I Pavoni: Caratteristiche e Curiosità

Il pavone è uno dei più belli uccelli allevato soprattutto a scopo ornamentale.
Le due razze allevate dall’uomo sono il Pavone Comune e il Pavone Specifero: il primo è originario delle regioni boscose dell’India, delle pendici meridionali dell’Himalaya e dello Sri Lanka, mentre il secondo è originario dell’Indocina.
Analizziamoli ora nello specifico:

·        Il Pavone comune o Pavone Blu è il pavone più allevato nelle campagne e nei giardini. Il maschio adulto presenta un ciuffo occipitale formato da penne colore verde-azzurro mentre il collo, la parte superiore del dorso e il petto presentano un colore metallico con riflessi verdi. La massa dello strascico, formato dalle penne del sopra coda, assume una tinta bronzo-rame-dorata tempestata di “occhi”.
La vera coda ha invece un colore bruno come il ventre. I maschi giovani sono privi di strascico e dopo la prima muta assomigliano alle femmine.
Vengono differenziati dalle femmine grazie alle ali remiganti primarie color castano chiaro, più o meno macchiate di nero anziché bruno scuro.
Le femmine adulte presentano un ciuffo occipitale come nel maschio. La parte inferiore del collo, del dorso e del torace è verde dorato mentre la parte superiore del collo è color castano. Le altre parti del corpo, comprese le ali, sono di color bruno e la coda è di color bruno scuro leggermente macchiata di bianco.

·        Il Pavone Specifero differisce dal pavone comune per la mole, molto più grande, per la differente forma del ciuffo del capo e per il colore, vere-metallico dorato, che predomina su tutta la livrea. Proprio per quest’ultima caratteristica il pavone specifero è detto anche pavone verde.
Questa razza è originaria dell’isola di Giava, Sumatra e dell’Indocina.
La dieta, molto varia, è a base di frutti, semi, insetti e piccoli vertebrati.
L’animale difende in maniera tenace questo territorio aggredendo con facilità le persone e rivelandosi quindi pericoloso per i bambini.
La femmina depone da 8 a 10 uova di color crema che cova per circa 28 giorni.

Alcune curiosità su questi splendidi esemplari:

–         I pavoni maschi sono due volte più grandi dei pavoni femmina;

–         Sono socievoli e non amano la solitudine. Per questo motivo tendono a stare in gruppo;

–         Il pavone mostra le sue penne colorate soprattutto durante la stagione della riproduzione, ossia in primavera;

–        Nella stagione degli amori il pavone maschio apre il suo treno per le donne e le sue piume tremano emanando un suono a bassa frequenza che l’orecchio dell’uomo non può percepire. Per questo si dice che il pavone fa la ruota.

–         Il pavone indiano è una specie protetta in alcune parti dell’Asia per motivi religiosi;

–         I pavoni sono uccelli poligami. Infatti i maschi possono avere fino a 5 partner femmine;

–         I pavoni femmina depongono dalle 3 alle 5 uova;

–         I pavoni appena nati non hanno la coda. Quest’ultima si sviluppa dai 3 anni;

–         I pavoni possono camminare, mangiare e bere da soli già dal primo giorno di vita;

–         I pavoni in natura possono vivere fino a 20 anni. Mentre i pavoni domestici possono vivere anche 50 anni.

 

 

 

Come Allevare i Pappagalli Ara

I pappagalli Ara sono tra i più conosciuti ed apprezzati a livello domestico. Piacciono soprattutto perché sono colorati e vivaci, ma anche perché se addestrati a dovere fanno tanta compagnia e possono anche imparare a parlare!

Le Ara sono animali tipici del Centro e Sud America. Vivono in zone alberate dalle foreste pluviali alle savane, dove riescono a procurarsi il cibo in completa autonomia e sono amanti principalmente di semi, frutta noci e insetti.
Considerando che in natura vivono in gruppo, i pappagalli Ara hanno bisogno di socializzare. Oltre al tempo che noi stessi dedicheremo all’animale, possiamo anche prendere in considerazione un acquisto in coppia.
E’ consigliabile di acquistare le Ara da piccole perché crescendo tendono ad affezionarsi di più all’uomo, diventando anche più giocose e gestibili a differenza di un esemplare adulto che avrebbe molte più difficoltà ad abituarsi e ciò potrebbe renderlo triste e poco reattivo.

