi fini, portamento troppo basso; testa stretta; becco fine; cresta piegata; meno di quattro denti; orecchioni bianco puro; piuma bianche o tracce farinose.
Gallina: tipologia diversa di pollo campagnolo; petto piatto; ventre poco sviluppato; troppo bianco negli orecchioni; piume bianche o tracce farinose.

3-PIUMAGGIO
Conformazione: ben aderente al corpo.

IV-COLORAZIONI
Nota: Il Denizli non costituisce una razza selezionata sull’uniformità del colore. La purezza del colore e del disegno hanno un’importanza secondaria. Tuttavia, piuma bianche o forti tracce farinose costituiscono difetto grave.

NERA ORO 
Gallo: Il colore di fondo è nero. Mantellina, sella, copritrici delle ali e dorso disegnate di bruno dorato. Il petto è disegnato di bruno, addirittura interamente bruno nei galli fortemente disegnati o anche quasi nero nei soggetti con poco disegno. Le remiganti secondarie sono da nere fino a grigio con leggera lapissatura.

Gallina: colore di fondo nero con barratura bruna più o meno pronunciata nel mantello. Piumaggio della mantellina più o meno disegnato di bruno dorato con larghe fiamme che vanno al bordo della penna. La dimensione del disegno è priva d’importanza.

NERA ARGENTO
Come la varietà Nera a mantellina Dorata, ma l’argento sostituisce il bruno ed il bruno dorato.

NERA
Piumaggio nero vellutato in entrambi i sessi; la mantellina e le lanceolate della groppa del gallo hanno riflessi verdi e non sono disegnati.

 

Gli Gnu: Storia, Caratteristiche e Curiosità

Gli Gnu, chiamati “Nyumbu” in lingua Swahili, sono degli esemplari di antilopi appartenenti alla famiglia dei Bovidi come bovini, capre e pecore.
Il loro nome viene pronunciato con la “g” gutturale ed imita il verso tipico di questi esemplari. Questa specie include due diverse tipologie di animali, entrambe diffuse nel continente africano: lo gnu bianco e lo gnu striato:

·        Lo gnu bianco è nativo delle parti meridionali del continente, ma è stato cacciato quasi fino all’estinzione nel XIX secolo. Ora è stato reintrodotto, tuttavia, a causa della caccia diffusa, non occupa più l’habitat storico, né effettua migrazioni, essendo in gran parte presente in aziende agricole e riserve protette;

·        Lo gnu striato, invece, è originario dell’Africa orientale e meridionale. Il suo habitat comprende Kenya, Tanzania, Botswana, Zambia, Zimbabwe, Mozambico e Sud Africa.

Entrambe le specie di gnu hanno le corna a punta, ed assomigliano al bestiame degli ungulati grigio-marrone. I maschi sono più grandi delle femmine ed entrambi hanno arti anteriori forti rispetto ai loro posteriori.
Le differenze morfologiche più evidenti tra lo gnu bianco e striato sono la curvatura delle corna ed il colore del manto: nei maschi, lo gnu striato raggiunge i 150 cm di altezza al garrese e pesa circa 250 kg, mentre lo gnu bianco arriva a 111-120 cm e pesa circa 180 kg; mentre nelle femmine, lo gnu striato ha un’altezza al garrese di 135 cm e pesa 180 kg, la femmina dello gnu bianco si avvicina ai 108 cm al garrese e pesa 155 kg.

Le corna dello gnu striato sporgono a lato, curvano verso il basso e poi all’indietro verso l’alto in direzione del cranio, mentre le corna dello gnu bianco curvano prima in avanti verso il basso e poi verso l’alto. Gli gnu striati tendono ad essere di colore grigio scuro con riflessi bluastri; mentre gli gnu bianchi hanno il manto di colore marrone, con una criniera che varia di colore dal crema al nero.

Questi esemplari possono vivere anche oltre 40 anni ma in media la loro vita termina a circa 20/25 anni.

