Pollo Ornamentale Brahma

La Brahma è una razza gigante di pollo ornamentale di origini asiatiche, precisamente dal distretto di Brahama Pootra, nella località di Grey Chittagong.
Si tratta di un esemplare dalla mole possente e dal piumaggio ricco e morbido, caratterizzato da zampe ricoperte di penne.
Venne esportata per la prima volta nel 1846 nel Nord America e successivamente ebbe molto successo in tutto l’Occidente
grazie alla sua bellezza e alla bontà delle sue carni.
La Brahma ha contribuito alla creazione di molte razze nate in Europa e Nord America nel corso del XX secolo, ma oggi è principalmente una razza ornamentale e da esposizione, allevata esclusivamente per fini estetici e sportivi.
È una delle razze ornamentali più famose e allevate al mondo, e ne sono state create parecchie varietà di colore. 

Le più famose sono la bianca columbia e la perniciata argento a maglie nere, definite rispettivamente in inglese light e dark. Da queste due varietà sono state create molte varianti: bianca columbia blu, fulva columbia, fulva columbia blu, perniciata maglie nere, perniciata maglie blu. Altre varietà sono la bianca, la nera, la blu e la sparviero.

La Brahma ha riscosso molto successo come pollo ornamentale perché è molto rustica; perciò, si adatta a diverse condizioni climatiche e ambientali. Inoltre, ha un carattere fiducioso e affettuoso che la rende un perfetto animale da compagnia.
Sono polli incapaci al volo, perciò i trespoli su cui si appollaieranno la notte devono essere posti in basso nel pollaio, e il recinto esterno può essere alto anche solo 50 centimetri.
Gli spazi di cui hanno bisogno sono ampi solo a causa della loro mole gigante, altrimenti non necessitano di spazi aperti in cui correre e scorrazzare liberamente.
Le uova sono piccole e di colore bruno e le galline depongono anche in inverno.

Loro malgrado la vita è molto breve, e solitamente non supera i cinque anni di vita. Gli allevatori per questo motivo dovranno incubare le uova almeno un anno prima se vorranno esporre nelle mostre i loro esemplari in un aspetto ottimale.
Sono di seguito riportate tutte le specifiche e tutte le varietà riconosciute della razza Brahma dallo standard italiano, così come risultano nell’elenco della FIAV :

I – GENERALITÀ

Origine: Selezionata in U.S.A. da polli di origine asiatica.

Uovo: Peso minimo g. 60

Colore del guscio: da giallo bruno a giallo rosso.

Anello Gallo : mm. 27

Anello Gallina : mm. 24

II – TIPOLOGIA ED INDIRIZZI PER LA SELEZIONE

Pollo vigoroso e pesante, di grossa mole con corpo largo; piumaggio ricco e tarsi abbondantemente calzati. Migliorare la produttività e mantenere la tipologia selezionando soggetti di grande taglia e di peso elevato.

III – STANDARD

Aspetto generale e caratteristiche della razza

1- FORMA

Tronco: largo, profondo, portato orizzontalmente; la gallina appare più bassa e con il tronco più raccolto.

Testa: proporzionalmente piccola, larga a partire dalla fronte, fortemente arrotondata e ben impiantata sul collo.

Becco: corto, robusto e ben incurvato. Giallo, spesso con striature più scure.

Occhi: profondi, rotondi e infossati, con sopracciglia sporgenti che determinano uno sguardo cupo e fiero. Colore rosso/arancio.

Cresta: a pisello, piccola, ben impiantata, rossa.

Bargigli: piccoli, ben arrotondati e di tessitura fine; tra i due lobi presenza di una giogaia che copre la gola. Rossi.

Faccia: rossa, liscia, ammessa qualche piuma.

Orecchioni: rossi, allungati e di tessitura fine.

Collo: di lunghezza media, con abbondante mantellina, ben curvato all’indietro e leggermente infossato dietro la testa.

Spalle: molto larghe e arrotondate.

Dorso: piuttosto corto, uniformemente largo con la groppa ben impiumata. Nel gallo concavo e senza bruschi angoli; nella gallina sale più dolcemente verso la coda.