A seconda della specie questo volatile può misurare dai 45 ai 95 cm e circa metà della lunghezza è rappresentata dalla sola coda. Anche il colore del piumaggio varia da specie a specie senza distinzione tra maschi e femmine.
I colori più diffusi sono giallo, rosso, blu e verde mentre la zona attorno agli occhi è sostanzialmente priva di piume e mostra la pelle bianca. Il becco ricurvo e appuntito può essere nero o color corno.

Per consentire ad un pappagallo Ara di stare comodo, la prima misura da considerare è l’apertura alare, che si aggira attorno ai 100 cm.
Di conseguenza gabbie e voliere dovranno essere larghe almeno 1 metro per consentirgli di sgranchirsi le ali.
Non è necessario tenere le Ara costantemente rinchiuse in voliera, infatti il loro attaccamento al padrone, unito alla pigrizia di fondo, farà in modo che non ci si debba preoccupare che il pappagallo scappi o svolazzi incontrollato per casa.

Le Ara sono molto famose per la loro intelligenza, per il carattere docile e giocherellone e ance per il legame che possono instaurare col padrone.
Questi pregi però sono attenuati dalla fragilità psichica dell’animale: se lasciato per molto tempo da solo o costretto a vivere in spazi ristretti, questo pappagallo può cadere in depressione, diventare irrequieto, provocarsi lesioni o addirittura lasciarsi morire.

Per insegnare loro a parlare si può iniziare pronunciando parole semplici e corte in un luogo silenzioso. Continuando a ripetere le stesse parole associando ad esse un gesto affettuoso o un piccolo premio per incoraggiarlo riusciremo in poco tempo ad ottenere i risultati desiderati!

Avicoltura e F.I.A.V

Sempre distratti dalle necessità della vita quotidiana e dalla frenesia che questa provoca, abitanti di città cementificate e di periferie sconfinate, ci sembra siano irraggiungibili gli spazi aperti delle campagne. Dimentichiamo in questo modo che la comunità di uomini alcuni secoli fa ha dedicato all’allevamento e alla cura del pollo un’arte che è ricerca, dedizione ed amore per il bello: stiamo parlando dell’Avicoltura.

Il pollo è da sempre un compagno immemorabile dell’uomo, tra i primi esemplari ad essere addomesticato e di grandissima utilità come fonte di approvvigionamento protetico grazie alle uova.
Presto venne sperimentato anche l’aspetto ricreativo del suo allevamento, dato dalla possibilità di far combattere i galli come fieri difensori del territorio.

Tra il XVII e il XVIII secolo, venne assegnato al pollo un altissimo valore ornamentale, ispirato a splendidi soggetti che giungevano dei porti di Olanda ed Inghilterra provenienti dai paesi del lontano oriente.
Da un episodio di pura ammirazione si passò allo studio scientifico delle tecniche di allevamento e cominciarono ad essere pubblicati volumi sull’arte di far nascere e crescere soggetti da poter presentare a dei concorsi, dove ai migliori esemplari, per forma, razza e colore, vennero assegnati importanti riconoscimenti.
Nacque da qui l’avicoltura moderna, vista innanzitutto come passione sportiva ma anche come ricerca di forme eleganti, magie di colori e di riflessi che ci sorprendono sempre più.

La F.i.a.v, Federazione Italiana delle Associazioni Avicole, è l’unica federazione italiana di avicoltura riconosciuta ufficialmente dell’Entente Europèenne d’Aviculture et de Cuniculture.
Fondata nel 1994, è composta da molte associazioni regionali che hanno lo scopo di raggruppare e riunire allevatori che vogliono dedicarsi all’allevamento puro e corretto di razze avicole.
Oggi conta 25 associazioni distribuite nel territorio nazionale e circa 1.000 associati.
La F.I.A.V. non ha scopo di lucro, persegue scopi di solidarietà sociale ed opera per la tutela e la valorizzazione della natura e dell’ambiente con particolare riferimento alle specie avicole collaborando con enti, istituzioni, ed altre federazioni in ambito nazionale e sovranazionale.
Anche per il tramite delle Associazioni e dei Club specialistici ad essa affiliati, promuove interesse e conoscenza di questi volatili, del loro habitat e dei corretti sistemi di allevamento e gestione a scopo ornamentale ed espositivo.
Si occupa inoltre anche del recupero e della salvaguardia di razze, anche autoctone, oramai in via di estinzione poiché negli anni abbandonate e soppiantate dai moderni ibridi commerciali, maggiormente produttivi, promuovendo al contempo tra i numerosi allevatori hobbisti iscritti tra le sue fila, la selezione e fissazione di razze e colorazioni nuove.
Le associazioni affiliate alla FIAV, che non devono perseguire fini speculativi o di lucro né svolgere attività commerciali in ambito amatoriale, erano originariamente concepite su base regionale ma in ragione dell’incremento negli ultimi tempi dell’interesse verso l’allevamento hobbistico di avicoli a scopo ornamentale ed espositivo e, dunque del numero di appassionati, in alcune regioni sono state costituite associazioni ulteriori.
Nell’ottica del perseguimento degli obbiettivi e delle attività sopra specificate, ciascuna delle associazioni affiliate alla F.I.A.V. porta avanti nel suo territorio ed in ambito nazionale la promozione, organizzazione o semplice partecipazione a manifestazioni, anche organizzate da Enti locali, che abbiano carattere di esposizione divulgativa, concorso, mostra scambio, riguardanti principalmente l’avicoltura ma anche l’allevamento di altri piccoli animali domestici o da compagnia, nonché l’agricoltura e le tematiche ambientali.

