Rigenerare il Suolo per Rigenerare la Società

L’Agricoltura Organica e Rigenerativa (AOR) è l‘unione di diversi approcci, che agronomi di tutto il mondo hanno sviluppato in anni di esperienza.
L’obiettivo non è quello di creare una nuova disciplina, ma bensì in questo caso è la disciplina che si è creata da sola, in anni di lavoro e sperimentazioni.
Nata dal campo e dall’esperienza delle persone, utilizza saperi contadini e tecniche innovative, sempre con lo sguardo rivolto alla scienza.

Fino a dieci anni fa questi principi e queste tecniche, pur essendo già molto diffuse, non erano ancora state considerate perché ciò che contava davvero era non essere ostacolati dentro marchi e sanzioni disciplinari e poter lavorare autonomamente senza restrizioni ed imposizioni.
Nel 2010 fu l’associazione ONG Deafal la prima a riconoscere questo nuovo termine.

All’interno della carta dei principi e dei valori dell’agricoltura organica e rigenerativa troviamo quattro pilastri fondamentali:

1)     Rigenerare il Suolo:

attraverso l’implementazione di alcune pratiche che aumentino la fertilità del suolo, quantificabile dall’aumento di carbonio organico, dalla maggiore dotazione, dalla disponibilità di elementi minerali e dall’aumentata diversità microbiologica.
Fondamentali anche le pratiche scientifiche, innovative e sperimentali che valorizzino le specificità e le culture locali prendendo spunto dalle tradizioni dei territori;

2)     Rigenerare gli Ecosistemi e le Biodiversità:

operando diminuendo le contaminazioni ambientali da sostanze chimiche e valorizzando gli scarti aziendali del territorio attraverso l’autoproduzione dei mezzi tecnici, rivalutando le risorse genetiche locali, gestendo in maniera efficiente le acque e le risorse agro-silvo-pastorali;

3)     Rigenerare le relazioni tra gli esseri viventi:

garantendo alle piante cure colturali e trattamenti che favoriscano la loro salute nel tempo e il loro costante equilibrio fisiologico.
Prevede inoltre di agire nella cura e nel rispetto della dignità delle persone e degli animali favorendo i rapporti di lavoro e di scambio basati sulla tutela dei diritti e sulla trasparenza;

4)     Rigenerare i saperi:

promuovendo la conoscenza come bene collettivo in continua trasformazione ed evoluzione da acquisire e trasmettere in una dimensione di apertura ed interazione con gli altri.

Ad oggi si cerca di portare sempre più l’Agricoltura Organica e Rigenerativa in una piccola parte dei 1,5 miliardi di ettari coltivati nel pianeta Terra.

Novità 2021 di Animalissimo.it

Ecco a Voi tutte le nuovissime ed importantissime Novità implementate nel nostro portale:

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 Riassumendo:

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Conigli: Tutti i Consigli per una perfetta Alimentazione

Il coniglio è principalmente erbivoro e in natura si nutre di erba, foglie, fieno, germogli, fiori, cortecce e vari alimenti vegetali che trova nel territorio. L’alimentazione del coniglio deve essere ricca di fibre e quindi deve essere a base di fieno, erba e verdura.

Alimentare il coniglio con cibi sbagliati come mangimi con semini, pane, biscotti, grissini, pasta, cereali, cioccolato e dolci, può causargli gravi problemi di salute come ad esempio malocclusione dentale, blocchi gastrointestinali, enteriti, obesità o calcoli che porterebbero alla morte il coniglio.

Fondamentale che ogni cambiamento nella dieta avvenga in maniera moderata procedendo sempre con molta gradualità e aggiungendo poco alla volta i vari cibi che il coniglio non è abituato a mangiare.

Inizialmente, per introdurre nuovi alimenti potrete procedere eliminando il mangime misto e mettendo a disposizione il fieno.