Ali: corte, larghe e forti, ben chiuse ed aderenti al corpo, portate orizzontalmente, con le punte coperte dalle lanceolate della groppa.

Coda: corta, arrotondata e portata aperta, riccamente fornita di corte falciformi ben arcuate. Nella gallina le abbondanti copritrici non devono coprire le timoniere che sono ben in vista.

Petto: molto largo, pieno, ben arrotondato e con muscolatura forte, portato leggermente alto.

Zampe: gambe ben sviluppate e ben impiumate, con presenza di ‘garretti d’avvoltoio’ non troppo sviluppati. Tarsi impiumati gialli piuttosto lunghi, grossi e forti, quattro dita. La calzatura deve svilupparsi a ventaglio comprendendo il dito medio e quello esterno.

Ventre: largo e pieno.

2 – PESI

GALLO : Kg. 4,0 – 5,0

GALLINA : Kg. 3,5 – 4,5

Difetti gravi: Soggetti deboli e di mole insufficiente; orecchioni bianchi; cresta a rosa; tarsi scarsamente impiumati; assenza di calzatura nel dito medio.

3 – PIUMAGGIO

Conformazione: Piumaggio abbondante , formato da penne larghe, ricche di filamenti setosi. Nella gallina il piumaggio della groppa e delle gambe è più rigonfio rispetto al gallo.

IV – COLORAZIONI

BIANCA

BIANCA COLUMBIA NERA

BLU

FULVA COLUMBIA NERA

FULVA COLUMBIA BLU

NERA

PERNICIATA ARGENTO MAGLIE NERE

PERNICIATA MAGLIE BLU

PERNICIATA MAGLIE NERE

SPARVIERO

PETTO ARGENTO

BIANCA COLUMBIA BLU

PERNICIATA ARGENTO MAGLIE BLU

PERNICIATA ARGENTO MAGLIE BLU A SPALLE ARANCIO

 

Lettiera per Pollaio

Nei comuni pollai in legno è fondamentale la presenza di una base sempre fresca e pulita, per questo motivo, periodicamente, è necessario pulire la lettiera esistente per sostituirla con quella nuova.
Il motivo e i benefici di questo lavoro sono molti:
– ripulendo il fondo del pollaio potrete ricavare del concime naturale per le piante da orto o per i fiori da balcone;
– sostituendo la lettiera con il fondo pulito darete molto sollievo alle vostre galline, le quali si troveranno in un ambiente pulito che potranno sporcare senza problemi e potranno divertirsi a beccare i vari parassiti e fiori che troveranno nel materiale che inserite;
– le galline si divertiranno molto a “ruspare” nel nuovo fondo da voi creato.

Questo lavoro va fatto periodicamente e potrete utilizzare sia erba fresca che paglia secca. Anche utilizzando segatura e truciolo garantiremo uno spazio sempre pulito e confortevole per le nostre galline.

Il primo scopo della lettiera è quello di isolare gli animali dal freddo e dall’umidità che possono arrivare dal fondo del ricovero. Gli animali infatti saranno a contatto con essa, e se non sarà ben strutturata si trasformerà in un nido di parassiti e germi.
Alcuni allevatori, che tengono piccoli gruppi di riproduttori separati dagli altri in box in rete protetti dalle intemperie, utilizzano la sabbia di fiume. Questa offre il vantaggio di drenare bene e assorbire l’umidità, ma va pulita tutti i giorni raccogliendo gli escrementi.
Ma per chi alleva molti animali vale la pena puntare alla così detta lettiera permanente, ossia una lettiera fissa, che viene pulita superficialmente, e man mano sempre aggiunta. La quantità di lettiera che viene eliminata è nettamente inferiore rispetto all’ordinaria manutenzione della lettiera. Però, come una lettiera normale, richiede pulizia quotidiana.
All’interno della lettiera permanente si verificheranno dei fenomeni di fermentazione delle deiezioni che tramite l’innalzamento della temperatura uccideranno buona parte dei parassiti e delle loro uova presenti nelle feci degli animali. Questo fenomeno creerà anche una temperatura più mite all’interno del ricovero notturno nei mesi invernali, che i polli apprezzeranno molto.
Affinché la lettiera permanente funzioni devono essere rispettati due parametri fondamentali:

·        una buona ventilazione del pollaio;

·        il corretto numero di capi per metro quadrato.