Si nutrono principalmente di erba che trovano nella savana in autonomia per sé stessi e per i cuccioli appena nati.

Non tutti gli gnu sono migratori: infatti gran parte degli animali di questa specie sono stanziali.
Ogni anno, alcune popolazioni dell’Africa orientale di gnu hanno una migrazione apparentemente in concomitanza con lo schema annuale di precipitazioni e crescita dell’erba. La tempistica delle loro migrazioni sia nelle stagioni piovose sia in quelle secche può variare considerevolmente di anno in anno.
Solitamente la migrazione principale avviene nel mese di maggio, quando circa 1,5 milioni di animali si spostano dalle pianure alle foreste, per poi tornare alle pianure nel mese di novembre quando le piogge estive le avranno rese di nuovo verdi.

I fattori che influenzano la migrazione includono l’abbondanza di cibo, la disponibilità di acqua di superficie, i predatori ed il contenuto di fosforo nell’erba: il fosforo è un elemento cruciale per tutte le forme di vita, in particolare per allattamento dei bovidi femminili. Per questo motivo durante la stagione delle piogge, gli gnu selezionano aree di pascolo che contengono livelli particolarmente elevati di fosforo.

Studi recenti hanno dimostrato che una mandria di gnu possiede ciò che è nota come una “swarm intelligence” ossia “intelligenza dello sciame”, per cui gli animali esplorano sistematicamente e superano l’ostacolo con un sistema auto-organizzato, nel quale un’azione complessa deriva da un’intelligenza collettiva.

I principali predatori che si nutrono di gnu sono leoni, iene, ghepardi, leopardi e coccodrilli. Essi, tuttavia, sono molto forti, ed in grado di infliggere danni notevoli anche ad un leone. Gli gnu raggiungono una velocità massima di circa 80 km/h. La tattica difensiva primaria è quella di rimanere in gruppo, dove i giovani animali sono protetti dai più grandi.
In genere, i predatori cercano di isolare un animale giovane o malato ed attaccarlo senza doversi preoccupare della mandria. Per questo gli gnu hanno sviluppato comportamenti cooperativi come il dormire a turno mentre gli altri fanno la guardia contro un ipotetico attacco notturno di predatori.

Questi esemplari sono parte importante dell’ecosistema delle savane. Il loro letame fertilizza la terra e la crescita delle erbe viene favorita dal calpestio e dal continuo taglio a scopo alimentare. Ciò contribuisce a facilitare la migrazione di altri erbivori più piccoli, come le gazzelle di Thomson, che mangiano l’erba nuova spuntata col foraggiamento degli gnu.

 

 

Il Gatto d’Angora

Il gatto d’Angora è originario della città di Ankara, in Turchia.
È un piccolo felino di razza caratterizzato da eccezionale eleganza, dal pelo lungo e sericeo, e da un carattere molto vivace, comunicativo e socievole.

Le origini del gatto d’Angora sono molto antiche infatti risalgono al XV secolo quando il governo turco proclamò la variante bianca tesoro nazionale e iniziò un programma di protezione e allevamento presso gli zoo di Ankara, Smirne e Istanbul.
L’angora è un gatto di media grandezza, le femmine variano tra i 3kg e i 4 kg di peso, mentre i maschi non superano i 4,5–5 kg.
La struttura del corpo è leggera ed elegante, seppur muscolosa, con zampe affusolate e coda molto lunga. In particolare, le zampe anteriori sono leggermente più corte delle posteriori e le spalle e le anche hanno la stessa larghezza. Le zampe sono piccole e rotonde mentre la testa è affusolata e lunga.
Il pelo dell’angora è serico, sottilissimo e assolutamente privo di sottopelo. È medio sul corpo e si allunga sulla gorgiera, sulla coda e sui calzoncini.
Questi gatti non hanno il mantello definitivo fino all’anno di età e vi è molta differenza tra la livrea invernale e quella estiva.