Il fieno è fondamentale nell’alimentazione dei conigli perché consente una masticazione prolungata e previene i problemi dentali, è inoltre un alimento completo, poco calorico e ricco di fibra che previene l’obesità e mantiene l’intestino regolare. E’ un alimento indispensabile che deve essere consumato in quantità illimitata tutti i giorni.

Se il vostro coniglio non mangia il fieno cercate di capire se è un problema di denti o se va rivista la sua dieta, e insistete cambiando vari tipi di fieno.
Il fieno migliore è quello di prato di polifita e per cavalli, in quanto è ricco di erbe miste, deve essere verde e profumato, senza muffe o pesticidi.
Il fieno di erba medica invece va dato con molta moderazione specie nei conigli adulti e con problemi di calcoli o sabbia vescicale, essendo ricco di calcio e povero di fibra. 

Anche l’erba è indispensabile per un’alimentazione corretta. Essa infatti è un alimento poco calorico e ricco di fibra, che previene l’obesità, mantiene l’intestino regolare e previene i blocchi intestinali. E’ inoltre ricca di vitamina D, calcio e minerali importantissimi per le ossa.
I vegetali sono importantissimi per la buona salute del coniglio in quanto ricchi di acqua, fibre, vitamine, calcio e sali minerali.

Nonostante ciò è bene però non eccedere con le dosi, perché non hanno le stesse funzioni dell’erba: le verdure sono molto più ricche di acqua e portano ad un maggiore riempimento gastrico saziando il coniglio più velocemente.

La verdura è altrettanto importante perché contiene acqua, vitamine, calcio e minerali importantissimi per la salute del coniglio. Aiuta il buon funzionamento intestinale e aiuta il consumo dei denti.

Il pellet solitamente va dato come integrazione ai cuccioli in crescita, ai conigli che per problemi di denti non riescono a mangiare correttamente il fieno e le verdure e ai conigli sottopeso.
La quantità consigliata varia a seconda dell’età, del peso, del metabolismo e dei problemi di salute di ogni singolo esemplare.

In linea di massima le dosi per un coniglio sano sono 1 o 2 cucchiai al giorno, non di più perché non è fondamentale nella sua dieta, anche se il coniglio ne è molto goloso, potrebbe portare all’obesità e ad altre patologie, ricordiamoci che in natura il coniglio non mangia il pellet.

 

 

 

I Dalmata: Origini e Curiosità

Il dalmata è un cane da compagnia di taglia medio-grande dal caratteristico mantello bianco con macchie nere o marroni di 2-3 cm di diametro sul corpo, e più piccole sulla testa e sugli arti.
Ha una struttura elegante che, vista lateralmente, può essere inscritta in un quadrato.
L’origine del nome deriva probabilmente dal fatto che il suo manto maculato ricordava il leopardo, simbolo della Dalmazia. In base a riferimenti scritti questi cani sono arrivati con le invasioni dei popoli slavi sulle coste e isole dell’attuale Croazia fino ad arrivare poi in Italia.
Sono due i dipinti esistenti che ritraggono la storia di questa razza: il primo, opera di un pittore minore genovese del 
XVII secolo, rappresenta una scena di caccia nella quale sono raffigurati quattro cani diversi fra cui due dalmata, uno dei quali in braccio a un bimbo, in segno affettuoso tipico della razza; l’altro è un affresco del XIV secolo che raffigura il potere ecclesiastico e rappresenta un gruppo di frati con una tonaca bianca e nera tessuta di pelle d’ermellino.
Negli ultimi decenni il dalmata è diventato famoso per la diffusione e pubblicità che ne ha fatto la Walt Disney Company con il film La carica dei 101.

Uno dei maggiori problemi di salute del dalmata è la propensione alla sordità congenita. L’8% dei cani di questa razza sono sordi da entrambe le orecchie e il 22% sono sordi da un orecchio. La tiroidite autoimmune è piuttosto frequente in questa razza canina e affligge il 10.4% dei dalmata.
I cani di razza dalmata sono anche predisposti geneticamente alla formazione di calcoli renali, per via di un difetto nel metabolismo dell’acido urico.