 

Rigenerare il Suolo per Rigenerare la Società

L’Agricoltura Organica e Rigenerativa (AOR) è l‘unione di diversi approcci, che agronomi di tutto il mondo hanno sviluppato in anni di esperienza.
L’obiettivo non è quello di creare una nuova disciplina, ma bensì in questo caso è la disciplina che si è creata da sola, in anni di lavoro e sperimentazioni.
Nata dal campo e dall’esperienza delle persone, utilizza saperi contadini e tecniche innovative, sempre con lo sguardo rivolto alla scienza.

Fino a dieci anni fa questi principi e queste tecniche, pur essendo già molto diffuse, non erano ancora state considerate perché ciò che contava davvero era non essere ostacolati dentro marchi e sanzioni disciplinari e poter lavorare autonomamente senza restrizioni ed imposizioni.
Nel 2010 fu l’associazione ONG Deafal la prima a riconoscere questo nuovo termine.

All’interno della carta dei principi e dei valori dell’agricoltura organica e rigenerativa troviamo quattro pilastri fondamentali:

1)     Rigenerare il Suolo:

attraverso l’implementazione di alcune pratiche che aumentino la fertilità del suolo, quantificabile dall’aumento di carbonio organico, dalla maggiore dotazione, dalla disponibilità di elementi minerali e dall’aumentata diversità microbiologica.
Fondamentali anche le pratiche scientifiche, innovative e sperimentali che valorizzino le specificità e le culture locali prendendo spunto dalle tradizioni dei territori;

2)     Rigenerare gli Ecosistemi e le Biodiversità:

operando diminuendo le contaminazioni ambientali da sostanze chimiche e valorizzando gli scarti aziendali del territorio attraverso l’autoproduzione dei mezzi tecnici, rivalutando le risorse genetiche locali, gestendo in maniera efficiente le acque e le risorse agro-silvo-pastorali;

3)     Rigenerare le relazioni tra gli esseri viventi:

garantendo alle piante cure colturali e trattamenti che favoriscano la loro salute nel tempo e il loro costante equilibrio fisiologico.
Prevede inoltre di agire nella cura e nel rispetto della dignità delle persone e degli animali favorendo i rapporti di lavoro e di scambio basati sulla tutela dei diritti e sulla trasparenza;

4)     Rigenerare i saperi:

promuovendo la conoscenza come bene collettivo in continua trasformazione ed evoluzione da acquisire e trasmettere in una dimensione di apertura ed interazione con gli altri.

Ad oggi si cerca di portare sempre più l’Agricoltura Organica e Rigenerativa in una piccola parte dei 1,5 miliardi di ettari coltivati nel pianeta Terra.

Novità 2021 di Animalissimo.it

Ecco a Voi tutte le nuovissime ed importantissime Novità implementate nel nostro portale:

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 Riassumendo:

1)     Chat Attive per tutti gli iscritti per mettersi in contatto velocemente con chi ha pubblicato l’annuncio di nostro interesse e ricevere maggiori dettagli;

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5)     Possibilità di diventare Relatore del nostro Blog scrivendo articoli di qualsiasi genere per condividere notizie e curiosità del mondo Avicolo e non solo;

6)     Notizie dai Club, che ci permetteranno di essere sempre aggiornati su ciò che viene pubblicato dai club ai quali siamo iscritti.