Il colore dell’angora è oggetto di molte discussioni. In Italia ed in Europa, oggi ci sono club indipendenti che, al contrario degli affilati FIFE, ammettono i soggetti colorati.

Gli esemplari di questa specie amano le novità e le avventure. La loro curiosità e voglia di vivere li rendono i compagni ideali dei bambini, per i quali mostrano una predilezione tutta particolare.
Questi gatti sono molto intelligenti ed addestrabili. Spesso, si dimostrano grandi campioni in cat-agility. È molto difficile, invece, che si facciano sopraffare dall’aggressività, anche nelle situazioni più critiche.

Benché sia un gatto vivace, l’angora turco si adatta benissimo alla vita d’appartamento e alla convivenza con altri animali. D’altra parte, non si sente molto a suo agio con periodi prolungati di solitudine, anzi soffre di ansia e stress da abbandono.
Questi gatti sono adatti a persone che cercano, più che un animale da compagnia, un compagno di vita, con cui condividere la quotidianità, le attività, gli amici e le grandi scoperte.

L’angora turco può tendere ad ingrassare, occorre quindi fare un po’ attenzione con le razioni di cibo. In linea generale è bene lasciargli sempre a disposizione una ciotola di acqua fresca, e dei croccantini. Una volta al giorno occorre integrare con del cibo umido a base di carne o pesce.

Essi sono purtroppo soggetti a diverse patologie gravi. La più diffusa è la cardiomiopatia ipertrofica, un problema cardiaco che può portarli alla morte, ma che può essere diagnosticata tramite un’ecocardiografia a cadenza annuale. L’altra è l’atassia genetica, che si sviluppa nei cuccioli entro il terzo mese di vita.
Legata al colore bianco, vi sono invece la sordità ereditaria, per cui esistono test e protocolli di cura affidabili, e il complesso del granuloma eosinofilo, una malattia dermatologica

Dalla Famiglia dei Lama: Gli Alpaca

L’alpaca è un camelide originario del Sud America, appartenente alla famiglia del lama.
Sin dall’antichità, circa 4000 anni fa, questi esemplari venivano allevati dagli Inca come animali domestici per la loro lana, il pellame e la carne.
Queste tribù li soprannominavano “l’oro delle Ande” e la loro pregiatissima fibra veniva definita “la lana degli dèi”.
All’epoca, solamente l’imperatore, la sua famiglia e i membri più importanti della corte potevano indossare capi realizzati in fibra di alpaca.

Gli Inca conducevano scambi commerciali e baratti usando manufatti in alpaca e la ricchezza di una persona veniva giudicata in base a quanti alpaca si possedevano. Con la conquista spagnola avvenuta nel XVI secolo, in Peru, 10 milioni di abitanti indigeni vennero sterminati e gli alpaca rischiarono l’estinzione.
Fu così che per salvarli, i peruviani trasferirono i capi ad altitudini estremamente più elevate, dove le pecore non potevano vivere, abituando così gli alpaca al clima delle Ande Peruviane, sopportando temperature rigide di notte e calde di giorno, con un tasso di ossigeno ridotto.

A seguito della distruzione dell’Impero Inca, le antiche tradizioni di allevamento degli alpaca vennero perdute, con conseguente difficoltà ad ottenere una fibra di buona qualità.
Solo recentemente, nella seconda metà del 1900, ci fu una riscoperta di questa fibra e i governi di Peru, Cile Bolivia imposero l’alpaca come lana di lusso acconsentendo ad abbassare le restrizioni relative all’esportazione di alpaca nel mondo.
Vennero esportati alpaca in Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Canada e gli allevatori di queste nazioni iniziarono ad investire su questi animali e sulla produzione di una fibra di alta qualità.

In Peru negli ultimi decenni è nata un’industria tessile fiorente che cerca di soddisfare la crescente domanda mondiale di fibra e prodotti in alpaca.

