Utensili per Orto e Giardino

Per fare orto o giardinaggio sono necessarie alcune attrezzature, che ci aiuteranno nel lavoro. Gli utensili fondamentali sono strumenti manuali che per la loro semplicità non richiedono grandi investimenti all’acquisto.
Più costosi da comprare possono rivelarsi invece gli attrezzi a motore, che aiutano a ridurre la fatica.
Tra i più conosciuti ed utilizzati troviamo:

o   Vanga: utilizzata per smuovere superficialmente la terra. Lo scopo principale dell’uso di questo utensile è quello di dissodare il terreno suddividendolo in zolle. Si differenzia da un badile in quanto si usa in modo differente; infatti, la vanga viene spinta nel terreno con la forza del piede e non con le braccia, inoltre la sua lama è molto meno incurvata. Vangare è la prima operazione importante per l’orto classico, permette alle radici delle piante orticole di penetrare agevolmente nel suolo e all’acqua in eccesso di defluire evitando ristagni;

o   Pala: detta comunemente anche badile è l’attrezzo utilizzato per rimuovere o raccogliere terra, fieno, pietrame o altro materiale minuto;

o   Zappa: Ideale per lavorare la terra e per rompere il terreno, estirpare erbe inutili o nocive. Questo utensile è riconosciuto come il più antico e il più diffuso al mondo. Si usa anche in vari altri contesti: ad esempio per operazioni di rincalzo, scavo di canali di scolo e solchi di semina.;

o   Rastrello: serve a raccogliere erbacce, foglie secche, fieno, paglia, ecc. Può essere utilizzato anche per pareggiare la ghiaia nei viali e nei cantieri. Nella coltivazione dell’orto occorre soprattutto il rastrello con denti di ferro, che viene usato per livellare il terreno, preparandolo così per la semina o per il trapianto;

o   Innaffiatoio: contiene acqua per bagnare piante o fiori da vaso o anche piccoli giardini;

o   Foraterra: è un paletto a punta che serve per fare buchi nel terreno. È particolarmente indicato per mettere a dimora le piantine nella fase di coltivazione;

o   Secchio: contenitore cilindrico o conico. Viene usato per trasportare acqua, sabbia, ortaggi, frutta e, se avete degli animali per portare gli alimenti agli animali;

o   Cesoia: utensile che possiede la forma di una grossa e robusta forbice, particolarmente indicata per operazioni di potatura e di taglio di piccoli rami;

o   Badile: è importante per lavori che comportano spostamento di terra, come la realizzazione di canali e prode rialzate nell’orto, spesso in queste operazioni è comodo avere un piccone con cui scavare e una carriola per trasportare il terriccio da riporto. La forca da fieno serve invece a smuovere il mucchio del compost e a spostare l’erba tagliata, anche lei non dovrebbe mancare tra gli attrezzi di orto e giardino.

Ci sono anche altri piccoli attrezzi manuali (mini-sarchiatore, rastrellino e zappetta) che sono utili a lavorare vicino alla pianta oppure a coltivare l’orto sul balcone.
La tecnologia può dare una grossa mano all’orticoltore, al giardiniere e al contadino, facendo loro risparmiare molta fatica. Ci sono una serie di macchinari che risultano utili per gestire l’erba del prato, per lavorare il suolo da coltivare e per curare gli alberi ornamentali e da frutto.
Gli attrezzi motorizzati possono essere suddivisi in elettrici e con motore a scoppio.
Tra gli attrezzi a motore disponibili per lavorare il terreno ricordiamo motozappa, motocoltivatore, aratro rotativo e vangatrice.

Perché gli strumenti di lavoro si mantengano efficienti è importante che vengano sempre puliti dopo l’uso. Residui di terra provocano ruggine alle parti in metallo e possono sviluppare muffe e marciumi nocivi anche alle piante. 
Gli attrezzi a motore necessitano poi una corretta manutenzione secondo quanto previsto dal produttore, dall’ingrassamento dell’albero del decespugliatore o delle lame del tagliasiepi al cambio d’olio del tosaerba a benzina, fino all’affilatura della catena della motosega. Non effettuare queste operazioni periodicamente significa causare il deperimento dell’attrezzo.
Se ci sono in corso problemi di malattie delle piante è buona prassi anche
disinfettare l’attrezzatura dell’orto, in modo da evitare che lo strumento diventi portatore dell’infezione.

  

L’importanza della Cuccia per i nostri amici a 4 zampe

I cani, di qualsiasi razza e taglia, amano stare in compagnia del loro padrone, sono animali socievoli e vorrebbero sempre partecipare alla vita della famiglia senza mai sentirsi soli ed emarginati.
È importante per il loro futuro che la crescita del nostro cucciolo sia costantemente accompagnata dal nostro affetto e dalla nostra compagnia ma è altrettanto fondamentale accompagnarlo ad acquisire una propria identità, che farà di loro cani felici, sensibili e responsabili.
Uno dei principi fondamentali dell’etologia canina è creare e far vivere il cane in una cuccia:

in questo modo acquisirà autostima e sicurezza perché in essa troverà un luogo confortevole in cui riposare ma soprattutto un rifugio in cui stare nei momenti di paura e di sconforto. Quando si troverà nella sua cuccia si sentirà inattaccabile e al sicuro a prescindere da qualsiasi stato emotivo che proverà.