Il Dalmata è un cane reattivo, di grande energia, fisicamente bello da ammirare e incredibilmente stimolante nell’interazione. Ha bisogno di un addestramento specifico e ben svolto da un proprietario esperto, soprattutto per non assecondare comportamenti sbagliati, specialmente con persone sconosciute.  
In generale è una razza affettuosa che interagisce bene con tutti i componenti della famiglia e ha una predilezione particolare per i bambini.
È abbastanza evidente come una struttura fisica come quella del Dalmata debba essere tenuta sotto controllo o modellata attraverso un allenamento ben impostato e regolare. Non è nella natura di questo cane passare troppo tempo in assoluta inattività. Per questo motivo è consigliabile riuscire a ritagliarsi spazi di almeno un’ora, un paio di volte al giorno, per consentire a questa splendida razza di esercitarsi con regolarità. In questo modo può sfogare lo stress e migliorare le sue già eccellenti qualità fisiche.

 

La Gerarchia delle Api all’interno dell’Alveare

All’interno dell’alveare, le api sono le proprietarie di uno straordinario lavoro di coordinazione in cui ognuna svolge un ruolo ben definito e specifico.
L’organizzazione delle api è un fattore che determina la loro sopravvivenza alle possibili avversità della natura e la loro laboriosità e il loro ingegno hanno dato vita a uno dei più affascinanti regni del mondo animale.
La natura non ha scelto a caso la forma dei favi (celle): il rapporto tra perimetro e area dell’esagono del favo è proporzionale al rapporto tra la grandezza della cella e il livello di produzione della cera necessaria per costruirla.

I ruoli sono solitamente divisi in base all’anzianità delle api: le api più “vecchie”, infatti, sono solitamente quelle che vengono esposte ai rischi e che sono prescelte per i ruoli più pericolosi come ad esempio quelli in cui si è più vicini agli occhi dei predatori.
In ogni alveare viene sempre data precedenza all’ape regina che però, a sua volta, non riuscirebbe a resistere a lungo senza il sostegno delle sue api operaie. Sono loro a procurarle cibo e scorte necessarie alla sopravvivenza.
In questo caso, non è corretto parlare di gerarchia all’interno dell’alveare, perché nella loro opera di assegnazione dei ruoli, esiste una cooperazione generale che non prevede la prevaricazione di un ruolo su un altro proprio perché, il lavoro di ogni singola ape è indispensabile per la sopravvivenza di tutte le altre.

All’interno di un alveare le regole sono rigide: tutto ciò che non risulta essere necessario, viene eliminato.

In base alle loro mansioni e ai loro ruoli, le api vengono categorizzate in otto classi differenti:

Le api guardiane: si occupano solo ed esclusivamente della difesa dell’alveare: sono pronte a sacrificare la loro stessa vita pur di difendere la famiglia. Il ruolo dell’ape guardiana è un incarico molto impegnativo e nel caso in cui queste dovessero usare il loro pungiglione per difendersi, andrebbero incontro alla morte;

Le api spazzine: si tratta di api che hanno il compito di mantenere pulito e ordinato l’alveare. Esse si disfano di qualsiasi ingombro che possa risultare inutile. Capita spesso infatti, di vedere come api di questo tipo si impegnino per trascinare via i resti o i corpi senza vita delle api ormai decedute;

Le api nutrici: sono particolari api che svolgono un ruolo meraviglioso. Si occupano unicamente di nutrire le larve appena nate: solitamente sono api molto giovani a svolgere questo compito. Sono loro stesse a trasformare il polline in pappa reale e successivamente a riporlo nelle cellette in cui si trovano le piccole;

Le api operaie: indispensabili per la loro sovrana, queste api si prendono costantemente cura dell’ape regina e provvedono a qualsiasi sua necessità in modo da mantenerla sana e forte. In generale le api operaie si adattano a molti ruoli differenti e sono un po’ le “tuttofare” dell’alveare;