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Conigli: Tutti i Consigli per una perfetta Alimentazione

Il coniglio è principalmente erbivoro e in natura si nutre di erba, foglie, fieno, germogli, fiori, cortecce e vari alimenti vegetali che trova nel territorio. L’alimentazione del coniglio deve essere ricca di fibre e quindi deve essere a base di fieno, erba e verdura.

Alimentare il coniglio con cibi sbagliati come mangimi con semini, pane, biscotti, grissini, pasta, cereali, cioccolato e dolci, può causargli gravi problemi di salute come ad esempio malocclusione dentale, blocchi gastrointestinali, enteriti, obesità o calcoli che porterebbero alla morte il coniglio.

Fondamentale che ogni cambiamento nella dieta avvenga in maniera moderata procedendo sempre con molta gradualità e aggiungendo poco alla volta i vari cibi che il coniglio non è abituato a mangiare.

Inizialmente, per introdurre nuovi alimenti potrete procedere eliminando il mangime misto e mettendo a disposizione il fieno.

Il fieno è fondamentale nell’alimentazione dei conigli perché consente una masticazione prolungata e previene i problemi dentali, è inoltre un alimento completo, poco calorico e ricco di fibra che previene l’obesità e mantiene l’intestino regolare. E’ un alimento indispensabile che deve essere consumato in quantità illimitata tutti i giorni.

Se il vostro coniglio non mangia il fieno cercate di capire se è un problema di denti o se va rivista la sua dieta, e insistete cambiando vari tipi di fieno.
Il fieno migliore è quello di prato di polifita e per cavalli, in quanto è ricco di erbe miste, deve essere verde e profumato, senza muffe o pesticidi.
Il fieno di erba medica invece va dato con molta moderazione specie nei conigli adulti e con problemi di calcoli o sabbia vescicale, essendo ricco di calcio e povero di fibra. 

Anche l’erba è indispensabile per un’alimentazione corretta. Essa infatti è un alimento poco calorico e ricco di fibra, che previene l’obesità, mantiene l’intestino regolare e previene i blocchi intestinali. E’ inoltre ricca di vitamina D, calcio e minerali importantissimi per le ossa.
I vegetali sono importantissimi per la buona salute del coniglio in quanto ricchi di acqua, fibre, vitamine, calcio e sali minerali.

Nonostante ciò è bene però non eccedere con le dosi, perché non hanno le stesse funzioni dell’erba: le verdure sono molto più ricche di acqua e portano ad un maggiore riempimento gastrico saziando il coniglio più velocemente.

La verdura è altrettanto importante perché contiene acqua, vitamine, calcio e minerali importantissimi per la salute del coniglio. Aiuta il buon funzionamento intestinale e aiuta il consumo dei denti.

Il pellet solitamente va dato come integrazione ai cuccioli in crescita, ai conigli che per problemi di denti non riescono a mangiare correttamente il fieno e le verdure e ai conigli sottopeso.
La quantità consigliata varia a seconda dell’età, del peso, del metabolismo e dei problemi di salute di ogni singolo esemplare.

In linea di massima le dosi per un coniglio sano sono 1 o 2 cucchiai al giorno, non di più perché non è fondamentale nella sua dieta, anche se il coniglio ne è molto goloso, potrebbe portare all’obesità e ad altre patologie, ricordiamoci che in natura il coniglio non mangia il pellet.

 

 

 

I Dalmata: Origini e Curiosità

Il dalmata è un cane da compagnia di taglia medio-grande dal caratteristico mantello bianco con macchie nere o marroni di 2-3 cm di diametro sul corpo, e più piccole sulla testa e sugli arti.
Ha una struttura elegante che, vista lateralmente, può essere inscritta in un quadrato.
L’origine del nome deriva probabilmente dal fatto che il suo manto maculato ricordava il leopardo, simbolo della Dalmazia. In base a riferimenti scritti questi cani sono arrivati con le invasioni dei popoli slavi sulle coste e isole dell’attuale Croazia fino ad arrivare poi in Italia.
Sono due i dipinti esistenti che ritraggono la storia di questa razza: il primo, opera di un pittore minore genovese del 
XVII secolo, rappresenta una scena di caccia nella quale sono raffigurati quattro cani diversi fra cui due dalmata, uno dei quali in braccio a un bimbo, in segno affettuoso tipico della razza; l’altro è un affresco del XIV secolo che raffigura il potere ecclesiastico e rappresenta un gruppo di frati con una tonaca bianca e nera tessuta di pelle d’ermellino.
Negli ultimi decenni il dalmata è diventato famoso per la diffusione e pubblicità che ne ha fatto la Walt Disney Company con il film La carica dei 101.