Abituare il cucciolo a dormire sempre lì all’inizio sarà difficile ma con il trascorrere dei giorni capirà che quello è il suo posto.

La cuccia, oltre che ad essere un posto sicuro, diventerà anche la posizione di “castigo” nel caso in cui il cane mostrerà comportamenti scorretti e non equilibrati.

È altrettanto importante posizionare la cuccia in un posto adatto alle esigenze del nostro amico a quattro zampe.

Fondamentale posizionarla in un angolo riparato dalle correnti, appoggiato ad un muro, lontano da porte che si aprono e chiudono, possibilmente non troppo lontano da noi e dalla stanza in cui riposiamo.

Altrettanto importante non modificare posizione della cuccia fino a quando il cane non l’avrà acquisita come sua e con fiducia.

Si consiglia, nel caso in cui ci sia un trasloco per cambio casa o una nuova dimora in cui trascorrere le vacanze, di posizionare la cuccia come di consueto in modo che questo cambiamento non sia troppo d’impatto per il cucciolo.

Il cane che si trova vivere un ambiente nuovo senza una posizione a lui dedicata, non si troverà mai a suo agio e potrebbe soffrire per questa situazione.

 
Per quanto riguarda il modello spaziamo dalla classica brandina ai modelli in lego o coibentati. Tutti i modelli disponibili nel sito www.ilverdemondo.it

 

Pollo Ornamentale Brahma

La Brahma è una razza gigante di pollo ornamentale di origini asiatiche, precisamente dal distretto di Brahama Pootra, nella località di Grey Chittagong.
Si tratta di un esemplare dalla mole possente e dal piumaggio ricco e morbido, caratterizzato da zampe ricoperte di penne.
Venne esportata per la prima volta nel 1846 nel Nord America e successivamente ebbe molto successo in tutto l’Occidente
grazie alla sua bellezza e alla bontà delle sue carni.
La Brahma ha contribuito alla creazione di molte razze nate in Europa e Nord America nel corso del XX secolo, ma oggi è principalmente una razza ornamentale e da esposizione, allevata esclusivamente per fini estetici e sportivi.
È una delle razze ornamentali più famose e allevate al mondo, e ne sono state create parecchie varietà di colore. 

Le più famose sono la bianca columbia e la perniciata argento a maglie nere, definite rispettivamente in inglese light e dark. Da queste due varietà sono state create molte varianti: bianca columbia blu, fulva columbia, fulva columbia blu, perniciata maglie nere, perniciata maglie blu. Altre varietà sono la bianca, la nera, la blu e la sparviero.

La Brahma ha riscosso molto successo come pollo ornamentale perché è molto rustica; perciò, si adatta a diverse condizioni climatiche e ambientali. Inoltre, ha un carattere fiducioso e affettuoso che la rende un perfetto animale da compagnia.
Sono polli incapaci al volo, perciò i trespoli su cui si appollaieranno la notte devono essere posti in basso nel pollaio, e il recinto esterno può essere alto anche solo 50 centimetri.
Gli spazi di cui hanno bisogno sono ampi solo a causa della loro mole gigante, altrimenti non necessitano di spazi aperti in cui correre e scorrazzare liberamente.
Le uova sono piccole e di colore bruno e le galline depongono anche in inverno.

Loro malgrado la vita è molto breve, e solitamente non supera i cinque anni di vita. Gli allevatori per questo motivo dovranno incubare le uova almeno un anno prima se vorranno esporre nelle mostre i loro esemplari in un aspetto ottimale.
Sono di seguito riportate tutte le specifiche e tutte le varietà riconosciute della razza Brahma dallo standard italiano, così come risultano nell’elenco della FIAV :

I – GENERALITÀ

Origine: Selezionata in U.S.A. da polli di origine asiatica.

Uovo: Peso minimo g. 60

Colore del guscio: da giallo bruno a giallo rosso.

Anello Gallo : mm. 27

Anello Gallina : mm. 24

II – TIPOLOGIA ED INDIRIZZI PER LA SELEZIONE

Pollo vigoroso e pesante, di grossa mole con corpo largo; piumaggio ricco e tarsi abbondantemente calzati. Migliorare la produttività e mantenere la tipologia selezionando soggetti di grande taglia e di peso elevato.

III – STANDARD

Aspetto generale e caratteristiche della razza

1- FORMA

Tronco: largo, profondo, portato orizzontalmente; la gallina appare più bassa e con il tronco più raccolto.