Le api esploratrici: ruolo riservato alle api più anziane, viene affidato a quelle più sacrificabili che, spostandosi alla ricerca di cibo, sono molto vulnerabili all’attacco dei predatori. Una volta raggiunta la fonte di nutrimento, le api esploratrici fanno ritorno in alveare e comunico al resto delle api dove spostarsi per la raccolta di nettare;

Le api bottinatrici: molto laboriose e sempre indaffarate, si occupano del trasporto delle materie prime per la produzione del miele in alveare. Le bottinatrici fanno quindi carico di polline, nettare, acqua e propoli;

I fuchi: questa fascia è costituita esclusivamente dai maschi di ape che hanno come unico obiettivo quello di fecondare l’ape regina che potrà in questo modo deporre le uova;

L’ ape regina: ultima in classifica ma non per importanza, l’ape regina costituisce l’unica ape feconda all’interno dell’alveare. È la sola in grado di deporre le uova e permettere quindi la sopravvivenza e la moltiplicazione dello sciame.

 

Voliere per Uccelli

Per voliera si intende una gabbia di grandi dimensioni che di solito viene posizionata all’esterno delle abitazioni e dei giardini adatta per ospitare uccelli, sia di taglia piccola, come calopsiti, canarini, e piccoli animali esotici, che di taglia media come pappagalli e merli.
La struttura si può anche tenere all’interno dell’ambiente casalingo, solitamente per questa soluzione la voliera deve essere predisposta di fondo estraibile per una facile pulizia.

Prima di acquistare una voliera è fondamentale scegliere con precisione la razza che si intende tenere ed allevare, per evitare una scelta errata del ricovero che li ospiterà. Importante anche capire il numero di maschi e femmine che ognuna può contenere in quanto è molto difficile trovare il giusto equilibrio all’interno della gabbia, sia tra specie uguali sia tra specie diverse.
Solitamente, all’acquisto della voliera vengono abbinati anche gli accessori necessari per gli animali che andremo ad inserire all’interno, come per esempio: mangiatoie, beverini, posatoi, vaschette da bagno, porta iuta, porta seppia, porta biscotto e nidi per la deposizione delle uova.
Oltre che alla dimensione, che deve essere idonea per il numero di capi che si trovano all’interno, è molto importante anche considerare il materiale.
Si deve infatti considerare che una voliera deve resistere all’esterno, specialmente nei mesi invernali in cui spesso le temperature scendono sotto lo 0° e quindi chi sceglie la versione in legno deve tener presente della qualità del prodotto che compra.
Fondamentale anche considerare il tipo di vernice che è stata utilizzata per la realizzazione della voliera in quanto potrebbe costituire un rischio per la salute degli uccellini se ingerita.

Oltre che alle voliere già strutturate, esiste anche la possibilità di comporre una gabbia con dimensioni personalizzate attraverso pannelli modulari in acciaio zincato.

Allevare uccelli è sicuramente una tra le attività che regala molte soddisfazioni, farlo con la giusta voliera sicuramente ci aiuterà in questo magnifico percorso!
Se stai cercando una voliera per i tuoi uccellini sei nel posto giusto! Il Verde Mondo pone molta attenzione ai materiali e alle caratteristiche delle voliere per garantire il giusto comfort e la sicurezza di cui gli animali hanno bisogno.

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Cani e Alimentazione corretta: tutto ciò che devi sapere

Il cane, a differenza del gatto, è in grado di mangiare grandi quantità di cibo tutte insieme grazie all’elasticità della parete gastrica. Spesso, però, questo si traduce in problemi di obesità che possono mettere a repentaglio la sua salute.
Quando si parla di quantità giornaliera di cibo per cani bisogna partire dal presupposto che il calcolo dipende da tanti fattori: l’età, l’attività fisica svolta, il tipo di alimenti che mangia (cibo secco, cibo umido, eccetera) e non meno importante la taglia e la razza del cane in questione. Inoltre, esistono esigenze specifiche che cambiano in base alla stagione dell’anno, allo stato di salute del cane, all’eventuale stato di gravidanza in corso.

