Alcuni tra i più diffusi Problemi Comportamentali delle Vostre galline

L’allevamento avicolo è un’attività che richiede cure quotidiane e particolare attenzione nei dettagli.

Uno dei segreti per un buon allevamento è lo sviluppo della capacità di riconoscere i segnali problematici in modo da poterli risolvere il prima possibile.
Questo, però, implica la necessità di imparare a conoscere i normali comportamenti delle galline in modo da essere consapevoli dei cambiamenti.

I polli sono animali molto abitudinari e dunque bruschi cambiamenti comportamentali hanno sempre una giusta causa: sviluppando la capacità di individuare queste deviazioni e identificando le cause più probabili, diventerete degli allevatori avicoli esperti!

Tra i problemi comportamentali più diffusi troviamo:

1)     Non riesco a prendere le mie galline per portarle nel pollaio

Esistono due ragioni fondamentali legate a questo problema: una scarsa tecnica da parte dell’allevatore e una mancanza di abitudine degli avicoli ad essere dominati e maneggiati.

E’ essenziale che riusciate a prendere, tenere e controllare le galline: si tratta di un compito da effettuare con una certa regolarità per poterne valutare la loro salute generale individuando eventuali anomalie.
Effettivamente questa “maneggiabilità” è condizionata dal temperamento di ogni animale come ad esempio le razze avicole leggere che sono molto più nervose e intrattabili rispetto alle razze più pesanti e gli ibridi.

La cosa più importante è quella di abituare le galline fin da piccole ad essere toccate.

L’approccio più semplice è quello di prendere i volatili dall’interno del pollaio mentre dormono di notte ma se per caso ci fosse la necessità di compiere questa manovra di giorno consigliamo di muoversi lentamente senza spaventarli e appena vi troverete vicini all’animale di azionare una presa decisa e sicura mettendo una mano sul dorso della gallina e l’altra sul fondo per sollevarla ed avvicinarla a voi.

2)     Il gallo è molto aggressivo

Il comportamento litigioso e aggressivo nei maschi può essere legato alla loro razza ma anche ad un determinato periodo stagionale.

I galli di natura si presentano molto più aggressivi delle galline e spesso questo loro comportamento si verifica nella stagione dell’accoppiamento.

Questa aggressività si manifesta raramente come violenza nei confronti delle galline, ma è quasi sempre rivolta all’allevatore o a chiunque altro decida di avvicinarsi troppo alla loro area.

Per chi alleva i volatili nell’ambiente famigliare con bambini piccoli che amano il contatto diretto con gli animali questo potrebbe essere un problema da non sottovalutare. Sarà quindi utile separare i galli quando saranno maturi per evitare indesiderati scontri.

3)     Una gallina è stata attaccata dalle altre

I polli sono attirati dalla vista del sangue e in molte occasioni anche le galline potrebbero trasformarsi in delle vere e proprie aggreditrici.

Degli attacchi occasionali, stabiliti in base all’ordine di beccata all’interno del gruppo, non sono da considerarsi preoccupanti a meno che non ci sia la comparsa di sangue: un volatile ferito fino alla lacerazione della pelle, verrà sicuramente aggredito dagli altri compagni senza alcuna pietà.

Qualsiasi avicolo ferito dovrà essere separato dal resto degli altri animali e isolato per ragioni di sicurezza e di cure immediate. 
Questi attacchi immotivati potrebbero essere causati da un esagerato sovraffollamento, dalla noia degli animali, dalla mancanza di cibo e da un ambiente per loro poco stimolante. Per cercare di evitare questi comportamenti è bene fornire loro del mangime ricco di tutte le proprietà necessarie, aggiungendo anche eventuali integratori ad hoc e, per ridurre la noia, appendendo degli ortaggi freschi nel recinto all’altezza della testa dei volatili che si divertiranno a beccare e raspare.

Come gestire i pulcini durante le prime settimane di vita

Il tempo trascorso ad osservare le galline non è mai sprecato, indipendentemente dalla loro età.
L’abitudine di farlo nei primi mesi di vita è fondamentale: si può capire moltissimo sullo sviluppo dei pulcini anche solo osservando il loro comportamento.

I pulcini sono animali vulnerabili nelle prime settimane di vita ed è quindi molto importante garantire loro un ambiente sicuro, pulito e comodo nel quale poter crescere e svilupparsi.

Il tipo di allevatrice scelta sarà importante in quanto come per la fase di incubazione, la temperatura è un fattore fondamentale nella crescita dei piccoli nati.