Testa: proporzionalmente piccola, larga a partire dalla fronte, fortemente arrotondata e ben impiantata sul collo.

Becco: corto, robusto e ben incurvato. Giallo, spesso con striature più scure.

Occhi: profondi, rotondi e infossati, con sopracciglia sporgenti che determinano uno sguardo cupo e fiero. Colore rosso/arancio.

Cresta: a pisello, piccola, ben impiantata, rossa.

Bargigli: piccoli, ben arrotondati e di tessitura fine; tra i due lobi presenza di una giogaia che copre la gola. Rossi.

Faccia: rossa, liscia, ammessa qualche piuma.

Orecchioni: rossi, allungati e di tessitura fine.

Collo: di lunghezza media, con abbondante mantellina, ben curvato all’indietro e leggermente infossato dietro la testa.

Spalle: molto larghe e arrotondate.

Dorso: piuttosto corto, uniformemente largo con la groppa ben impiumata. Nel gallo concavo e senza bruschi angoli; nella gallina sale più dolcemente verso la coda.

Ali: corte, larghe e forti, ben chiuse ed aderenti al corpo, portate orizzontalmente, con le punte coperte dalle lanceolate della groppa.

Coda: corta, arrotondata e portata aperta, riccamente fornita di corte falciformi ben arcuate. Nella gallina le abbondanti copritrici non devono coprire le timoniere che sono ben in vista.

Petto: molto largo, pieno, ben arrotondato e con muscolatura forte, portato leggermente alto.

Zampe: gambe ben sviluppate e ben impiumate, con presenza di ‘garretti d’avvoltoio’ non troppo sviluppati. Tarsi impiumati gialli piuttosto lunghi, grossi e forti, quattro dita. La calzatura deve svilupparsi a ventaglio comprendendo il dito medio e quello esterno.

Ventre: largo e pieno.

2 – PESI

GALLO : Kg. 4,0 – 5,0

GALLINA : Kg. 3,5 – 4,5

Difetti gravi: Soggetti deboli e di mole insufficiente; orecchioni bianchi; cresta a rosa; tarsi scarsamente impiumati; assenza di calzatura nel dito medio.

3 – PIUMAGGIO

Conformazione: Piumaggio abbondante , formato da penne larghe, ricche di filamenti setosi. Nella gallina il piumaggio della groppa e delle gambe è più rigonfio rispetto al gallo.

IV – COLORAZIONI

BIANCA

BIANCA COLUMBIA NERA

BLU

FULVA COLUMBIA NERA

FULVA COLUMBIA BLU

NERA

PERNICIATA ARGENTO MAGLIE NERE

PERNICIATA MAGLIE BLU

PERNICIATA MAGLIE NERE

SPARVIERO

PETTO ARGENTO

BIANCA COLUMBIA BLU

PERNICIATA ARGENTO MAGLIE BLU

PERNICIATA ARGENTO MAGLIE BLU A SPALLE ARANCIO

 

Lettiera per Pollaio

Nei comuni pollai in legno è fondamentale la presenza di una base sempre fresca e pulita, per questo motivo, periodicamente, è necessario pulire la lettiera esistente per sostituirla con quella nuova.
Il motivo e i benefici di questo lavoro sono molti:
– ripulendo il fondo del pollaio potrete ricavare del concime naturale per le piante da orto o per i fiori da balcone;
– sostituendo la lettiera con il fondo pulito darete molto sollievo alle vostre galline, le quali si troveranno in un ambiente pulito che potranno sporcare senza problemi e potranno divertirsi a beccare i vari parassiti e fiori che troveranno nel materiale che inserite;
– le galline si divertiranno molto a “ruspare” nel nuovo fondo da voi creato.

Questo lavoro va fatto periodicamente e potrete utilizzare sia erba fresca che paglia secca. Anche utilizzando segatura e truciolo garantiremo uno spazio sempre pulito e confortevole per le nostre galline.

Il primo scopo della lettiera è quello di isolare gli animali dal freddo e dall’umidità che possono arrivare dal fondo del ricovero. Gli animali infatti saranno a contatto con essa, e se non sarà ben strutturata si trasformerà in un nido di parassiti e germi.
Alcuni allevatori, che tengono piccoli gruppi di riproduttori separati dagli altri in box in rete protetti dalle intemperie, utilizzano la sabbia di fiume. Questa offre il vantaggio di drenare bene e assorbire l’umidità, ma va pulita tutti i giorni raccogliendo gli escrementi.
Ma per chi alleva molti animali vale la pena puntare alla così detta lettiera permanente, ossia una lettiera fissa, che viene pulita superficialmente, e man mano sempre aggiunta. La quantità di lettiera che viene eliminata è nettamente inferiore rispetto all’ordinaria manutenzione della lettiera. Però, come una lettiera normale, richiede pulizia quotidiana.
All’interno della lettiera permanente si verificheranno dei fenomeni di fermentazione delle deiezioni che tramite l’innalzamento della temperatura uccideranno buona parte dei parassiti e delle loro uova presenti nelle feci degli animali. Questo fenomeno creerà anche una temperatura più mite all’interno del ricovero notturno nei mesi invernali, che i polli apprezzeranno molto.
Affinché la lettiera permanente funzioni devono essere rispettati due parametri fondamentali:

·        una buona ventilazione del pollaio;

·        il corretto numero di capi per metro quadrato.