Di solito la quantità ideale per la dieta del cane è segnalata sulla confezione del cibo per cani, dove sono specificate dosi e ingredienti. Naturalmente non esistono calcoli prestabiliti
ma
bisogna sempre fare riferimento al singolo caso: tuttavia, è possibile calcolare la dose giornaliera ad hoc soltanto basandosi sulle specifiche esigenze del singolo esemplare.

I cani adulti, in genere, hanno bisogno di uno o due pasti al giorno. Nello specifico, esaminando i cani per taglia:

–         cani adulti di piccola taglia tra 2 Kg e 8 kg : dai 50 ai 190 gr al giorno;

–         cani adulti di media taglia tra 9 Kg e 25 Kg : dai 155 ai 340 gr al giorno;

–         cani di grossa taglia oltre i 25 Kg : dai 345 ai 1030 gr al giorno

Quando si tratta di scegliere il miglior alimento per il nostro amico a 4 zampe, è importante imparare a leggere bene le etichette per comprendere non soltanto la giusta quantità di cibo da offrire, ma anche la qualità del mangime in sé.
In particolare, i valori da interpretare sono l’energia metabolizzabile (ME) e le kilocalorie (kcal): per energia metabolizzabile si intende il valore energetico dell’alimento, che ci aiuta a capire il reale valore nutritivo del cibo per cani. Maggiore è l’apporto di energia, minore sarà la quantità di cibo di cui il cane avrà bisogno. Il valore di energia metabolizzabile è espresso in kilocalorie per kilogrammo.
La quantità di cibo che il cane assume quotidianamente e il numero di volte in cui il cane deve mangiare ogni giorno variano a seconda che si tratti di un cane adulto, un cane anziano o un cucciolo. Ecco di seguito i metodi più utilizzati per alimentare il cane:

1)     A volontà: questo metodo alimentare consiste nel lasciare il mangime a disposizione del cane per tutto il giorno, lasciando l’animale libero di razionarlo come meglio crede durante la giornata. Si consiglia questa metodologia per cani che mangiano poco e per femmine in fase di allattamento, mentre è sconsigliato per i cani in sovrappeso e per quelli che non sanno razionare il cibo;

2)     Per quantità: si tratta del metodo più consigliato per l’alimentazione corretta del cane e consiste nel dilazionare in vari pasti una quantità fissa di cibo. In questo modo è possibile tenere sotto controllo il peso del cane e individuare in tempo eventuali cambiamenti e anomalie nella sua alimentazione;

3)     A tempo: in questo metodo il cane ha a disposizione la ciotola per un periodo di tempo prestabilito e poi il cibo viene tolto, a prescindere dal fatto che sia stato mangiato o meno. Si adatta ai cani che sanno razionare il cibo, ma è da evitare se il cane soffre di torsione dello stomaco o gastrica perché invita il cane a mangiare troppo rapidamente.

Inoltre, in base al peso del cane è possibile calcolare la quantità di kcal da assumere quotidianamente come riportato dalla WSAVA Global Veterinary Community:

·        3 kg > 190 kcal

·        5 kg > 280 kcal

·        10 kg > 470 kcal

·        15 kg > 640 kcal

·        20 kg > 790 kcal

·        25 kg > 940 kcal

·        30 kg > 100 kcal

·        35 kg > 1210 kcal

·        40 kg > 1340 kcal

Se invece scegli di alimentare il tuo cane con cibo casalingo dovrai consultare il veterinario per sapere come regolarti in termini di quantità e di varietà degli alimenti, per assicurare al tuo cane tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno.
In generale, però, ci sono alcune accortezze da prendere in considerazione se viene presa questa strada: la dieta casalinga per cani, infatti, non è bilanciata ed equilibrata come l’alimentazione a base di cibi commerciali, in cui i singoli valori nutrizionali sono già opportunamente calcolati.
Spesso chi possiede un cane non sa quali sono le regole da rispettare per la sua alimentazione con cibi casalinghi: il cane ha delle esigenze nutrizionali ben precise e ci sono pertanto delle regole da rispettare con cura e attenzione.
Detto questo, una regola generale per calcolare le dosi è basarsi sul rapporto tra peso corporeo del cane e ingredienti: il cucciolo di cane ha bisogno di 20/30 grammi di alimento proteico per ciascun kilo di peso, e della stessa quantità di carboidrati; mentre il cane adulto, mangerà una quantità di 15/20 grammi di carboidrati e la stessa quantità di proteine animali per ciascun kilo di peso corporeo.

 

 

Curiosità sui Cani

Il cane è il migliore amico dell’uomo, la felicità e la gioia che portano in tante case fanno di questo animale uno dei più amati e studiati al mondo.
Indistintamente che siano di razza o no, grandi o piccini, a pelo lungo o corto, l’amore che proviamo per loro non cambia.

Per tutti gli appassionati ecco di seguito alcune tra le principali curiosità legate ai nostri amici a 4 zampe:

·        Il primo cane a viaggiare nello spazio è stato Laika nel 1957;

·        Il Doberman prende nome da Karl Friedrich Louis Dobermann il creatore della razza. La creò per difendersi dalle altre persone quand’era a lavoro. Faceva l’esattore delle tasse e di notte il guardiano, oltre che l’esecutore di sequestri giudiziari;

·        A Pompei è stata trovata la prima scritta “cave canem” ovvero “attenti al cane”. La scritta si trovava su un mosaico posto all’entrata della casa del poeta Tragico. In un altro mosaico invece è rappresentato un cane legato con la catena, il tutto presso l’ingresso della casa di Paquio Proculo. Nel museo archeologico nazionale di Napoli invece ti trova un mosaico che rappresentava il cane prelevato della casa di Orfeo;

·        Alcuni cani sono capaci di percepire gli attacchi di epilessia nell’uomo prima che avvengano. Altri invece riescono a fiutare i tumori;

·        Negli Stati Uniti d’America c’è un emittente radiofonica solo per cani. È nata per farli compagnia quando sono in casa da soli per molte ore;

·        L’aspettativa di vita media dei cani va dagli otto ai sedici anni. Più il cane è di razza piccola più vive a lungo;

·        Il cane appartiene alla famiglia dei lupi, dingo, coyote, sciacalli e volpi;

·        La razza più piccola di cani è il Chihuahuamentre la più grande è l’Alano.Tra i soggetti più pesanti in cima al podio c’è il 
San Bernardo, tra i più veloci invece i Greyhound;

·        Il cane è stato addomesticato a partire dall’età paleolitica, prima era selvatico;

·        L’uomo e il cane condividono il 75% del codice genetico;

·        Non esiste al mondo specie con più verità di razze. A oggi se ne contano oltre ottocento;

·        Il cane si rinfresca tramite le narici. Le razze con il muso lungo sono quelle che si rinfrescano più facilmente, mentre i cani con il viso schiacciato come il carlino, hanno maggiori problemi;

·        Il cane ha un orologio biologico perfetto e preciso. Sanno sempre quand’è l’ora di mangiare, bere, dormire, giocare o fare la passeggiata. Si vede ad esempio quando scattata l’ora della passeggiata, s’incamminammo verso la porta con il 
guinzaglio in bocca senza aver ricevuto nessun ordine dal padrone;

·        La razza canina più antica è il cane Saluki, meglio noto come Levriero Persiano, le cui prime raffigurazioni risalgono al 2000 a.C. Ancora oggi, comunque, il Saluki è considerato uno dei cani più obbedienti e intelligenti del pianeta;

·        Il cane più anziano al mondo ha vissuto bene ventinove anni;

·        Anche il cane suda, lo fa attraverso i cuscinetti posti sotto le zampe;

·        I cani vedono meglio di notte rispetto l’uomo;