Non esistono linee guida specifiche sulla capacità delle allevatrici rispetto al numero di piccoli ma è comunque necessario considerare di dover evitare il sovraffollamento dando modo ai pulcini di muoversi, nutrirsi e bere con facilità.
Una pulcinaia efficace può essere realizzata con una scatola di cartone resistente o con una buona struttura di legno. Nella maggior parte dei casi, gli allevatori utilizzano un contenitore aperto per i pulcini appena nati, utilizzando una rete di copertura per evitare la fuga o l’ingresso di eventuali predatori. Gli allevatori che incubano per hobby o quelli alle prime armi possono avvalersi di pulcinaie apposite che possono trovare all’interno del sito IlVerdeMondo.

Un aspetto fondamentale da rispettare è il mantenimento della giusta temperatura all’interno dell’allevatrice tramite l’utilizzo di una fonte di riscaldamento.
La scelta più frequente è quella di utilizzare una lampada riscaldante a infrarossi o una lampada opaca a calore che non emana luce chiamata chioccia artificiale.
Questo consentirà all’allevatore di creare una sorte di schema naturale di luce diurna e notturna, utile per la crescita e per lo sviluppo dei neo-nati.

Tutti i pulcini, fin dal primo giorno di vita, hanno bisogno di una fonte di calore ben regolata per sopravvivere. L’unico modo per capire se i piccoli sono soddisfatti dell’ambiente è osservare come sono disposti.
Se un giorno li troverete rannicchiati sotto alla fonte di calore, significherà che hanno freddo e quindi che la temperatura deve essere controllata e regolata affinché riescano a scaldarsi.
Se invece li troverete distribuiti sul perimetro dell’allevatrice, significherà che hanno troppo caldo.
Quando si mostreranno ben distribuiti nell’area e saranno svegli, attivi e in costante movimento significherà che la temperatura raggiunta e mantenuta è quella ideale.

La temperatura dovrebbe aggirarsi inizialmente intorno ai 37,5°C (come quella dell’incubatrici in cui sono nati) e dovrebbe essere mantenuta costante per i primi 2 giorni.
Successivamente potrà essere ridotta da 3°C a 5°C ogni settimana.
Questo ritmo può essere utilizzato per circa quattro settimane affinché la temperatura non raggiungerà i 18°C e a questo punto i pulcini dovrebbero aver sviluppato le piume e potranno essere spostati dalla fonte di calore.

E’ sempre doloroso quando i pulcini muoiono, specialmente se le morti potrebbero essere evitate.

Motivo frequente di queste scomparse premature è il sovraffollamento nell’allevatrice: spesso i pulcini più piccoli e indifesi vengono spinti negli angoli per essere successivamente soffocati dagli altri animali.

I piccoli di gallina hanno la tendenza di radunarsi negli angoli, ma se sono troppi, la pressione sui piccoli intrappolati può essere fatale.

Un buon modo per evitare questi spiacevoli eventi è quello di arrotondare gli angoli delle allevatrici quadrate con dei cartoni curvi che possano impedire loro il passaggio.

Importantissimo prevenire questo sovraffollamento pur mancando ad oggi regole ben definite sulla superficie necessaria per un determinato numero di pulcini. Sarà quindi di fondamentale importanza il vostro buon senso.

Problemi di salute delle galline: come Curarli e Prevenirli

Le galline sono creature straordinarie, fornendo loro gli elementi essenziali per la salute e il benessere, vi ricompenseranno di una gestione senza problemi e di una fornitura di uova sane e fresche.

Questi volatili sono molto suscettibili allo stress che causa una conseguente riduzione alla loro resistenza a infezioni, malattie batteriche, ed altri attacchi di parassiti interni ed esterni.

Facendo in modo che le galline siano sane, assicurerete sicuramente loro felicità ed equilibrio.

Andremo ora a vedere alcuni consigli ed accorgimenti da avere nel caso in cui gli animali manifestassero sintomi e comportamenti preoccupanti: agendo in maniera rapida ed adeguata riuscirete a salvare la loro vita evitando di farli soffrire senza motivo.

  •           Rigonfiamento duro alla base del collo

Il gozzo ostruito è solitamente piuttosto facile da individuare maneggiando il volatile.

Al mattino, quando le galline vengono fatte uscire dal pollaio, non dovrebbero esserci segni di gonfiore nel gozzo: se questi sono presenti occorre intervenire subito ispezionando l’animale.