Paglia di grano e tutolo di mais frantumato hanno un potere assorbente pari a 200-220 kg d’acqua per 100 kg di lettiera. Il truciolo depolverato arriva ad assorbire 265 Kg d’acqua per 100 Kg di lettiera, e la paglia d’orzo 285 Kg per 100 Kg.
Sono molti però gli avicoltori che alla fine utilizzano la lettiera in truciolo depolverato perché dura a lungo e la presenza di tannini aiuta a eliminare parte dei parassiti.
Ma prescindere dal materiale scelto, tutte le lettiere permanenti, una volta terminato il proprio scopo, potranno essere sfruttate ulteriormente come concime bio.
Portate nella concimaia, infatti, si trasformeranno nel giro di un anno in ottimo compost.

Allevare Anatre e Oche

Per garantire un’adeguata vita ad anatre ed oche, è fondamentale mettere a loro disposizione ampie superfici per il pascolo e la possibilità di nuotare in uno specchio d’acqua. Se saranno soddisfatte in tal senso, cambieranno con uova, prole e aiuto nella lotta contro le limacce.

Le oche, sono animali da pascolo che richiedono uno spazio erboso di circa 300 metri quadrati, idealmente suddivisi in pascoli alternati.
Per le anatre invece sono sufficienti 60 metri quadrati di superficie per coppia: entrambe le specie non sono monogame e pertanto possono essere allevate sia in coppia che in gruppo.
Oche e anatre devono disporre di un accesso illimitato d’acqua: con questo si intende uno stagno, un ruscello oppure un grande contenitore d’acqua. Con l’acqua gli animali si sentono a proprio agio e possono comportarsi secondo le esigenze della specie.
A seconda dello spazio devono poi essere previste rampe d’accesso e d’uscita dall’acqua, soprattutto in presenza di animali giovani. Gli uccelli acquatici defecano spesso in acqua e per questo motivo è preferibile avere dell’acqua scorrevole che si ricambia sistematicamente.
Per tenere sotto controllo gli escrementi attorno alla casa e interazioni indesiderate con gli ospiti, è consigliabile costruire una recinzione. Per le anatre è sufficiente una recinzione alta 50 cm, per le oche invece deve essere costruito un recinto a maglie di almeno 120 cm.
Di notte hanno bisogno di un rifugio per proteggersi da volpi e altri predatori, tanto più sarà grande e migliore sarà l’areazione interna, offrendo lo spazio anche per le nidiate.
Fondamentale anche avere uno spazio sufficiente per rendere più semplice la pulizia, l’alimentazione e il controllo del benessere degli animali.
Nella realtà in cui di notte gli animali sono in stalla e di giorno invece al pascolo, si può distribuire bene la razione principale di cibo al pascolo. È ideale avere delle mangiatoie fisse, in modo da poterle tenere pulite e sempre rifornite di mangime in qualsiasi momento della giornata. I recipienti per l’acqua invece devono essere sufficientemente grandi da consentire agli animali di immergere la testa nell’acqua.

Chi riproduce da sé con una propria incubatrice oppure con un’oca o anatra che cova, può ottenere comodamente gli animali per il proprio nucleo, poiché dalle uova fecondate la disponibilità è maggiore.
La stagione riproduttiva è principalmente in primavera, dato che normalmente le oche depongono in questo periodo. Inoltre, i giovani animali hanno bisogno di sufficiente tempo per sviluppare abbastanza massa corporea e trascorrere così al meglio l’inverno.

Chi acquista uova da cova o pulcini, da un lato ottiene più facilmente degli animali per il proprio nucleo d’allevamento, dall’altro con i giovani animali può instaurare un rapporto di compagnia più profondo.
Nel gruppo da riproduzione, le anatre e le oche possono essere allevate in coppia o in rapporto tra i sessi da 1:2 fino a 1:5 (maschi : femmine). Quando il rapporto tra i sessi supera le 5 femmine per maschio, il tasso di fecondazione delle uova scende drasticamente. Gli animali dell’allevamento di selezione devono essere fisicamente sani e presentare le caratteristiche tipiche della razza.