L’alpaca generalmente non supera i 90 cm di altezza al garrese e i 75 kg di peso.
Il loro aspetto ricorda una pecora, anche se rispetto ad essa hanno dimensioni maggiori con collo e zampe molto lunghe.
Gli esemplari di questa specie sono ruminanti e come tutti i camelidi possiedono tre stomaci per la digestione della fibra.
In media ogni animale mangia circa un chilogrammo di vegetali al giorno e non necessita di bere molta acqua.
Esistono due razze di alpaca: la razza Huacaya e la razza Suri, rappresentando quest’ultima solo il 10% della popolazione degli alpaca nel mondo.
Le femmine danno alla luce un solo piccolo all’anno perché il loro periodo di gestazione è di circa 11 mesi e mezzo.

Oggi, l’allevamento di alpaca si sta rapidamente diffondendo in tutto il mondo, poiché sempre più persone, in numerosi paesi riconoscono il potenziale di questo affascinante animale.
L’Australia è riuscita a creare una fiorente industria degli alpaca, così come gli Stati Uniti.
I programmi di allevamento applicati in questi nuovi paesi che hanno una lunga storia di sviluppo agricolo controllato sono molto più sofisticati della maggior parte delle pratiche dei paesi di origine di questi animali.
La tenuta dei registri è meticolosa e viene scrupolosamente monitorata la genetica di tutti gli animali; le pratiche veterinarie sono fortemente coinvolte nella salute e nel benessere degli animali e la scienza è stata applicata allo sviluppo degli alpaca.
In Italia, l’alpaca si presta ad essere utilizzata come animale da passeggio o per l’alpaca-terapia, trovando impiego con bambini, malati e anziani.

 

 

 

 

 

 

Il Re dei Terrier: L’Airedale Terrier

L’Airedale Terrier viene soprannominato “King of Terriers”, il Re dei Terrier.

Questo esemplare è nato dall’incrocio tra la razza Black and Tan Terrier, e l’Otterhound. Alcuni esperti ritengono che i suoi antenati siano degli esemplari di  Basenji, un cane africano giunto in Inghilterra durante le varie operazioni commerciali. Questo terrier venne impiegato inizialmente per le sue doti di abile cacciatore di lontre. Ben presto però si mise in mostra contro predatori ben più grandi, quali gli orsi o i cinghiali.
Qualche decennio più tardi l’esercito inglese lo arruolò, riconoscendone le particolari doti utili per ritrovare i corpi o fungere da ausiliario nelle varie operazioni di soccorso.
Lo standard della razza venne definito dal Kennel Club di Londra oltre un secolo fa, precisamente nel 1886. Da allora questo cane continua ad essere apprezzato, seppure i cambiamenti storici ed evolutivi ne hanno modificato in parte l’indole.

Il nome Airedale proviene dall’omonima vallata situata nella regione dello Yorkshire, in Inghilterra settentrionale, patria natia di questa razza.
Si tratta di un cane adatto a chi cerca un animale in grado di fare la guardia, ubbidiente, affettuoso e leale. 

L’Airedale terrier è un cane di taglia media, ben proporzionato, con la testa particolarmente lunga e piatta e il collo muscoloso. I maschi sono alti 58-61 cm, le femmine 56-59 cm.
Il corpo è muscoloso e snello, la coda ha l’attaccatura alta.
Il pelo è folto e duro, si presenta piuttosto ruvido al tatto e ricopre l’intera corporatura, compresi gli arti. Il sottopelo si caratterizza invece per essere più morbido. Il mantello è interamente color fuoco, più scuro a livello delle orecchie e con la sella tipicamente nera.

Gli esemplari di questa razza abbaiano raramente e possiedono un olfatto e una vista ben sviluppati.

Oggi viene per lo più impiegato come cane da guardia, mostrando di saper difendere egregiamente il suo territorio. Ama essere libero, dunque, ne risentirà sicuramente se costretto alla vita da appartamento: questa è una razza che ha bisogno di muoversi e stare a contatto con la natura.

Educare un cane di questo tipo significa far capire sin da subito chi è il vero padrone. Prima dei 15 mesi difficilmente riuscirete ad ottenere qualcosa da lui, sviluppando con tempi molto lunghi.