Il fatto che le galline non possiedano denti implica che la triturazione del cibo si basi completamente all’azione meccanica della muscolatura del ventriglio ma, questo sistema, non è infallibile.
Infatti gli animali che si nutrono di erba lunga e dura, di trucioli e di paglia, potrebbero scontrarsi con alcuni problemi come la formazione di un groviglio duro nel gozzo.
Questo blocco impedisce dunque il passaggio di acqua e cibo causando una notevole perdita di peso e feci bianche.

I volatili che soffrono di questo problema avranno bisogno di cure immediate. Potrete somministrare del bicarbonato di sodio, circa un cucchiaio per 4,5lt, oppure una piccola quantità di olio di oliva.
Consigliabile anche un delicato e leggero massaggio del gozzo, per ammorbidire e spezzare il groviglio interno facendolo così scendere.
Se questa procedura non funziona, l’unica soluzione è quella chirurgica. Il blocco dovrà quindi essere rimosso dal veterinario, tramite un buchino sulla parete del collo e del gozzo.

  •          I pulcini non riescono più a camminare

Questo doloroso sintomo può essere la conseguenza della mattia di Marek, infezione virale erpetica.

La malattia può manifestarsi in diversi modi, con una serie di sintomi neurologici come la paralisi delle zampe e delle ali, o con la comparsa di tumori agli organi vitali come cuore, ovari e polmoni.
Il tasso di mortalità di questa malattia è altissimo in quanto i volatili colpiti sono molto suscettibili ad altri problemi, a causa della loro minore resistenza.
Altri sintomi evidenti potrebbero essere la perdita di peso immotivata, grigiore delle iridi e pelle sollevata.

Purtroppo ad oggi non esiste una cura vera e propria per le galline infettate dalla malattia di Marek: la soppressione è l’unica soluzione umana.

Gli allevamenti moderni vaccinano i pulcini di un giorno contro questa malattia, e, a seconda del fornitore potrete sapere o meno con certezza se i polli sono trattati.

Consigliabile richiedere il libretto dei vaccini somministrati all’animale prima dell’acquisto.

  •            Occhi acquosi e naso che cola

Entrambi sono segnali di una malattia chiamata micoplasmosi, che include bolle acquose agli angoli degli occhi e secrezioni dalle narici.
Altri sintomi potrebbero essere le piume arruffate, starnuti, canto alterato nei maschi, minore produzione delle uova e gorgoglii.

A seconda dello stato di salute degli animali il problema potrebbe rivelarsi fatale per alcuni e meno grave per altri.

Certo che il fatto che la malattia rimanga all’interno del gruppo può rappresentare un problema per le galline nuove mai contagiate. Le nuove arrivate tenderanno a soccombere nel giro di un paio di settimane, mentre il resto del gruppo rimarrà apparentemente sano e in forma.

La malattia può diffondersi tramite la lettiera contaminata ed essere trasportata da un recinto all’altro su scarpe, vestiti, mangiatoie e abbeveratoi, anche se l’agente infettivo non sopravvive all’aperto per più di qualche giorno.

La riduzione del potenziale livello di stress e il mantenimento di buone pratiche di gestione sono i modi migliori per prevenire la diffusione di questa malattia.

I rimedi della nonna più efficaci per aiutare le galline a mantenere un sistema immunitario forte sono l’aggiunta di aglio o aceto di mele all’interno dell’acqua.

  •       Rigonfiamento sulla zampa

 A seguito della lacerazione della pelle delle zampe potrebbe innescarsi una terribile infezione riconducibile ad una malattia chiamata pododermatite ulcerativa.

E’ quindi fondamentale identificare il problema prima che peggiori ulteriormente. La pododermatite purtroppo è una malattia destinata soltanto a peggiorare, se non curata correttamente, diventando sempre più dolorosa e debilitante.

Il primo campanello d’allarme è solitamente una gallina zoppicante: a questo stadio l’infezione è già estesa e dolorante.

Potrete incidere a questo punto il rigonfiamento, con un bisturi, in modo da poter eliminare la raccolta infetta. Nei casi peggiori, oltre al pus è probabile che si sia formato anche un nucleo solido al centro del rigonfiamento e in questi casi sarà necessario l’intervento del veterinario.

Dopo aver eseguito l’operazione l’animale dovrà essere separato dal resto del gruppo e dovrà posare su dei trucioli di conifera puliti. La ferita dovrà essere lavata con molta cura e trattata con un antisettico o con una soluzione salina fino alla guarigione.