 

I Canarini: Origini, Caratteristiche e Curiosità

Con la denominazione “Canarino” viene indicata la specie di uccelli dell’ordine dei Passeriformi appartenenti alla famiglia dei Fringillidi.
In Europa, fino al 1493 nessuno aveva mai visto un canarino ma ben presto, essendo affascinati dal loro canto, vennero scoperti i canarini selvatici, uccelli socievoli e facilmente catturabili.
Si diede vita, dunque, al commercio di questi pennuti, che venivano importati in Europa ed allevati nelle gabbie e nelle voliere delle case più ricche.
Gli spagnoli notarono la facilità con cui i canarini si riproducevano in gabbia e, per mantenere il monopolio di questo redditizio commercio, esportarono solo esemplari maschi, che erano anche i più richiesti per le loro virtù canore.
La razza si mantenne pura fino alla metà del XVI secolo, quando una nave spagnola con un carico di canarini naufragò sull’Isola d’Elba.
Sull’isola toscana questi piccoli uccelli trovarono condizioni ambientali favorevoli, incrociandosi spontaneamente con altri esemplari e dando vita a nuove razze.

In origine il Serinus Canarius era caratterizzato da un piumaggio scuro verde-grigio con macchie giallastre, ma verso il XVIII secolo il colore del piumaggio cominciò a diventare giallo a causa delle mutazioni genetiche. Oltre al colore, ci furono mutazioni anche nella taglia, nelle piume e nella struttura somatica, anche a causa di un regime alimentare e di un habitat diversi da quello naturale.

Gli italiani diedero all’allevamento del canarino notevole importanza, diffondendolo in tutto il mondo e selezionando pregiate razze tra cui il Canarino Padovano e il Gibber Italicus.

I canarini sono uccellini allegri e festosi con cui è facile stabilire presto un rapporto di affetto, amano chi si occupa di loro e sanno riconoscerlo. Sono molto sensibili e se qualcosa li fa soffrire o li disturba richiamano l’attenzione dell’allevatore con cinguettii, aggrappandosi alla gabbia.

Il canarino è un eccezionale compagno per chi è solo: ricambia l’affetto e le cure, si lascia educare con facilità e partecipa alla vita familiare con il suo canto. È l’animale da gabbia più gentile e piace molto anche ai bambini.
Quando i canarini saltellano felici e cinguettano, vuol dire che c’è già una certa simpatia con l’uomo, che può solo accrescere l’affetto con l’animale continuando a comportarsi in modo da non tradire la sua fiducia.

La taglia dei canarini varia generalmente tra 11-15 centimetri, ma alcune razze domestiche più grandi arrivano ai 20-22 cm. Il loro temperamento è abbastanza socievole e allegro, perfettamente adattato alla vita in gabbia, tanto da soffrire anche la solitudine se lasciati per molto tempo soli.
La longevità media di un canarino allevato in buone condizioni è intorno ai 10 anni, anche se in alcuni casi i ceppi più robusti in condizioni ottimali possono raggiungere anche i 20 anni di vita.

I sensi dei canarini non sono sviluppati come negli altri animali: udito e vista sono sviluppatissimi, perché sono quelli che questi splendidi uccellini utilizzano di più; il tatto è un senso sviluppato solo negli esemplari più grandi; l’olfatto invece è quasi completamente assente.

Il canto e le buone capacità vocali sono tra le caratteristiche che aiutano maggiormente a distinguere il sesso delle varie specie di Serini.
Il maschio è quello che si lancia con la sua voce in fraseggi musicali di varie tonalità, gorgheggi incalzanti e trilli prolungati; la femmina si limita a timidi “cip” con poche variazioni.
Il bellissimo e prolungato canto del canarino scaturisce soprattutto dal suo stato di benessere: ha desiderio di esprimere melodiosamente il suo apprezzamento per il cibo, per le persone gradite che lo circondano, per una gabbia pulita e per l’acqua fresca. Affetto, cure e magari anche un po’ di sole quando le giornate sono buone, lo stimoleranno a cantare con soddisfazione per tutto il giorno.

Un’alimentazione sana ed un ambiente luminoso e soleggiato sono fondamentali per la buona qualità del canto. Se il canto è quello che cerchi in questi piccoli e incantevoli uccelli, devi renderli contenti del proprio stato, così ricambieranno l’amore con i loro melodiosi suoni.

 

Che cosa intendiamo per Orto Singergico?

Per poter consumare ortaggi biologici, è opportuno conoscere il metodo migliore per coltivarli.
La tecnica dell’Orto Sinergico è stata scoperta ed attuata per la prima volta dal giapponese Masanobu Fukuoka che cercò di conciliare le varie necessità dell’uomo con la natura.

Un orto sinergico, infatti, non impiega l’uso di concimi chimici ed evita l’utilizzo di prodotti antiparassitari. Un’altra cosa importante da evidenziare è il fatto che una volta preparate le aiuole, non si lavorerà più il terreno, diminuendo enormemente il lavoro quotidiano.
Per realizzare le aiuole bisogna lavorare bene il terreno sino ad una profondità di circa 30 centimetri, e tenerle distanti tra loro 40-50 cm, in modo da passare facilmente per seminare, trapiantare, irrigare ed infine raccogliere.
Tra un’aiuola e l’altra va predisposto uno strato di materiale naturale, come segatura o trucioli di legno non trattati, in modo che non crescano piante infestanti.
Sul suolo lavorato si disporranno foglie, ramaglie e letame formando uno spessore di 20-25 cm che si andrà poi a mescolare con la terra.
Vi si aggiungerà poi altra terra sino a portare le aiuole ad una altezza di 30-35 cm rispetto al piano di campagna e si formeranno così aiuole rialzate, chiamate più comunemente bancali che rappresenteranno il substrato di coltivazione degli ortaggi.