·        Un cane può sentire fio a 225 metri di distanza da lui;

·        I cuccioli appena nati non sentono e non vedono nulla;

·        Nella prima settimana di vita un neo-cane dorme per il 90% della giornata mentre per il restante 10% mangia;

·        Essendo il miglior amico dell’uomo, il cane purtroppo è stato da noi sfruttato anche per fini poco nobili. Nel XVII secolo in America la razza canina Fila Brasileiro, viste le sue imponenti dimensioni, venivano utilizzati per controllare gli schiavi affinché non lasciassero le piantagioni;

·        Il massimo dei cuccioli nati da una sola cagna in un unico parto è stato di ventitré piccoli.

 

 

Il Welsh Corgi Pembroke

Il Welsh Corgi Pembroke è una razza canina di origine britannica riconosciuta dalla FCI.
Ancora non è noto quando questa razza sia stata introdotta nell’arcipelago britannico in quanto alcuni sostengono che questa razza sia stata importata dai Vichinghi, mentre altri credono che l’origine del Corgi sia autoctona, in quanto in 
Gran Bretagna si è trovata notizia in documenti storici del X secolo di un “curre” o “cur dog”, vocabolo che significa appunto cane da lavoro e il cui suono è molto simile alla pronuncia gallese del termine “corgi”.

La zona di origine e di maggior diffusione della razza resta comunque il Galles.
Il nome gallese del Pembroke, significa garretto, per indicare la caratteristica abitudine di questa specie di mordere i garretti alle mucche.
Nelle fattorie gallesi questi cani svolgevano il compito di cani da pastore. Guidavano infatti la mandria al pascolo, sorvegliandola di notte e riconducendo i soggetti che si allontanavano dal gruppo. Inoltre, durante il trasferimento del bestiame al mercato lo accompagnavano lungo il percorso ed erano pronti a difenderlo dai numerosi pericoli nelle zone selvagge.
La caratteristica di mordere i garretti era utile nella guida dei bovini, ma si rivelava un grave errore se applicata alle pecore. Nel 1880 i pastori, per ovviare a questo problema, pensarono di incrociare il Corgi con il Welsh Collie, altra razza da pastore utilizzata nel Galles: da questo incrocio ebbe origine la varietà Cardigan, tipica per il mantello blue merle.
Il Corgi, nonostante le sue doti e le sue capacità non comuni, sarebbe rimasto un cane da fattoria se nel 1933, Re 
Giorgio VI, non avesse acquistato un cucciolo di questa razza, Rozavel Golden Eagle, per regalarlo alla figlia Elisabetta. Il cane venne ribattezzato Susan e conquistò immediatamente il cuore della famiglia reale. A questo primo soggetto se ne aggiunsero presto molti altri dando vita all’allevamento della famiglia reale conosciuto con l’affisso Windsor. Da allora i Corgi sono divenuti per definizione “i cani della regina”, definizione entrata nell’uso corrente.

Questa razza si mostra come un vivace, curioso ed intelligentissimo piccolo cane, caratterizzato da una testa da volpe, zampe molto corte e con o senza coda. L’aggettivo “piccolo” fa riferimento solo alla taglia in quanto il carattere è quello di un cane più grande, da guardia.
Le sue dimensioni ridotte ne fanno un compagno ideale che occupa poco spazio in casa e che si adatta facilmente sia alla vita di città sia a quella di campagna.
In generale non necessita di attività fisica particolarmente intensa ed è piuttosto difficile stancarlo. Il suo pelo corto rappresenta un’ottima protezione contro il freddo e l’umido, in quanto dotato di un fitto sottopelo che richiede pochissime cure.
Alle sue capacità lavorative, si aggiunge il fatto di essere un ottimo cacciatore di topi e conigli e talvolta anche di fagiani e pernici; può inoltre essere addestrato all’obbedienza e alle prove di agilità.
Fino a qualche anno fa era uso comune tagliare la coda ai cuccioli nei primi giorni di vita. In molti paesi Europei questa pratica è stata vietata e ciò ha costretto l’FCI ad aggiornare lo standard di razza inserendo un esplicito riferimento alla coda che deve essere in linea con la dorsale, portata bassa.