    

La Deposizione delle Uova: tutto quello che serve sapere

La maggior parte degli allevatori alle prime armi è da sempre attirato da questo hobby con la prospettiva di una fornitura regolare e continua di uova fresche.

Una produzione genuina di uova è sicuramente collegata al benessere delle galline, che godono di un ambiente piacevole e rilassato.

Esistono però molti fattori che potrebbero sconvolgere il loro ritmo di deposizione, dalle molestie di altri animali, alle pressioni ambientali come il sovraffollamento.

Nonostante ciò, una volta trovato il giusto equilibrio, le galline ricompenseranno sicuramente i vostri sforzi con una produzione costante di uova.

In realtà non tutte le uova saranno perfette, alcune di queste potrebbero infatti avere dei difetti che segnaleranno delle carenze nell’alimentazione del volatile.
Gli allevatori, infatti, devono sempre prestare molta attenzione a questi innocui particolari, osservando anche il comportamento di deposizione poiché le uova deposte all’esterno del nido potrebbero rompersi con molta facilità, causando l’indesiderata abitudine del consumo delle uova da parte delle galline.

Succede spesso che le galline appena acquistate non depongono subito uova perché il momento di inizio è regolato dalla loro età.
Di norma le galline iniziano a deporre uova al raggiungimento delle 24 settimane di vita: questo è il momento in cui le galline raggiungono la loro maturità sessuale e di conseguenza anche la capacità di riprodursi.
Per quanto riguarda questo aspetto, i nuovi allevatori dipendono sempre dall’onestà dei rivenditori. Non essendoci la possibilità di capire l’età della gallina, il fornitore potrebbe dare la colpa della mancanza di uova allo stress del volatile causato dallo spostamento in un nuovo ambiente.
La soluzione migliore è quindi quella di acquistare galline pronte a deporre da un allevatore di fiducia, che vi fornisca pollame dell’età corretta e in buone condizioni di salute.

Contrariamente alle credenze popolari, le galline non depongono uova tutti i giorni e, per quanto brave possano essere, il loro corpo non è una macchina che produce uova.

Lo scopo principale nella vita delle galline è quello di produrre una covata di uova (generalmente 7/8) nel nido, per poi covarle fino alla schiusa.
Il fatto che noi togliamo le uova tutti i giorni fa sì che le galline continuino a deporre ma i loro organismi non sono fatti per una produzione senza sosta. In media, la maggior parte delle galline deporrà un uovo al giorno per sei giorni, riposandosi per un giorno consentendo una ripresa del sistema corporeo.
Ogni uovo impiega circa 26 ore per svilupparsi e c’è sempre un intervallo più o meno breve fra la deposizione di un uovo e l’inizio dello sviluppo del seguente.
E’ proprio per questo motivo che l’orario di deposizione ritarda progressivamente di giorno in giorno.

All’inizio del ciclo di deposizione, le galline si adattano al processo tramite la produzione di uova minuscole e dalla forma strana.
Soprannominate “uova di pollastra”, queste piccole uova annunciano l’inizio della deposizione.
In genere la gallina produrrà solo alcune di queste piccole uova per poi passare alla vera e propria deposizione.
Questo fenomeno oltre che a verificarsi nelle galline più giovani, potrebbe anche capitare alle galline più anziane nel caso in cui subiscano qualche trauma o uno spavento.
Come per la galline giovani però, anche in questo caso, il problema dovrebbe risolversi in poco tempo, tornando ad una costante e abituale deposizione di uova dalle dimensioni abituali.

Anche se le galline non producono uova con gusci del colore previsto non c’è bisogno di allarmarsi, probabilmente questo è collegato ad preciso periodo dell’anno, come il cambio di stagione.

Diverse razze pure sono famose per la produzione di bellissime uova colorate.
Ne sono un esempio l’Auracana, che depone uova dal guscio verde, la Cream Legbar, dal guscio azzurro, e le Marans, dal colore marrone cioccolato.
Questi magnifici e rari colori però, non sono garantiti, ma vengono prodotti in genere dai migliori ceppi di ogni razza.
Vale quindi la pena sapere che il colore del guscio è sempre migliore all’inizio della stagione, e tenderà a sbiadirsi con il passare delle settimane e il consumo delle riserve del pigmento delle galline.

 

 

Razze Siberiana Calzata, Urshaki, Pawloff

In questo articolo troverai alcune tra le più importanti caratteristiche e curiosità delle Razze Avicole Siberiana Calzata, Urshaki e Pawloff.