Non si effettueranno più concimazioni primaverili o vangature per circa quattro anni, poi le aiuole andranno rifatte completamente.
La pacciamatura, altra pratica fondamentale per questo tipo di orto, si realizza stendendo della paglia sulle aiuole. Ha molti effetti positivi tra cui: impedire l’erosione delle aiuole a causa della pioggia, impedire la crescita di erbe infestanti e conservare la fertilità del terreno evitando che diventi compatto, mantenendolo sempre soffice, aerato ed impermeabile.

Per quanto riguarda semine e trapianti, anche in questo tipo di orto bisogna seguire un preciso calendario, in modo da riuscire ad ottenere raccolti in ogni stagione dell’anno.
Per seminare o trapiantare, basterà spostare con le mani la paglia dall’aiuola; a fine lavoro, la si riaccosterà alla piantina, facendo attenzione a non coprirla del tutto.
Bisogna inoltre tenere in considerazione il diverso sviluppo delle piante: pomodori, melanzane e peperoni andranno disposti nella parte centrale delle aiuole mentre cicoria e lattuga andranno all’esterno.

Altra cosa da considerare è la consociazione ovvero in ogni aiuola, dovranno essere presenti, per quanto possibile: fagioli, piselli, fave o altri legumi perché sono piante in grado di fissare l’azoto presente nell’aria sul terreno.
Il principale lavoro da eseguire una volta composto l’orto sarà l’irrigazione. I sistemi più utilizzati sono: il sistema a pioggia, quello a goccia o utilizzando manichette forate.

 Per poter consumare ortaggi biologici, è opportuno conoscere il metodo migliore per coltivarli.
La tecnica dell’Orto Sinergico è stata scoperta ed attuata per la prima volta dal giapponese Masanobu Fukuoka che cercò di conciliare le varie necessità dell’uomo con la natura.

Un orto sinergico, infatti, non impiega l’uso di concimi chimici ed evita l’utilizzo di prodotti antiparassitari. Un’altra cosa importante da evidenziare è il fatto che una volta preparate le aiuole, non si lavorerà più il terreno, diminuendo enormemente il lavoro quotidiano.
Per realizzare le aiuole bisogna lavorare bene il terreno sino ad una profondità di circa 30 centimetri, e tenerle distanti tra loro 40-50 cm, in modo da passare facilmente per seminare, trapiantare, irrigare ed infine raccogliere.
Tra un’aiuola e l’altra va predisposto uno strato di materiale naturale, come segatura o trucioli di legno non trattati, in modo che non crescano piante infestanti.
Sul suolo lavorato si disporranno foglie, ramaglie e letame formando uno spessore di 20-25 cm che si andrà poi a mescolare con la terra.
Vi si aggiungerà poi altra terra sino a portare le aiuole ad una altezza di 30-35 cm rispetto al piano di campagna e si formeranno così aiuole rialzate, chiamate più comunemente bancali che rappresenteranno il substrato di coltivazione degli ortaggi.

Non si effettueranno più concimazioni primaverili o vangature per circa quattro anni, poi le aiuole andranno rifatte completamente.
La pacciamatura, altra pratica fondamentale per questo tipo di orto, si realizza stendendo della paglia sulle aiuole. Ha molti effetti positivi tra cui: impedire l’erosione delle aiuole a causa della pioggia, impedire la crescita di erbe infestanti e conservare la fertilità del terreno evitando che diventi compatto, mantenendolo sempre soffice, aerato ed impermeabile.

Per quanto riguarda semine e trapianti, anche in questo tipo di orto bisogna seguire un preciso calendario, in modo da riuscire ad ottenere raccolti in ogni stagione dell’anno.
Per seminare o trapiantare, basterà spostare con le mani la paglia dall’aiuola; a fine lavoro, la si riaccosterà alla piantina, facendo attenzione a non coprirla del tutto.
Bisogna inoltre tenere in considerazione il diverso sviluppo delle piante: pomodori, melanzane e peperoni andranno disposti nella parte centrale delle aiuole mentre cicoria e lattuga andranno all’esterno.

Altra cosa da considerare è la consociazione ovvero in ogni aiuola, dovranno essere presenti, per quanto possibile: fagioli, piselli, fave o altri legumi perché sono piante in grado di fissare l’azoto presente nell’aria sul terreno.
Il principale lavoro da eseguire una volta composto l’orto sarà l’irrigazione. I sistemi più utilizzati sono: il sistema a pioggia, quello a goccia o utilizzando manichette forate.