La durata media della vita è di 12 anni. Necessita di una buona toelettatura del pelo almeno due volte all’anno. In questo caso si utilizza la tecnica dello stripping: il pelo viene strappato e non tagliato. Spazzolarlo regolarmente manterrà il mantello in salute e gradevole dal punto di vista estetico.

 

Come sollevare da Terra un Coniglio

I conigli, di natura, pongono spesso resistenza ad essere sollevati e spostati.
Se percepiscono un potenziale pericolo, infatti, reagiscono scappando e nascondendosi, anche dal padrone.
Solitamente, quando vengono presi iniziano a scalciare, a dimenarsi e a volte a lanciarsi nel vuoto, lottando per la loro libertà.

Considerando questo loro aspetto caratteriale, è bene insegnare loro ad accettare questa cosa senza spaventarsi ed impaurirsi inutilmente.
Il primo passo è quello di utilizzare una piccola area con accesso dall’alto, come ad esempio una gabbia o un trasportino che si aprono dalla parte superiore, un recinto o una piccola stanza senza nascondigli.
È invece più difficile utilizzare una gabbia o un trasportino con porta che si apre lateralmente, oppure una stanza con dei mobili sotto i quali il coniglio può nascondersi.
I conigli sono bravi ad opporsi e alcuni attaccano se messi all’angolo.
Se riescono a nascondersi sotto un mobile o un qualsiasi altro riparo, la tecnica migliore per prenderli è da dietro: accarezzandoli andranno poi girati in modo che il loro sedere sia rivolto verso la porta che devono attraversare. Successivamente va messa una mano sotto il loro torace per impedire che vadano in avanti e, con l’altra mano si sposta la loro estremità posteriore verso di noi. Una volta che le zampe posteriori sono uscite, la parte difficile è finita. Ora che il coniglio è fuori, è ora di sollevarlo.

La cosa che non bisogna mai fare è quella di afferrarli e sollevarli di peso per le orecchie, questo perché provoca dolore nell’animale, in più c’è il rischio di creare loro lesioni alla testa, al padiglione auricolare e alla spina dorsale.

Per chi dovesse trovarsi ad allevare questi animali in una conigliera una cosa importante da considerare è iniziare a maneggiare il coniglio fin da cucciolo per fare in modo che inizi a fidarsi del padrone il prima possibile.
Una corretta manipolazione prevede che lo si sollevi prendendo la pelle della collottola o del dorso con una mano e sostenendo con l’altra il peso del peso del corpo sull’addome o sul posteriore. Per rendere questa operazione meno invasiva è consigliabile coprirgli gli occhi con una mano o con il braccio.

La cosa più importante da tenere a mente quando si maneggiano questi animali è quella di farli sentire protetti e sicuri. A questo scopo la manipolazione si deve svolgere in silenzio, in modo tranquillo e deciso in modo da evitare gesti bruschi da parte del coniglio.

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Tacchino dei Colli Euganei: due Specie a Confronto

Tra le tante razze di tacchino che popolano e che hanno popolato la nostra penisola, il Tacchino Bronzato dei Colli Euganei sta sempre più facendo parlare di sé tra gli avicoltori amatoriali.
È una razza rustica di origine veneta, più precisamente della zona dei colli euganei, da cui prende appunto il nome.

Il Tacchino Bronzato dei Colli Euganei è un tacchino di piccole dimensioni, con maschi che raggiungono i 5 Kg e femmine che pesano tra i 2,5kg e i 3Kg.
Sono in genere animali molto rustici, adatti ad un allevamento di tipo estensivo, ottimi pascolatori. Le femmine hanno uno spiccato istinto alla cova, e le piccole dimensioni le rendono ottime covatrici di uova di gallina.