Vediamo ora da vicino due principali caratteristiche che accomunano questi esemplari Avicoli:
– La loro provenienza dall’Asia Orientale Primitiva;
– La duplice attitudine che garantirà un ottimo allevamento sia come galline ovaiole che come polli da carne.

  •          SIBERIANA CALZATA

Questi avicoli si presentano con testa larga e rotonda e cresta a forma piramidale.
I loro orecchioni sono grandi e a forma di mandorla, riescono a raggiungere le mandibole scivolando nei loro occhi con iride di colore rossastro.
Collo corto e forte, addome e dorso largo, ali lunghe e coda ampia sono le principali caratteristiche di questa razza avicola.
Il peso corporeo oscilla tra i kg. 2,7 e i kg. 3 per i galli e kg. 1,8 e kg. 2,0 per le galline.
Le più diffuse presentano un ampio mantello bianco.

  •         URSHAKI

I segni particolari di questi esemplari avicoli sono la testa larga e rotonda con cresta ampia, gli occhi grandi di colore rosso brillante e il becco di media lunghezza ricurvo.
Gli orecchioni sono molto piccoli e quasi nascosti dalla barba.
Il collo è corto e la mantellina copre le spalle con ali lunghe e coda larga.
Corte sono invece le zampe, anche forti e nude.
Il peso corporeo è di circa kg. 3 per i galli e kg. 2 per le galline.
Tra le molteplici varietà di colore, le Urshaki più diffuse hanno il mantello nero, argentato e rosso.

  •          PAWLOFF

Grazie al suo pennacchio questa gallina assomiglia molto alle razze avicole Olandese Ciuffata e Padovana.
Le caratteristiche principali della Pawloff sono: testa stretta e lunga, becco forte e leggermente curvo, collo lungo, addome e dorso largo, ali di media grandezza, coda mediamente lunga e zampe forti e lunghe di colore bianco.
Il peso corporeo è di circa kg. 3 per i galli e kg. 2,5 per le galline.
Variano a seconda del loro colore, principalmente bianco, nero, dorato ed argentato.
A livello economico si possono definire come una razza avicola intermedia, di limitata incidenza per il mantenimento.

 

 

 

Pollaio e Recinto Anti-Predatore, Stop agli intrusi!

Chiunque abbia una catasta di legna, un capanno, o materiali edili riposti all’aperto offre probabilmente riparo ad eventuali predatori pronti all’attacco del nostro pollaio.

I pollai ben tenuti non dovrebbero essere un’esca per i roditori, le faine, le volpi ed altri predatori; è però importante essere pronti ad ogni eventualità, tenendo conto che questi sono considerati tra gli esseri animali più astuti ed agguerriti.

I predatori volanti sono di sicuro più pericolosi di quelli a quattro zampe e l’unico modo sicuro per evitare gli attacchi aerei è l’installazione di una copertura sopra al recinto.
Nel caso in cui la zona superiore da coprire sia troppo grande, è consigliata la riduzione della potenziale zona esposta al rischio di attacco aggiungendo alcuni ripari come arbusti e cespugli. 

Dei dissuasori di uccelli luccicanti e sventolanti possono essere utili, tanto quanto i buoni e vecchi spaventapasseri.
Anche introducendo un gallo nel pollaio potrete avere una buona sentinella: nel momento in cui individueranno un potenziale pericolo dall’esterno, inizieranno ad emettere dei suoni diversi dal solito per avvertire le galline di mettersi al riparo.

Capita molto spesso di trovare degli scavi alla base del recinto o del pollaio delle nostre galline.
Questo significa una cosa sola: un predatore sta tentando di raggiungerle.

Se il pollame viene rinchiuso in uno spazio ristretto, lo stiamo effettivamente mettendo in pericolo da predatori affamati e determinati ad entrare per approfittare di questa occasione.

Per molti allevatori avicoli, la volpe rappresenta il nemico per eccellenza.

Non sottovalutate mai la tenacia e la determinazione di questo predatore, impegnerà tutti i suoi sforzi per attaccare le galline.

Vista come predatrice naturale, la volpe, viene dipinta come un animale che è intenzionato a portare via le carcasse degli animali per poi conservarle all’interno della propria tana.
In realtà, però, molto spesso questo abile cacciatore non ha tempo per portare via tutti i volatili morti e dunque possiamo dire che a questa indomabile creatura piace particolarmente uccidere tante quante galline possibile.