Uno dei maggiori problemi di salute del dalmata è la propensione alla sordità congenita. L’8% dei cani di questa razza sono sordi da entrambe le orecchie e il 22% sono sordi da un orecchio. La tiroidite autoimmune è piuttosto frequente in questa razza canina e affligge il 10.4% dei dalmata.
I cani di razza dalmata sono anche predisposti geneticamente alla formazione di calcoli renali, per via di un difetto nel metabolismo dell’acido urico.

Il Dalmata è un cane reattivo, di grande energia, fisicamente bello da ammirare e incredibilmente stimolante nell’interazione. Ha bisogno di un addestramento specifico e ben svolto da un proprietario esperto, soprattutto per non assecondare comportamenti sbagliati, specialmente con persone sconosciute.  
In generale è una razza affettuosa che interagisce bene con tutti i componenti della famiglia e ha una predilezione particolare per i bambini.
È abbastanza evidente come una struttura fisica come quella del Dalmata debba essere tenuta sotto controllo o modellata attraverso un allenamento ben impostato e regolare. Non è nella natura di questo cane passare troppo tempo in assoluta inattività. Per questo motivo è consigliabile riuscire a ritagliarsi spazi di almeno un’ora, un paio di volte al giorno, per consentire a questa splendida razza di esercitarsi con regolarità. In questo modo può sfogare lo stress e migliorare le sue già eccellenti qualità fisiche.

 

La Gerarchia delle Api all’interno dell’Alveare

All’interno dell’alveare, le api sono le proprietarie di uno straordinario lavoro di coordinazione in cui ognuna svolge un ruolo ben definito e specifico.
L’organizzazione delle api è un fattore che determina la loro sopravvivenza alle possibili avversità della natura e la loro laboriosità e il loro ingegno hanno dato vita a uno dei più affascinanti regni del mondo animale.
La natura non ha scelto a caso la forma dei favi (celle): il rapporto tra perimetro e area dell’esagono del favo è proporzionale al rapporto tra la grandezza della cella e il livello di produzione della cera necessaria per costruirla.

I ruoli sono solitamente divisi in base all’anzianità delle api: le api più “vecchie”, infatti, sono solitamente quelle che vengono esposte ai rischi e che sono prescelte per i ruoli più pericolosi come ad esempio quelli in cui si è più vicini agli occhi dei predatori.
In ogni alveare viene sempre data precedenza all’ape regina che però, a sua volta, non riuscirebbe a resistere a lungo senza il sostegno delle sue api operaie. Sono loro a procurarle cibo e scorte necessarie alla sopravvivenza.
In questo caso, non è corretto parlare di gerarchia all’interno dell’alveare, perché nella loro opera di assegnazione dei ruoli, esiste una cooperazione generale che non prevede la prevaricazione di un ruolo su un altro proprio perché, il lavoro di ogni singola ape è indispensabile per la sopravvivenza di tutte le altre.

All’interno di un alveare le regole sono rigide: tutto ciò che non risulta essere necessario, viene eliminato.

In base alle loro mansioni e ai loro ruoli, le api vengono categorizzate in otto classi differenti:

Le api guardiane: si occupano solo ed esclusivamente della difesa dell’alveare: sono pronte a sacrificare la loro stessa vita pur di difendere la famiglia. Il ruolo dell’ape guardiana è un incarico molto impegnativo e nel caso in cui queste dovessero usare il loro pungiglione per difendersi, andrebbero incontro alla morte;

Le api spazzine: si tratta di api che hanno il compito di mantenere pulito e ordinato l’alveare. Esse si disfano di qualsiasi ingombro che possa risultare inutile. Capita spesso infatti, di vedere come api di questo tipo si impegnino per trascinare via i resti o i corpi senza vita delle api ormai decedute;

Le api nutrici: sono particolari api che svolgono un ruolo meraviglioso. Si occupano unicamente di nutrire le larve appena nate: solitamente sono api molto giovani a svolgere questo compito. Sono loro stesse a trasformare il polline in pappa reale e successivamente a riporlo nelle cellette in cui si trovano le piccole;