Il Tacchino Bronzato Comune invece, ha una mole più grande: i maschi possono arrivare a pesare anche fino a 7 kg, mentre il peso delle femmine oscilla tra i 3kg ai 3,5kg. Le due razze hanno in comune il colore della livrea, bronzata appunto, ma nel tacchino dei colli euganei sono presenti riflessi metallici più accentuati, come anche nelle femmine, dal piumaggio molto ricco di riflessi.

Il capo è di media grandezza e nei maschi è privo di piume. Il becco è corto e forte, motivo per il quale sono ritenuti ottimi procacciatori di cibo durante il pascolo.
Hanno una corporatura di forma cilindrica, dal dorso ampio e allungato verso la groppa e una coda lunga portata chiusa, come le ali, portate aderenti al corpo. 
Il petto è largo e muscoloso. I maschi hanno un ciuffo di setole dure e nere, nascoste sotto al piumaggio, nel caso degli esemplari più giovani, e invece meno sviluppate nelle femmine, ma in entrambi i sessi, sono segno di buona salute e vitalità.
La colorazione dei tarsi è quasi nera, molto scura. Sono piuttosto corti e dotati di quattro dita. Nei maschi è presente anche uno sperone, molto più sviluppato in età adulta. La colorazione della pelle invece, va dal bianco al giallo aranciato, di consistenza piuttosto sottile e morbida.

Raggiungono la maturità sessuale in entrambe i sessi intorno ai 6-7 mesi. Le femmine depongono uova di una colorazione che va dall’avorio al rosato, leggermente puntellate di marrone, e dopo circa un mese si potrà assistere alla loro schiusa.

Negli scorsi anni la FIAV ha inserito la razza nel proprio standard, specificando che il colore della pelle di questi animali deve essere giallo. La cosa però va contro a una serie di testimonianze che vedono la pelle di questi animali di colore bianco.
Da alcuni anni i giudici dell’Entente Européenne d’Aviculture hanno notato ed ammirato le caratteristiche di questa popolazione di tacchini di piccola taglia, diffusa appunto in Veneto, caratterizzata spesso da pelle di colore giallo, a volte giallo paglierino intenso.

A Camponogara, sita tra Padova e Venezia, erano allevati tacchini bronzati di piccola mole, dalle caratteristiche analoghe a quelle dei Bronzati Euganei. Le testimonianze dei contadini e degli agricoltori locali affermano che, sebbene il colore della pelle non fosse fatto oggetto di selezione, erano spesso preferiti capi a pelle gialla, anche se animali a pelle bianca pare non fossero infrequenti.

 

Il Cane di Razza Maltese

Il cane maltese è di origine mediterranea. È un esemplare apprezzato fin dall’epoca romana, in cui veniva addomesticato nelle case nobili per la sua bellezza ed intelligenza.

La prima esposizione a cui questo cane partecipò fu nel 1862 in Gran Bretagna.
In passato fu utilizzato sulle navi e nei porti come cacciatore di piccoli animali roditori ed è noto anche per essere stato uno degli animali da compagnia più fedeli durante la corte di Luigi XIV, quando le nobildonne di Versailles li nascondevano nelle lunghe maniche per averli sempre accanto.

Il Maltese è esclusivamente di colore bianco e con un pelo molto folto. Gli occhi sono tondi di media grandezza e un po’ più piccoli del naso, le orecchie sono simili a un triangolo al contrario. Le zampe sono medie, e la coda forma un’unica grande curva, la cui punta ricade fra le anche toccando la groppa spesso arrotondata in avanti.

Non esistono taglie diverse ma un unico standard riconosciuto, tuttavia la dimensione e la corporatura possono oscillare naturalmente tra circa 3 kg e 4-5 kg, soprannominandoli “maltesi toy” o “nani”. In realtà si tratta semplicemente di maltesi di piccole dimensioni.

Nelle esposizioni di un tempo, i Maltesi venivano suddivisi per taglia: sotto 2 kg piccola mole e sopra sino ai 5 kg grande mole. Successivamente la misura cambiò da 21 a 25 cm per il maschio, e da 20 a 23 cm al garrese la femmina, e non si fece più riferimento al peso.