La devastazione all’interno del ricovero avicolo viene spesso scoperta dall’allevatore dopo l’attacco e, appunto, non essendo riuscita a portare via tutti gli animali morti, la scena del massacro resta sempre scioccante.

Questo è e resterà sempre il temperamento di questo temibile animale, dobbiamo dunque proteggere i nostri avicoli con misure anti-volpe e anti-predatore in generale.

L’unico modo per evitare l’irruzione è la creazione di una barriera fisica che riesca a bloccare loro la strada per l’ingresso, estendendo la base del recinto o del pollaio.
Per fare questa operazione in maniera corretta è consigliato di scendere almeno di 60-80cm nel fondo o, in alternativa, si potrebbe estendere la rete in orizzontale sul terreno, perpendicolarmente alla base del recinto.
Considerando che l’istinto naturale del predatore è quello di cominciare a scavare alla base dell’ostacolo, il fissaggio di una rete larga almeno 100cm dovrebbe prevenirlo in maniera efficace.

 
 

Origine e Classificazione dei Polli Domestici

Non è ancora noto quando l’uomo ha fatto conoscenza per la prima volta con gli avicoli, ma è di certo il continente Asiatico ad essere considerato la patria dei progenitori dei polli domestici.

I galli domestici erano considerati nell’antichità come uccelli sacri, simboli di luce e sole, e proprio per questo motivo erano dunque venerati nelle cerimonie religiose.

Inizialmente l’uomo si limitò ad offrire ai polli ospitalità e nutrimento, ammirandone il loro canto del mattino e apprezzando il loro istinto battagliero; successivamente iniziarono ad occuparsi del loro allevamento e alla loro addomesticazione.

Questo risultò particolarmente facile, dato che le galline erano da tempo abituate ad avere incontri ravvicinati e diretti con l’uomo senza alcun timore.

Dall’India, l’allevamento dei polli ornamentali si diffuse in tutto il mondo, dalla Cina, alla Grecia, all’Egitto, alla Russia, alla Polonia, fino ad arrivare in Italia e in tutto il resto dell’Europa.

Le origini delle razze avicole selvatiche appartengono all’ordine dei Galliformi, alla famiglia dei Fasianidi ed al genere Gallus.

Le caratteristiche principali di questi avicoli sono il capo ornato da cresta folta, orecchioni a forma ovale rosso o bianco, penne del collo lunghe, ali piccole e coda vistosa composta da circa 16 penne.
I polli selvatici sono piuttosto piccoli e paurosi, volano poco e vivono preferibilmente nel cuore della foresta Indiana.

Al genere avicolo Gallus appartengono 4 specie selvatiche: Gallus Gallus, Gallus Sonnerati Temminck, Gallus Lafayetti Lessons, Gallus Varius Shaw.

Andiamo ora ad approfondire meglio la differenza tra “razza avicola” e “varietà avicola”:
per Razza Avicola si intende il complesso sistematico e biologico di individui, distinti per carattere.
Si tratta dunque di una popolazione portatrice dello stesso patrimonio genetico.
All’interno della razza avicola si possono individuare dei gruppi di soggetti che pur avendo la medesima composizione genica, manifestano alcuni caratteri diversi da gruppo a gruppo: nascono da qui le Varietà.
Nel caso delle razze avicole le differenze che distinguono i vari gruppi fanno riferimento al colore e al disegno del mantello.

La classificazione dei polli domestici venne definita nel 1891 in:

  1.         Produttrici di uova;
  2.         Produttrici di carne;
  3.         A duplice attitudine;
  4.        Ornamentali.

Questa classificazione venne poi modificata nel 1905 in:

  •          Omeosome, simili al genere Gallus;
  •          Eterosome;
  •          Intermedie.

Ad oggi invece si usa frequentemente suddividere le razze avicole in base alla località d’origine e si parla dunque di ripartizione geografica.

 

 

 

Alimentazione delle galline: Tutto quello che serve sapere

Sono due i fattori da considerare per avere dei risultati ottimali all’interno del nostro pollaio: la qualità del mangime utilizzato per le nostre galline e la capacità di garantire una fonte di acqua sempre fresca e pulita.

Molti allevatori avicoli neofiti sottovalutano l’importanza di questi due aspetti, non sapendo che un’assunzione regolare di acqua è più importante del cibo per il benessere del pollame: la loro tolleranza alla disidratazione è minima rispetto alla fame.

La somministrazione di acqua e mangime per galline ovaiole dovrà essere al centro della pratica di gestione quotidiana, in modo tale che i polli possano godere della migliore qualità di vita possibile.