 

La Cresta dei Galli e delle Galline

La cresta dei galli e delle galline, che può variare da razza a razza, è vista da noi umani come un immancabile particolare dei nostri amati avicoli. Non potremmo infatti immaginarceli senza!

In realtà per galli e per le galline non è affatto così: la cresta ha un’importanza fondamentale nella loro vita, quasi al pari di altri organi e sensi come vista e udito.

I primi esempi di “cresta” furono ritrovati sui resti dell’Edmontosauro, uno degli ultimi dinosauri sulla Terra, il quale infatti non era munito di una cresta ossea come altri suoi predecessori, ma bensì di una piccola cresta di tessuto molle e squamoso.
Che sia grande, piccola, arrotondata, dritta, piegata, appuntita o frastagliata, tutti i galli e le galline dispongono della cresta e le loro differenze sono dovute soprattutto dalla diversa razza di appartenenza.

Ecco di seguito alcune tra le principali e più diffuse creste:

·        La cresta semplice
è la tipologia più diffusa, è moderatamente morbida e sottile ed è saldamente attaccata al becco; percorre la parte superiore del cranio e termina oltre di esso. La cresta semplice potrà avere cinque o sei punte ben pronunciate, più alte e prominenti nella sezione centrale.
Questa cresta sarà molto più grande, alta e spessa nei galli, mentre nelle galline ovaiole può presentarsi piegata su un lato dopo la prima deposizione.
Le razze che hanno la cresta semplice sono Livorno, Rhode Island, Minorca, Valdarno;

·        La cresta a coppa
è a forma di “cesta” con bordo dentellato, e si trova posizionata esattamente sopra il centro del cranio. Razze con cresta a coppa sono la Gallina siciliana, Sicilian Buttercup, Augsburer;

·        La cresta a farfalla
è detta anche “cresta a foglia di quercia”, proprio perché ricorda la conformazione della piccola foglia di quest’albero, composta com’è da due lamine divaricate dal bordo dentellato. Assieme alla cresta “a coppa” e a quella “a cornetti”, rappresenta una delle possibili variazioni del locus genetico D;

·        La cresta a cornetti
(a forma di “V”) è formata da due punte di corno ben definite e spesse, che si estendono a sinistra e a destra, e che possono essere parallele oppure convergenti a formare appunto una “V”.
Come la cresta “a coppa” e quella “a farfalla”, anche la cresta a cornetti è una delle varianti del locus D;

·        La cresta a cuscinetto
è piccola e compatta, ed è a tutti gli effetti solo una selezione particolarmente regolare della cresta “a noce”. Morbida da toccare, senza punte o dentellature, non si estende oltre la metà del cranio.

Gallo Ornamentale Phoenix

La Phönix è una razza ornamentale proveniente dal Giappone e le prime testimonianze della sua presenza risalgono al XVII secolo. Il nome specifico è Phoenix Onagadori che significa pollame onorevole.
Questi magnifici esemplari possiedono una coda molto ricca che nei maschi non cessa mai di crescere e nelle femmine è caratterizzata da due lunghe falciformi.
Questo tipo di pollo è molto raro sia per la particolare caratteristica della lunga coda sia per il fatto che è una razza molto difficile da allevare, in quanto richiede cure e attenzioni specifiche non adatte a chi comincia ad allevare dei polli in un piccolo pollaio in legno per hobbisti. Chi alleva questi animali di solito è un appassionato esperto che conosce bene la particolarità di questi polli.

Ne esistono due varietà, quella nana, selezionata in Germania, abbastanza diffusa in Italia, e quella grande che è invece molto rara.
La razza è allevata puramente a scopo espositivo e di bellezza, basta pensare che i galli, se tenuti con molta cura e in gabbia apposite, possono raggiungere una lunghezza di svariati metri con la coda.

Ecco si seguito alcune tra le più importanti caratteristiche:

–         I colori sono vari: collo oro, collo argento, bianca, arancio-argento, nera, grigio-blu;

–         Il becco è nero o rosa a seconda delle varietà;

–         Il tronco è di buona media lunghezza; cilindrico; posizione pressoché orizzontale;

–         La testa è piccola, stretta e allungata;

–         Il becco è di media lunghezza; colore in armonia con quello dei tarsi;

–         Gli occhi sono vivaci; iride rossa arancio fino a rossa;

–         La cresta è semplice, piccola e dritta; finemente dentellata; lobo ben staccato dalla linea della nuca. Nella gallina molto piccola e dritta;

–         I bargigli devono essere piccoli, arrotondati di tessitura fine. Nella gallina molto piccoli;

–         Gli orecchioni sono piccoli, bianchi e lisci;

–         Il collo ha una media lunghezza con mantellina lunga e lanceolate strette, che ricoprono le spalle e la parte alta del dorso;