Il temperamento del Maltese è in generale molto allegro ma anche placido, reattivo, gentile, accomodante ed attivo ed è un ottimo cane da compagnia. Si affeziona molto alla persona che ha scelto come padrone e cerca di stargli sempre vicino, anche dotato di grande capacità di apprendimento, molto attento; inoltre queste sue caratteristiche lo rendono un ottimo cane da guardia che avverte anche il minimo rumore. Raramente ha la tendenza a mordere, e il suo carattere è socievole sia con persone estranee che altri animali. Inoltre, è forte e robusto anche se all’apparenza può sembrare fragile.

Il Maltese i primi trenta giorni viene nutrito esclusivamente dal latte materno della mamma, e solo successivamente cambierà alimenti. Si deve tenere conto del fatto che comunque un cambiamento nell’alimentazione produce effetti sull’intestino quindi se viene fatto improvvisamente potrebbe causare diarrea, abbastanza grave per i cuccioli.
Dovrà abituarsi a mangiare crocchette specifiche bagnate in acqua molto calda e poi schiacciate della consistenza di una pappina morbida e quasi liquida così che i cuccioli possano iniziare a mangiarla leccandola dalla ciotola, le crocchette sono preferibili bagnate perché non avendo ancora i denti potrebbero ingoiarle intere e velocemente.
È consigliabile dare le crocchette per cuccioli bagnate fino a passare a darle secche verso i 3 mesi.

Nel maltese, come in tutti i cani con mantello bianco, è possibile che il dotto lacrimale non riesca a smaltire tutti i liquidi che fuoriescono e che finiscono col macchiare il pelo di rosso e spesso succede perché il dotto lacrimale è infiammato e quindi ostruito e la causa può essere di origine alimentare, in quel caso si passa a crocchette a base di pesce, e quindi pesce e riso, pesce e patate con proteine e grassi in minor quantità e soprattutto di più facile digeribilità.

Il pelo non subisce la muta primaverile e autunnale, quindi si presenta sempre molto abbondante e necessita di quotidiane spazzolature.

 

La Gallina Ameraucana: Origini, Curiosità e Caratteristiche

La Gallina Ameraucana è stata creata negli Stati Uniti intorno al 1970. Discende dai polli portati dall’America del Sud, principalmente di razza Araucana, che deponevano uova dal guscio blu.
La Ameraucana è stata allevata nel corso degli anni in modo da poter mantenere la caratteristica delle uova blu, ed in modo da eliminare il difetto della coda corta della gallina Araucana. In questo modo le galline di questa specie hanno un tasso di fertilità molto più elevato rispetto a quello delle loro discendenti, e depongono uova di colore blu pastello. Rispetto alle galline Araucana, inoltre, le Ameraucana sono più grandi, e pesano generalmente un chilo in più. Un’affinità all’Araucana si trova nel colore, che presenta tonalità che spaziano dal nero al bianco, passando per l’argento il blu ed il marrone.
Inoltre, un altro elemento di similitudine con i loro predecessori si trova nei bargigli, che sono piccoli e di colore rosso, oppure assenti.
Il colore delle zampe invece è generalmente di un blu leggero, tranne negli esemplari di colore nero, che hanno zampe più scure.
La prima cosa da fare per cominciare un allevamento di Ameraucana, è controllare che gli esemplari scelti abbiano i tratti conformi allo standard della razza. Dopo, fatto ciò, è raccomandabile lasciare circa dalle 8 alle 12 galline per ogni gallo ed assicurarsi che quest’ultimo abbia compiuto i vari rituali di accoppiamento e che abbia cominciato a fecondare le uova.
L’Ameraucana femmina comincia a deporre uova all’età di 6 mesi. Il gallo invece, raggiunge la propria maturità sessuale dopo circa 4-5 mesi.

Questa razza è classificata in otto specie in base al colore del piumaggio. La caratteristica principale di questo pollame è la presenza di basette pronunciate che nascondono una piccola testa.