Paglia di grano e tutolo di mais frantumato hanno un potere assorbente pari a 200-220 kg d’acqua per 100 kg di lettiera. Il truciolo depolverato arriva ad assorbire 265 Kg d’acqua per 100 Kg di lettiera, e la paglia d’orzo 285 Kg per 100 Kg.
Sono molti però gli avicoltori che alla fine utilizzano la lettiera in truciolo depolverato perché dura a lungo e la presenza di tannini aiuta a eliminare parte dei parassiti.
Ma prescindere dal materiale scelto, tutte le lettiere permanenti, una volta terminato il proprio scopo, potranno essere sfruttate ulteriormente come concime bio.
Portate nella concimaia, infatti, si trasformeranno nel giro di un anno in ottimo compost.

Allevare Anatre e Oche

Per garantire un’adeguata vita ad anatre ed oche, è fondamentale mettere a loro disposizione ampie superfici per il pascolo e la possibilità di nuotare in uno specchio d’acqua. Se saranno soddisfatte in tal senso, cambieranno con uova, prole e aiuto nella lotta contro le limacce.

Le oche, sono animali da pascolo che richiedono uno spazio erboso di circa 300 metri quadrati, idealmente suddivisi in pascoli alternati.
Per le anatre invece sono sufficienti 60 metri quadrati di superficie per coppia: entrambe le specie non sono monogame e pertanto possono essere allevate sia in coppia che in gruppo.
Oche e anatre devono disporre di un accesso illimitato d’acqua: con questo si intende uno stagno, un ruscello oppure un grande contenitore d’acqua. Con l’acqua gli animali si sentono a proprio agio e possono comportarsi secondo le esigenze della specie.
A seconda dello spazio devono poi essere previste rampe d’accesso e d’uscita dall’acqua, soprattutto in presenza di animali giovani. Gli uccelli acquatici defecano spesso in acqua e per questo motivo è preferibile avere dell’acqua scorrevole che si ricambia sistematicamente.
Per tenere sotto controllo gli escrementi attorno alla casa e interazioni indesiderate con gli ospiti, è consigliabile costruire una recinzione. Per le anatre è sufficiente una recinzione alta 50 cm, per le oche invece deve essere costruito un recinto a maglie di almeno 120 cm.
Di notte hanno bisogno di un rifugio per proteggersi da volpi e altri predatori, tanto più sarà grande e migliore sarà l’areazione interna, offrendo lo spazio anche per le nidiate.
Fondamentale anche avere uno spazio sufficiente per rendere più semplice la pulizia, l’alimentazione e il controllo del benessere degli animali.
Nella realtà in cui di notte gli animali sono in stalla e di giorno invece al pascolo, si può distribuire bene la razione principale di cibo al pascolo. È ideale avere delle mangiatoie fisse, in modo da poterle tenere pulite e sempre rifornite di mangime in qualsiasi momento della giornata. I recipienti per l’acqua invece devono essere sufficientemente grandi da consentire agli animali di immergere la testa nell’acqua.

Chi riproduce da sé con una propria incubatrice oppure con un’oca o anatra che cova, può ottenere comodamente gli animali per il proprio nucleo, poiché dalle uova fecondate la disponibilità è maggiore.
La stagione riproduttiva è principalmente in primavera, dato che normalmente le oche depongono in questo periodo. Inoltre, i giovani animali hanno bisogno di sufficiente tempo per sviluppare abbastanza massa corporea e trascorrere così al meglio l’inverno.