Qualsiasi cambiamento brusco e improvviso potrebbe avere effetti dannosi per la salute dei nostri avicoli.

Importante anche una pulizia accurata di mangiatoie ed abbeveratoi, per ridurre al minimo le infezioni batteriche o la muffa, e l’utilizzo di misure preventive per evitare che eventuali predatori possano usufruire del cibo a disposizione nel pollaio.

Vediamo ora alcuni accorgimenti utili ed indispensabili sul mangime da utilizzare.

A volte, la somministrazione di cibi “speciali” preparati in casa dai nostri allevatori avicoli, può rivelarsi nociva per le galline: infatti, l’elevato contenuto di zucchero e sale nel cibo elaborato destinato al consumo umano, è sicuramente in contrasto con il fabbisogno alimentare dei polli.

Al di là dei rischi di salute associati ai cibi “speciali”, i volatili smetteranno di assumere il mangime a loro dedicato con il pericolo di sviluppare carenza di sali minerali e vitamine, che contribuiranno negativamente alla qualità e alla produzione delle uova deposte.

Capita spesso nei periodi primaverili di allevare le galline all’aperto, così che possano cibarsi di ciò che trovano sotto forma di larve, insetti e così via. Sebbene questo provochi una diminuzione dell’utilizzo del mangime abituale, è sicuramente più accettabile, trattandosi di cibi naturali e nutrienti.

Resistete sempre alla tentazione di dare cibi inadatti alle vostre galline, assicuratevi invece che la porzione di cibo adatto e fornito sia fresco e di buona qualità.

I moderni mangimi formulati per avicoli hanno una lunga durata di conservazione. Una volta superata questa scadenza, gli oli e i grassi contenuti possono provocare la formazione di muffa nociva.

E’ dunque molto importante conoscere la data di scadenza del prodotto entro la quale potrete utilizzarlo senza alcun problema. Questo richiede una consapevolezza dei ritmi di consumo e un approccio ragionevole al momento dell’ordine.

Le galline non vorranno nutrirsi di mangime avariato e dunque, anche se risulta più conveniente acquistarlo in grandi quantità, è meglio considerare le tempistiche di utilizzo procedendo all’acquisto un poco per volta.

Consigliabile la conservazione dei sacchi di mangime in luoghi freschi e asciutti, lontani dalla luce solare diretta.

Essendo i polli animali abitudinari, richiedono di conseguenza una certa regolarità nelle abitudini di gestione del pollaio.
Anche una semplice modifica della marca del mangime utilizzato potrebbe causare un “trauma” per i nostri avicoli, tanto da farli smettere di mangiare.

Se per altre ragioni sarete costretti a variare il mangime utilizzato precedentemente, consigliamo di cominciare con una miscela di 80:20 tra il prodotto utilizzato e il nuovo; una volta consumato, procedete a un rapporto 60:40, fino ad arrivare ad un 20:80 fino a che saranno pronti a ricevere una dose piena del nuovo prodotto senza alcun problema.

Anche per l’acqua ci sono alcuni accorgimenti da adottare: se l’acqua da bere non viene cambiata spesso e con regolarità, possono formarsi all’interno delle alghe verdi e proliferazioni batteriche all’interno dell’abbeveratoio.

Evidenti segni di sporcizia sono sempre un campanello di allarme di poca cura e pulizia. Questo può trasformarsi in una minaccia per le nostre galline che li utilizzano, causando numerose infezioni batteriche.

Idealmente gli abbeveratoi dovrebbero essere puliti con cadenza settimanale, utilizzando prodotti specifici come detergenti e disinfettanti antitossici.

Se la situazione dovesse poi rivelarsi più grave del previsto, tanto da dover utilizzare un detergente aggressivo come la candeggina, assicuratevi poi di risciacquare bene l’abbeveratoio prima di riempirlo nuovamente con acqua fresca per i volatili.

Altro problema frequente nei mesi invernali è la possibilità che l’acqua rimasta all’interno dell’abbeveratoio ghiacci causando delle crepe nel serbatoio.

Le alternative per evitare che questo accada sono le seguenti: svuotare l’abbeveratoio ogni sera quando esiste il rischio di congelamento; utilizzare abbeveratoi con serbatoio in lamiera, più resistenti alle crepe.

 

Incubazione e Schiusa delle Uova

Il processo della schiusa delle uova è uno degli aspetti più affascinanti dell’allevamento avicolo.