I tratti caratteristici dell’Ameraucana sono occhi rosso o rosso scuro, lobi rossi e allungati, grande becco ricurvo, grandi ali che permettono all’uccello di volare e zampe di media lunghezza, con una regolazione ampia.

I galli di questa razza si distinguono per il comportamento aggressivo, che mostra il proprio carattere in relazione ai proprietari e ai polli. Pertanto, si consiglia di tenere i maschi in recinti separati. Questo uccello è caratterizzato dalla curiosità, in relazione alla quale le femmine sono costantemente in movimento, alla ricerca di qualcosa di interessante.

La razza Ameraucana è allevata anche per produrre carne dal sapore insolito e uova luminose, che sono molto richieste. I polli di questa razza “non amano” schiudere i pulcini. In un anno, le femmine adulte sono in grado di deporre fino a 210-250 uova, il cui peso è, in media, di 65 grammi.

Il Particolare Asino Bianco dell’Asinara

L’asino bianco è un esemplare di dimensioni ridotte che nei soggetti adulti è di circa 1mt al garrese. Si presentano con una testa quadrangolare con profilo rettilineo, collo corto, arti robusti, piede bianco, piccolo e poco resistente.

L’origine di questi animali non è stata ancora definita con certezza: forse si tratta di esemplari che derivano da asini bianchi importati dall’Egitto nel secolo scorso dal Marchese di Mores Duca dell’Asinara; una leggenda più suggestiva li vede approdare sull’isola a seguito del naufragio di un vascello diretto verso la Francia. Tuttavia l’ipotesi più probabile sembrerebbe quella di un’origine autoctona, secondo la quale gli asini bianchi deriverebbero da quelli grigi per comparsa del carattere dell’albinismo.

L’originalità dell’animale è dovuta al caratteristico fenotipo che si manifesta con colorazione bianca del mantello, colore rosa della pelle e parziale pigmentazione dell’iride, di colore rosa-celeste.
Con il termine albinismo si definisce un’alterazione ereditaria del metabolismo della melanina caratterizzata dalla diminuzione o assenza di tale pigmento nelle zone in cui esso è normalmente presente. Si tratta di un difetto enzimatico determinato geneticamente che provoca un blocco della biosintesi della melanina da parte dei melanociti, peraltro presenti in numero normale.
Durante la crescita i peli da un colore bianco-lucente e aspetto cotonoso nei primi mesi di vita, tendono ad un colore bianco-opaco di consistenza setolosa.

L’isola dell’Asinara, con il suo Parco nazionale, conosce tanti elementi unici e inconfondibili. Il simbolo dell’isola dell’Asinara è sicuramente l’asinello bianco, mansueto asino dal pelo chiarissimo che pascola nella macchia mediterranea che contraddistingue l’isola.
L’asinello bianco dell’Asinara vive allo stato brado nel Parco Nazionale dell’Asinara, e di certo non si può confondere con i normali asini che si incontrano in Sardegna, in Italia o nel resto del mondo. Abbiamo infatti a che fare con un asino delle grandezze simili a quello sardo, e quindi non eccessive: al garrese l’asino bianco dell’Asinara non raggiunge il metro. La testa è grande e di forma quadrangolare, mentre invece le orecchie, se confrontate con quelle degli asini normali, risultano piuttosto corte. Il collo è breve e non troppo grosso, ed è reso elegante da una bella criniera di lunghezza media.

L’asino bianco vive tra i cespugli, i pascoli e le rocce dell’Asinara da secoli. Sono dunque da ritenere come leggende le storie che fanno originare gli asinelli dell’Asinara da un naufragio di un vascello egiziano diretto verso i porti francesi. Si tratta, più semplicemente, dei pronipoti degli asini grigi un tempo allevati dagli isolani, nei quali avrebbe prevalso il gene dell’albinismo.

Differentemente dalle altre specie, non si riuniscono in branchi fissi ma vivono solitari, in gruppi misti di maschi e femmine.