Le api operaie: indispensabili per la loro sovrana, queste api si prendono costantemente cura dell’ape regina e provvedono a qualsiasi sua necessità in modo da mantenerla sana e forte. In generale le api operaie si adattano a molti ruoli differenti e sono un po’ le “tuttofare” dell’alveare;

Le api esploratrici: ruolo riservato alle api più anziane, viene affidato a quelle più sacrificabili che, spostandosi alla ricerca di cibo, sono molto vulnerabili all’attacco dei predatori. Una volta raggiunta la fonte di nutrimento, le api esploratrici fanno ritorno in alveare e comunico al resto delle api dove spostarsi per la raccolta di nettare;

Le api bottinatrici: molto laboriose e sempre indaffarate, si occupano del trasporto delle materie prime per la produzione del miele in alveare. Le bottinatrici fanno quindi carico di polline, nettare, acqua e propoli;

I fuchi: questa fascia è costituita esclusivamente dai maschi di ape che hanno come unico obiettivo quello di fecondare l’ape regina che potrà in questo modo deporre le uova;

L’ ape regina: ultima in classifica ma non per importanza, l’ape regina costituisce l’unica ape feconda all’interno dell’alveare. È la sola in grado di deporre le uova e permettere quindi la sopravvivenza e la moltiplicazione dello sciame.

 

Voliere per Uccelli

Per voliera si intende una gabbia di grandi dimensioni che di solito viene posizionata all’esterno delle abitazioni e dei giardini adatta per ospitare uccelli, sia di taglia piccola, come calopsiti, canarini, e piccoli animali esotici, che di taglia media come pappagalli e merli.
La struttura si può anche tenere all’interno dell’ambiente casalingo, solitamente per questa soluzione la voliera deve essere predisposta di fondo estraibile per una facile pulizia.

Prima di acquistare una voliera è fondamentale scegliere con precisione la razza che si intende tenere ed allevare, per evitare una scelta errata del ricovero che li ospiterà. Importante anche capire il numero di maschi e femmine che ognuna può contenere in quanto è molto difficile trovare il giusto equilibrio all’interno della gabbia, sia tra specie uguali sia tra specie diverse.
Solitamente, all’acquisto della voliera vengono abbinati anche gli accessori necessari per gli animali che andremo ad inserire all’interno, come per esempio: mangiatoie, beverini, posatoi, vaschette da bagno, porta iuta, porta seppia, porta biscotto e nidi per la deposizione delle uova.
Oltre che alla dimensione, che deve essere idonea per il numero di capi che si trovano all’interno, è molto importante anche considerare il materiale.
Si deve infatti considerare che una voliera deve resistere all’esterno, specialmente nei mesi invernali in cui spesso le temperature scendono sotto lo 0° e quindi chi sceglie la versione in legno deve tener presente della qualità del prodotto che compra.
Fondamentale anche considerare il tipo di vernice che è stata utilizzata per la realizzazione della voliera in quanto potrebbe costituire un rischio per la salute degli uccellini se ingerita.

Oltre che alle voliere già strutturate, esiste anche la possibilità di comporre una gabbia con dimensioni personalizzate attraverso pannelli modulari in acciaio zincato.

Allevare uccelli è sicuramente una tra le attività che regala molte soddisfazioni, farlo con la giusta voliera sicuramente ci aiuterà in questo magnifico percorso!
Se stai cercando una voliera per i tuoi uccellini sei nel posto giusto! Il Verde Mondo pone molta attenzione ai materiali e alle caratteristiche delle voliere per garantire il giusto comfort e la sicurezza di cui gli animali hanno bisogno.

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Cani e Alimentazione corretta: tutto ciò che devi sapere

Il cane, a differenza del gatto, è in grado di mangiare grandi quantità di cibo tutte insieme grazie all’elasticità della parete gastrica. Spesso, però, questo si traduce in problemi di obesità che possono mettere a repentaglio la sua salute.
Quando si parla di quantità giornaliera di cibo per cani bisogna partire dal presupposto che il calcolo dipende da tanti fattori: l’età, l’attività fisica svolta, il tipo di alimenti che mangia (cibo secco, cibo umido, eccetera) e non meno importante la taglia e la razza del cane in questione. Inoltre, esistono esigenze specifiche che cambiano in base alla stagione dell’anno, allo stato di salute del cane, all’eventuale stato di gravidanza in corso.