Chi acquista uova da cova o pulcini, da un lato ottiene più facilmente degli animali per il proprio nucleo d’allevamento, dall’altro con i giovani animali può instaurare un rapporto di compagnia più profondo.
Nel gruppo da riproduzione, le anatre e le oche possono essere allevate in coppia o in rapporto tra i sessi da 1:2 fino a 1:5 (maschi : femmine). Quando il rapporto tra i sessi supera le 5 femmine per maschio, il tasso di fecondazione delle uova scende drasticamente. Gli animali dell’allevamento di selezione devono essere fisicamente sani e presentare le caratteristiche tipiche della razza.

 

I Canarini: Origini, Caratteristiche e Curiosità

Con la denominazione “Canarino” viene indicata la specie di uccelli dell’ordine dei Passeriformi appartenenti alla famiglia dei Fringillidi.
In Europa, fino al 1493 nessuno aveva mai visto un canarino ma ben presto, essendo affascinati dal loro canto, vennero scoperti i canarini selvatici, uccelli socievoli e facilmente catturabili.
Si diede vita, dunque, al commercio di questi pennuti, che venivano importati in Europa ed allevati nelle gabbie e nelle voliere delle case più ricche.
Gli spagnoli notarono la facilità con cui i canarini si riproducevano in gabbia e, per mantenere il monopolio di questo redditizio commercio, esportarono solo esemplari maschi, che erano anche i più richiesti per le loro virtù canore.
La razza si mantenne pura fino alla metà del XVI secolo, quando una nave spagnola con un carico di canarini naufragò sull’Isola d’Elba.
Sull’isola toscana questi piccoli uccelli trovarono condizioni ambientali favorevoli, incrociandosi spontaneamente con altri esemplari e dando vita a nuove razze.

In origine il Serinus Canarius era caratterizzato da un piumaggio scuro verde-grigio con macchie giallastre, ma verso il XVIII secolo il colore del piumaggio cominciò a diventare giallo a causa delle mutazioni genetiche. Oltre al colore, ci furono mutazioni anche nella taglia, nelle piume e nella struttura somatica, anche a causa di un regime alimentare e di un habitat diversi da quello naturale.

Gli italiani diedero all’allevamento del canarino notevole importanza, diffondendolo in tutto il mondo e selezionando pregiate razze tra cui il Canarino Padovano e il Gibber Italicus.

I canarini sono uccellini allegri e festosi con cui è facile stabilire presto un rapporto di affetto, amano chi si occupa di loro e sanno riconoscerlo. Sono molto sensibili e se qualcosa li fa soffrire o li disturba richiamano l’attenzione dell’allevatore con cinguettii, aggrappandosi alla gabbia.

Il canarino è un eccezionale compagno per chi è solo: ricambia l’affetto e le cure, si lascia educare con facilità e partecipa alla vita familiare con il suo canto. È l’animale da gabbia più gentile e piace molto anche ai bambini.
Quando i canarini saltellano felici e cinguettano, vuol dire che c’è già una certa simpatia con l’uomo, che può solo accrescere l’affetto con l’animale continuando a comportarsi in modo da non tradire la sua fiducia.

La taglia dei canarini varia generalmente tra 11-15 centimetri, ma alcune razze domestiche più grandi arrivano ai 20-22 cm. Il loro temperamento è abbastanza socievole e allegro, perfettamente adattato alla vita in gabbia, tanto da soffrire anche la solitudine se lasciati per molto tempo soli.
La longevità media di un canarino allevato in buone condizioni è intorno ai 10 anni, anche se in alcuni casi i ceppi più robusti in condizioni ottimali possono raggiungere anche i 20 anni di vita.

I sensi dei canarini non sono sviluppati come negli altri animali: udito e vista sono sviluppatissimi, perché sono quelli che questi splendidi uccellini utilizzano di più; il tatto è un senso sviluppato solo negli esemplari più grandi; l’olfatto invece è quasi completamente assente.

Il canto e le buone capacità vocali sono tra le caratteristiche che aiutano maggiormente a distinguere il sesso delle varie specie di Serini.
Il maschio è quello che si lancia con la sua voce in fraseggi musicali di varie tonalità, gorgheggi incalzanti e trilli prolungati; la femmina si limita a timidi “cip” con poche variazioni.
Il bellissimo e prolungato canto del canarino scaturisce soprattutto dal suo stato di benessere: ha desiderio di esprimere melodiosamente il suo apprezzamento per il cibo, per le persone gradite che lo circondano, per una gabbia pulita e per l’acqua fresca. Affetto, cure e magari anche un po’ di sole quando le giornate sono buone, lo stimoleranno a cantare con soddisfazione per tutto il giorno.

