Articolo scritto il 14 Luglio 2022 da Animalissimo Staff

I Porcellini D’India

Il porcellino d’India prende anche il nome di Cavia Domestica ed è originario del Sudamerica.
La cavia è stata addomesticata per la prima volta intorno al 5000 a.C. dai pastori delle tribù che vivevano sulle Ande.
Per le popolazioni locali, che si nutrivano prevalentemente di vegetali, essa rappresentava da una parte un animale domestico e dall’altra una fonte di cibo. Inoltre, si riteneva che le cavie avessero il potere di fare uscire gli spiriti maligni dalle persone malate, nel corso di tradizionali rituali di guarigione.
Negli anni successivi, i commercianti olandesi e inglesi portarono le cavie in Europa, dove divennero rapidamente popolari come animali domestici esotici.

L’origine del nome “porcellino” non è molto chiara. Alcuni credono che ciò sia dovuto al verso che le cavie fanno, molto simile a quello dei maiali. Si può anche pensare che il nome derivi dalla loro costituzione fisica, che li rende simili a dei maiali in miniatura: una testa molto grande in confronto al resto del corpo, un collo robusto, l’assenza di coda e la grande voracità.

Le cavie sono animali di media taglia nell’ordine dei roditori, dal momento che i maschi arrivano ad un peso 1250 g e misurano 20 cm. Vivono in media tra i quattro e gli otto anni. Si tratta di animali sociali, che vivono in piccoli gruppi composti di femmine, maschi e piccoli appena nati.
Nel loro stato selvatico, le cavie vivono in regioni pianeggianti ricche d’erba, occupando una nicchia ecologica molto simile a quella del comune bestiame. Si muovono in piccoli gruppi, nutrendosi di erba e di altri piccoli arbusti. Sono animali che prediligono il crepuscolo: le maggiori ore di attività, infatti, corrispondono all’alba ed al tramonto, quando cala il rischio di essere individuati dai predatori.
Se si trovano in pericolo, sono in grado di correre a velocità sorprendenti. Le cavie domestiche, invece, hanno sviluppato diversi ritmi di vita: hanno lunghi periodi di attività durante tutte le 24 ore del giorno, intervallati da periodi più brevi di sonno.

A differenza di altri roditori come i topi, i ratti o gli scoiattoli, le cavie non sono comunque molto atletiche. Il loro habitat originario, infatti, non ha richiesto particolari abilità motorie come l’arrampicarsi sugli alberi o il salto nel vuoto tipici degli scoiattoli. In ogni caso le cavie possono saltare piccoli ostacoli con facilità.
La gestazione dura tra i 63 e i 72 giorni, che è un periodo relativamente lungo per un animale così piccolo. I cuccioli, d’altra parte, nascono già ben formati con pelo, denti, artigli e vista sviluppata. La cucciolata è composta tipicamente di due o tre piccoli, anche se può contare anche oltre otto cuccioli. Le cucciolate più ristrette possono generare alcuni problemi durante il parto, dal momento che i feti, pochi, sono molto più grandi del normale. Spesso quasi la metà degli animali nati da cucciolate numerose possono andare incontro a morte precoce, poiché la madre non è in grado di prestare a tutti i cuccioli le cure necessarie in tempo utile. Anche quando ne sopravvive un grande numero, in ogni caso, nei giorni successivi sono destinati a morire uno o due dei cuccioli più deboli, poiché la madre non è in grado di prendersi cura di tutta la cucciolata.
I cuccioli hanno buone capacità motorie sin dalla nascita e, dopo circa una settimana, iniziano ad esplorare l’ambiente esterno. Dopo un paio di giorni, i cuccioli iniziano a nutrirsi di alimenti solidi, pur continuando ad alimentarsi anche con latte materno. I maschi iniziano a mostrare interesse per le femmine intorno alla seconda o terza settimana di vita, ma sono fertili a circa due mesi.

La cavia è nell’immaginario collettivo di alcune lingue l’animale di laboratorio per antonomasia. Questa idea persiste nonostante oggi l’utilizzo della cavia nelle moderne ricerche scientifiche sia molto ridotto. Nel passato, infatti, le cavie sono state usate per isolare numerosi batteri, ma nei laboratori moderni sono state sostituite da topi e ratti, che hanno diverse qualità relative all’efficienza, tra cui ciclo vitale, tempi di gestazione e maturazione più brevi, e relative alla maggiore e più diffusa esperienza nell’ingegnerizzazione genetica degli organismi.

Prendersi cura di un porcellino d’India non è molto semplice. Essi, infatti, tendono a produrre molti rifiuti, motivo per cui è fondamentale tenere costantemente pulito il loro ambiente, anche con detergenti naturali a base di acqua e aceto. Inoltre, essendo un po’ paurosi e diffidenti, non sempre apprezzano le coccole e gli abbracci, ed è giusto rispettare le loro esigenze, a dispetto dei nostri desideri.
Altra cosa importante è la cura delle unghie, che crescono velocemente e vanno tagliate regolarmente. Ulteriore aspetto da non sottovalutare è il loro bisogno di costante compagnia, dato che soffrono facilmente di solitudine. Per ovviare al problema, l’ideale è adottarne due anziché uno.

Per quanto riguarda la gabbia, preferite modelli di dimensioni adeguate provvisti di igloo, porte e aree dedicate al gioco. La gabbia è un luogo di riparo utile per il porcellino d’India ma è importante anche farlo uscire durante la giornata, tenendolo libero almeno per qualche ora. 

Verdure fresche, frutta ricca di vitamina C, di cui hanno carenza, fieno fresco, pellet per cavie di qualità, sono i cibi più indicati per il porcellino d’India.
Con la frutta, però, attenzione a non esagerare mentre con le verdure, dai broccoli ai peperoni, dal radicchio all’insalata possono essere loro somministrati abbondantemente.

 

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