Di solito la quantità ideale per la dieta del cane è segnalata sulla confezione del cibo per cani, dove sono specificate dosi e ingredienti. Naturalmente non esistono calcoli prestabiliti
ma
bisogna sempre fare riferimento al singolo caso: tuttavia, è possibile calcolare la dose giornaliera ad hoc soltanto basandosi sulle specifiche esigenze del singolo esemplare.

I cani adulti, in genere, hanno bisogno di uno o due pasti al giorno. Nello specifico, esaminando i cani per taglia:

–         cani adulti di piccola taglia tra 2 Kg e 8 kg : dai 50 ai 190 gr al giorno;

–         cani adulti di media taglia tra 9 Kg e 25 Kg : dai 155 ai 340 gr al giorno;

–         cani di grossa taglia oltre i 25 Kg : dai 345 ai 1030 gr al giorno

Quando si tratta di scegliere il miglior alimento per il nostro amico a 4 zampe, è importante imparare a leggere bene le etichette per comprendere non soltanto la giusta quantità di cibo da offrire, ma anche la qualità del mangime in sé.
In particolare, i valori da interpretare sono l’energia metabolizzabile (ME) e le kilocalorie (kcal): per energia metabolizzabile si intende il valore energetico dell’alimento, che ci aiuta a capire il reale valore nutritivo del cibo per cani. Maggiore è l’apporto di energia, minore sarà la quantità di cibo di cui il cane avrà bisogno. Il valore di energia metabolizzabile è espresso in kilocalorie per kilogrammo.
La quantità di cibo che il cane assume quotidianamente e il numero di volte in cui il cane deve mangiare ogni giorno variano a seconda che si tratti di un cane adulto, un cane anziano o un cucciolo. Ecco di seguito i metodi più utilizzati per alimentare il cane:

1)     A volontà: questo metodo alimentare consiste nel lasciare il mangime a disposizione del cane per tutto il giorno, lasciando l’animale libero di razionarlo come meglio crede durante la giornata. Si consiglia questa metodologia per cani che mangiano poco e per femmine in fase di allattamento, mentre è sconsigliato per i cani in sovrappeso e per quelli che non sanno razionare il cibo;

2)     Per quantità: si tratta del metodo più consigliato per l’alimentazione corretta del cane e consiste nel dilazionare in vari pasti una quantità fissa di cibo. In questo modo è possibile tenere sotto controllo il peso del cane e individuare in tempo eventuali cambiamenti e anomalie nella sua alimentazione;

3)     A tempo: in questo metodo il cane ha a disposizione la ciotola per un periodo di tempo prestabilito e poi il cibo viene tolto, a prescindere dal fatto che sia stato mangiato o meno. Si adatta ai cani che sanno razionare il cibo, ma è da evitare se il cane soffre di torsione dello stomaco o gastrica perché invita il cane a mangiare troppo rapidamente.

Inoltre, in base al peso del cane è possibile calcolare la quantità di kcal da assumere quotidianamente come riportato dalla WSAVA Global Veterinary Community:

·        3 kg > 190 kcal

·        5 kg > 280 kcal

·        10 kg > 470 kcal

·        15 kg > 640 kcal

·        20 kg > 790 kcal

·        25 kg > 940 kcal

·        30 kg > 100 kcal

·        35 kg > 1210 kcal

·        40 kg > 1340 kcal

Se invece scegli di alimentare il tuo cane con cibo casalingo dovrai consultare il veterinario per sapere come regolarti in termini di quantità e di varietà degli alimenti, per assicurare al tuo cane tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno.
In generale, però, ci sono alcune accortezze da prendere in considerazione se viene presa questa strada: la dieta casalinga per cani, infatti, non è bilanciata ed equilibrata come l’alimentazione a base di cibi commerciali, in cui i singoli valori nutrizionali sono già opportunamente calcolati.
Spesso chi possiede un cane non sa quali sono le regole da rispettare per la sua alimentazione con cibi casalinghi: il cane ha delle esigenze nutrizionali ben precise e ci sono pertanto delle regole da rispettare con cura e attenzione.
Detto questo, una regola generale per calcolare le dosi è basarsi sul rapporto tra peso corporeo del cane e ingredienti: il cucciolo di cane ha bisogno di 20/30 grammi di alimento proteico per ciascun kilo di peso, e della stessa quantità di carboidrati; mentre il cane adulto, mangerà una quantità di 15/20 grammi di carboidrati e la stessa quantità di proteine animali per ciascun kilo di peso corporeo.