Un’alimentazione sana ed un ambiente luminoso e soleggiato sono fondamentali per la buona qualità del canto. Se il canto è quello che cerchi in questi piccoli e incantevoli uccelli, devi renderli contenti del proprio stato, così ricambieranno l’amore con i loro melodiosi suoni.

 

Che cosa intendiamo per Orto Singergico?

Per poter consumare ortaggi biologici, è opportuno conoscere il metodo migliore per coltivarli.
La tecnica dell’Orto Sinergico è stata scoperta ed attuata per la prima volta dal giapponese Masanobu Fukuoka che cercò di conciliare le varie necessità dell’uomo con la natura.

Un orto sinergico, infatti, non impiega l’uso di concimi chimici ed evita l’utilizzo di prodotti antiparassitari. Un’altra cosa importante da evidenziare è il fatto che una volta preparate le aiuole, non si lavorerà più il terreno, diminuendo enormemente il lavoro quotidiano.
Per realizzare le aiuole bisogna lavorare bene il terreno sino ad una profondità di circa 30 centimetri, e tenerle distanti tra loro 40-50 cm, in modo da passare facilmente per seminare, trapiantare, irrigare ed infine raccogliere.
Tra un’aiuola e l’altra va predisposto uno strato di materiale naturale, come segatura o trucioli di legno non trattati, in modo che non crescano piante infestanti.
Sul suolo lavorato si disporranno foglie, ramaglie e letame formando uno spessore di 20-25 cm che si andrà poi a mescolare con la terra.
Vi si aggiungerà poi altra terra sino a portare le aiuole ad una altezza di 30-35 cm rispetto al piano di campagna e si formeranno così aiuole rialzate, chiamate più comunemente bancali che rappresenteranno il substrato di coltivazione degli ortaggi.

Non si effettueranno più concimazioni primaverili o vangature per circa quattro anni, poi le aiuole andranno rifatte completamente.
La pacciamatura, altra pratica fondamentale per questo tipo di orto, si realizza stendendo della paglia sulle aiuole. Ha molti effetti positivi tra cui: impedire l’erosione delle aiuole a causa della pioggia, impedire la crescita di erbe infestanti e conservare la fertilità del terreno evitando che diventi compatto, mantenendolo sempre soffice, aerato ed impermeabile.

Per quanto riguarda semine e trapianti, anche in questo tipo di orto bisogna seguire un preciso calendario, in modo da riuscire ad ottenere raccolti in ogni stagione dell’anno.
Per seminare o trapiantare, basterà spostare con le mani la paglia dall’aiuola; a fine lavoro, la si riaccosterà alla piantina, facendo attenzione a non coprirla del tutto.
Bisogna inoltre tenere in considerazione il diverso sviluppo delle piante: pomodori, melanzane e peperoni andranno disposti nella parte centrale delle aiuole mentre cicoria e lattuga andranno all’esterno.

Altra cosa da considerare è la consociazione ovvero in ogni aiuola, dovranno essere presenti, per quanto possibile: fagioli, piselli, fave o altri legumi perché sono piante in grado di fissare l’azoto presente nell’aria sul terreno.
Il principale lavoro da eseguire una volta composto l’orto sarà l’irrigazione. I sistemi più utilizzati sono: il sistema a pioggia, quello a goccia o utilizzando manichette forate.

 Per poter consumare ortaggi biologici, è opportuno conoscere il metodo migliore per coltivarli.
La tecnica dell’Orto Sinergico è stata scoperta ed attuata per la prima volta dal giapponese Masanobu Fukuoka che cercò di conciliare le varie necessità dell’uomo con la natura.