L’utilizzo dell’incubatrice, in origine, non era previsto ma, in realtà, per gli allevatori amatoriali, si tratta della soluzione più pratica da adottare.

Considerando che ciò che fa una chioccia può sembrare apparentemente semplice, è in realtà un atto di equilibrismo quello che viene messo in pratica per porre le uova nell’ambiente innaturale dell’incubatrice: calore, umidità, rotazione delle uova e temperatura, sono i principali e fondamentali fattori per una buona schiusa.

La capacità delle incubatrici di mantenere costanti questi elementi dipende dalla sofisticatezza della macchina e dal modo in cui viene utilizzata.

Purtroppo parecchie cose potrebbero andare per il verso sbagliato e proprio per questo motivo andremo ora ad elencare alcuni tra i principali fattori che potrebbero causare una mancata schiusa.

  • CONSERVAZIONE E MANTENIMENTO DELLE UOVA DA COVA:

Primo ed importantissimo aspetto. Vediamo insieme quali sono i principali accorgimenti da considerare.

Il tempo

Dopo una settimana le probabilità di schiusa diminuiscono del 1,5% al giorno. L’andamento di questo decino aumenta ulteriormente dopo 14 giorni, rendendo dunque inutile il processo di incubazione.

Il luogo

Mai tenere le uova fertilizzate in frigorifero. Il disco germinativo all’interno dell’uovo, zona in cui si sviluppa l’embrione, è molto delicato e sensibile e deriva quindi da qui il rischio che questo venga ucciso dal freddo. Idealmente le uova dovrebbero essere mantenute ad una temperatura di 12°C e distanti dalla luce solare diretta.

Alcuni allevatori raccomandano la conservazione delle uova fertili sul fianco, mentre altri in verticale, l’importante è che siano ben separate per evitare rotture accidentali.

La rotazione è raccomandata di circa 180° tutti i giorni: una regolazione regolare durante il periodo di conservazione è importante per evitare il rischio che il tuorlo di fissi in una posizione decentrata.

  • LA SPERATURA:

Altro aspetto di fondamentale importanza è quello di capire se l’uovo è effettivamente fecondato.

Una volta cominciato il processo di incubazione, potrete utilizzare la tecnica della speratura per controllare lo sviluppo all’interno delle uova da cova. Questa tecnica prevede l’illuminazione controluce dell’uovo con una lampada, per vedere da vicino cosa c’è all’interno.

Dopo che sono rimaste all’interno dell’incubatrice per circa 10 giorni, dovrebbe essere possibile vedere un’ombra che assomiglia ad un ragno al centro: la massa scura centrale è l’embrione, mentre le “zampe del ragno” sono i vasi sanguigni che si stanno sviluppando.

Se dopo 12 giorni di incubazione non si vede nulla, significa che l’embrione non si è sviluppato. Queste uova vengono chiamate “bianche”.

Potrebbe anche succedere che in seguito ad uno sviluppo regolare si registri un blocco della crescita, dovuto ad uno scarso controllo della temperatura, un livello di umidità scorretto, o malattia/contaminazione.

Qualsiasi uovo difettoso dovrebbe essere rimosso appena scoperto, per evitare la formazione di batteri nocivi in grado di diffondersi nel resto del gruppo incubato.

  • AIUTO NELLA SCHIUSA:

La possibilità di aiutare o meno il pulcino ad uscire dal guscio resta sempre un dilemma per gli allevatori.

Succede purtroppo che a volte uno dei pulcini sia incapace di uscire dal guscio. I neo-nati potrebbero fare un buchino iniziale ma senza andare oltre, oppure potrebbero riuscire a liberarsi a fatica della maggior parte del guscio per poi esaurire tutte le energie necessarie per uscire del tutto.

Esistono a tal proposito due punti di vista differenti: da una parte c’è la convinzione che se il pulcino non riesce ad uscire dal guscio non sarà nemmeno in grado di affrontare in maniera adeguata la vita che gli aspetta. Permettere la sopravvivenza genericamente indebolisce ed danneggia la razza avicola. Dall’altra ci sono coloro che credono che la vita debba essere preservata ad ogni costo. In realtà non si tratta soltanto di compassione verso il piccolo pulcino ma bisogna considerare che quest’ultimo che fatica a nascere potrebbe essere malato o deformato.

Possiamo concludere dunque dicendo che per la maggior parte degli allevatori è una questione emotiva molto difficile da affrontare, che mette testa e cuore in conflitto!