–         Le spalle sono ben arrotondate; nascoste dalla mantellina;

–         Il dorso è lungo e dritto, prolungandosi senza interruzione verso la coda portata orizzontale;

–         La groppa è riccamente impiumata con lanceolate strette e molto lunghe che spesso scendono fino al suolo, nel gallo è presente del piumino bianco. Nella gallina la linea dorsale è orizzontale con un passaggio verso la coda dolce e ben ricoperta dal piumaggio abbondante;

–         Le ali vengono portate alte; ben chiuse; aderenti al corpo;

–         La Phoenix femmina produce un discreto quantitativo di uova, con un peso di circa 45 grammi, dal colore rosato. Le uova verranno poi covate dalla femmina, ottima chioccia, mentre il maschio la difenderà, essendo molto protettivo verso di lei e i futuri pulcini.

La razza mostra una grande attitudine al volo, ma anche uno straordinario “senso di casa”, soprattutto i galli, quindi se ben abituati non scapperanno.
Di notte si appollaieranno molto in alto, è quindi necessario fornire trespoli alti almeno 1,5 metri, ma se sono tenuti in giardino si appollaieranno su un albero.
Sono animali molto curiosi e intelligenti, riconoscono senza alcun problema il proprietario, e arrivano tranquillamente a seguirlo per il giardino e mangiare dalle sue mani.
Hanno bisogno fin da piccoli di una dieta ricca di proteine, per sviluppare al meglio il loro ricco piumaggio.
I galli sono tanto sanguinari e feroci verso estranei e altri maschi tanto dolci e affettuosi verso i loro pulcini, che vengono accuditi anche dal padre senza eguali.

I Pavoni: Caratteristiche e Curiosità

Il pavone è uno dei più belli uccelli allevato soprattutto a scopo ornamentale.
Le due razze allevate dall’uomo sono il Pavone Comune e il Pavone Specifero: il primo è originario delle regioni boscose dell’India, delle pendici meridionali dell’Himalaya e dello Sri Lanka, mentre il secondo è originario dell’Indocina.
Analizziamoli ora nello specifico:

·        Il Pavone comune o Pavone Blu è il pavone più allevato nelle campagne e nei giardini. Il maschio adulto presenta un ciuffo occipitale formato da penne colore verde-azzurro mentre il collo, la parte superiore del dorso e il petto presentano un colore metallico con riflessi verdi. La massa dello strascico, formato dalle penne del sopra coda, assume una tinta bronzo-rame-dorata tempestata di “occhi”.
La vera coda ha invece un colore bruno come il ventre. I maschi giovani sono privi di strascico e dopo la prima muta assomigliano alle femmine.
Vengono differenziati dalle femmine grazie alle ali remiganti primarie color castano chiaro, più o meno macchiate di nero anziché bruno scuro.
Le femmine adulte presentano un ciuffo occipitale come nel maschio. La parte inferiore del collo, del dorso e del torace è verde dorato mentre la parte superiore del collo è color castano. Le altre parti del corpo, comprese le ali, sono di color bruno e la coda è di color bruno scuro leggermente macchiata di bianco.

·        Il Pavone Specifero differisce dal pavone comune per la mole, molto più grande, per la differente forma del ciuffo del capo e per il colore, vere-metallico dorato, che predomina su tutta la livrea. Proprio per quest’ultima caratteristica il pavone specifero è detto anche pavone verde.
Questa razza è originaria dell’isola di Giava, Sumatra e dell’Indocina.
La dieta, molto varia, è a base di frutti, semi, insetti e piccoli vertebrati.
L’animale difende in maniera tenace questo territorio aggredendo con facilità le persone e rivelandosi quindi pericoloso per i bambini.
La femmina depone da 8 a 10 uova di color crema che cova per circa 28 giorni.

Alcune curiosità su questi splendidi esemplari:

–         I pavoni maschi sono due volte più grandi dei pavoni femmina;

–         Sono socievoli e non amano la solitudine. Per questo motivo tendono a stare in gruppo;

–         Il pavone mostra le sue penne colorate soprattutto durante la stagione della riproduzione, ossia in primavera;

–        Nella stagione degli amori il pavone maschio apre il suo treno per le donne e le sue piume tremano emanando un suono a bassa frequenza che l’orecchio dell’uomo non può percepire. Per questo si dice che il pavone fa la ruota.

–         Il pavone indiano è una specie protetta in alcune parti dell’Asia per motivi religiosi;

–         I pavoni sono uccelli poligami. Infatti i maschi possono avere fino a 5 partner femmine;

–         I pavoni femmina depongono dalle 3 alle 5 uova;

–         I pavoni appena nati non hanno la coda. Quest’ultima si sviluppa dai 3 anni;

–         I pavoni possono camminare, mangiare e bere da soli già dal primo giorno di vita;

–         I pavoni in natura possono vivere fino a 20 anni. Mentre i pavoni domestici possono vivere anche 50 anni.