Il Pembroke adulto è alto 25-30 cm e i maschi pesano 10-12 kg e le femmine 9-11 kg.

La dieta di questo cane ha bisogno di avere il giusto equilibrio tra tutti i principali gruppi di nutrienti, inclusa una fornitura costante di acqua fresca. È anche importante eseguire regolarmente la valutazione delle condizioni corporee per assicurarsi di mantenere il cane in una forma ideale e ricord

Allevamento Avicolo: meglio cominciare dai Riproduttori, dalle Uova o dai Pulcini?

Iniziare un allevamento di avicoli comporta alcune scelte come, ad esempio: “è meglio acquistare una coppia di riproduttori? O è più conveniente partire da uova o pulcini?”
Chiaramente, ognuna di queste opportunità, presenta pregi e difetti.

Se optiamo per iniziare un allevamento di avicoli a partire dai riproduttori, il grosso vantaggio è quello di iniziare ad allevare con esemplari già formati, maturi e con evidenti punti di forza. Acquistando animali di almeno un anno di vita saranno anche presenti eventuali difetti di livrea e portamento, fattori molto importanti ai fini selettivi. Inoltre, partendo da buoni soggetti è molto probabile che i loro figli saranno animali di buona qualità e nel corso degli anni gli scarti in termini di selezione saranno inferiori.
Tra gli svantaggi, sono da considerare sicuramente i costi da sostenere: acquistare un gruppo di riproduttori costa molto di più di acquistare le uova o i pulcini e inoltre, bisognerà considerare anche i costi di trasporto e di mantenimento.

Se invece decidiamo di istituire un allevamento di avicoli a partire dalle uova, i vantaggi risiedono nel fatto che le uova hanno un costo molto economico, di norma compreso tra 1€ e 5€.
Inoltre, acquistare le uova potrebbe essere un’occasione per avere razze rare che nessuno alleva nelle vicinanze.
Il principale svantaggio sta invece nel fatto che in questo modo non esistono certezze sulla qualità e sullo stato di salute dei pulcini che nasceranno. È infatti risaputo che spesso le uova che compriamo non sono fertili oppure il risultato prodotto è differente da quello immaginato. Proprio per questo motivo, è importante cercare feedback e testimonianze sull’operato dell’allevatore da cui si acquistano le uova.
Un altro problema da considerare è che non tutti gli spedizionieri adottano particolari accortezze nel trasporto e anche questo incide enormemente sulla sopravvivenza degli embrioni.

Ultima possibilità, iniziare un allevamento di avicoli a partire dai pulcini. Come per le uova, anche in questo caso il principale vantaggio è quello del prezzo contenuto.
In alcuni casi, già dai primi giorni è possibile capire, osservando il piumino dei pulcini o le loro caratteristiche, se un esemplare è puro o meno.
Parlando degli svantaggi, ovviamente per la maggior parte dei casi non sarà nota la qualità dei soggetti prima di alcuni mesi ed inoltre potrebbero registrarsi alcuni episodi di mortalità giovanile.

Dopo aver analizzato le tre casistiche, in conclusione possiamo dire che la scelta migliore è quella di partire dai riproduttori: sicuramente è un’operazione più costosa rispetto alle altre due possibilità, ma è in questo modo che aumenteranno le probabilità di far nascere soggetti di buona qualità e quindi, rispetto all’acquisto di uova o pulcini, diminuiranno le spese di mantenimento e accrescimento per soggetti di scarso valore che non potremmo comunque usare come riproduttori.

A livello pratico, è consigliabile prendere un gallo e 2/3 galline. In questo modo sicuramente si avranno buoni risultati in poco tempo e si potrà gestire la consanguineità degli animali da vicino evitando errori.

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