Un orto sinergico, infatti, non impiega l’uso di concimi chimici ed evita l’utilizzo di prodotti antiparassitari. Un’altra cosa importante da evidenziare è il fatto che una volta preparate le aiuole, non si lavorerà più il terreno, diminuendo enormemente il lavoro quotidiano.
Per realizzare le aiuole bisogna lavorare bene il terreno sino ad una profondità di circa 30 centimetri, e tenerle distanti tra loro 40-50 cm, in modo da passare facilmente per seminare, trapiantare, irrigare ed infine raccogliere.
Tra un’aiuola e l’altra va predisposto uno strato di materiale naturale, come segatura o trucioli di legno non trattati, in modo che non crescano piante infestanti.
Sul suolo lavorato si disporranno foglie, ramaglie e letame formando uno spessore di 20-25 cm che si andrà poi a mescolare con la terra.
Vi si aggiungerà poi altra terra sino a portare le aiuole ad una altezza di 30-35 cm rispetto al piano di campagna e si formeranno così aiuole rialzate, chiamate più comunemente bancali che rappresenteranno il substrato di coltivazione degli ortaggi.

Non si effettueranno più concimazioni primaverili o vangature per circa quattro anni, poi le aiuole andranno rifatte completamente.
La pacciamatura, altra pratica fondamentale per questo tipo di orto, si realizza stendendo della paglia sulle aiuole. Ha molti effetti positivi tra cui: impedire l’erosione delle aiuole a causa della pioggia, impedire la crescita di erbe infestanti e conservare la fertilità del terreno evitando che diventi compatto, mantenendolo sempre soffice, aerato ed impermeabile.

Per quanto riguarda semine e trapianti, anche in questo tipo di orto bisogna seguire un preciso calendario, in modo da riuscire ad ottenere raccolti in ogni stagione dell’anno.
Per seminare o trapiantare, basterà spostare con le mani la paglia dall’aiuola; a fine lavoro, la si riaccosterà alla piantina, facendo attenzione a non coprirla del tutto.
Bisogna inoltre tenere in considerazione il diverso sviluppo delle piante: pomodori, melanzane e peperoni andranno disposti nella parte centrale delle aiuole mentre cicoria e lattuga andranno all’esterno.

Altra cosa da considerare è la consociazione ovvero in ogni aiuola, dovranno essere presenti, per quanto possibile: fagioli, piselli, fave o altri legumi perché sono piante in grado di fissare l’azoto presente nell’aria sul terreno.
Il principale lavoro da eseguire una volta composto l’orto sarà l’irrigazione. I sistemi più utilizzati sono: il sistema a pioggia, quello a goccia o utilizzando manichette forate.

 

La Cresta dei Galli e delle Galline

La cresta dei galli e delle galline, che può variare da razza a razza, è vista da noi umani come un immancabile particolare dei nostri amati avicoli. Non potremmo infatti immaginarceli senza!

In realtà per galli e per le galline non è affatto così: la cresta ha un’importanza fondamentale nella loro vita, quasi al pari di altri organi e sensi come vista e udito.

I primi esempi di “cresta” furono ritrovati sui resti dell’Edmontosauro, uno degli ultimi dinosauri sulla Terra, il quale infatti non era munito di una cresta ossea come altri suoi predecessori, ma bensì di una piccola cresta di tessuto molle e squamoso.
Che sia grande, piccola, arrotondata, dritta, piegata, appuntita o frastagliata, tutti i galli e le galline dispongono della cresta e le loro differenze sono dovute soprattutto dalla diversa razza di appartenenza.

Ecco di seguito alcune tra le principali e più diffuse creste:

·        La cresta semplice
è la tipologia più diffusa, è moderatamente morbida e sottile ed è saldamente attaccata al becco; percorre la parte superiore del cranio e termina oltre di esso. La cresta semplice potrà avere cinque o sei punte ben pronunciate, più alte e prominenti nella sezione centrale.
Questa cresta sarà molto più grande, alta e spessa nei galli, mentre nelle galline ovaiole può presentarsi piegata su un lato dopo la prima deposizione.
Le razze che hanno la cresta semplice sono Livorno, Rhode Island, Minorca, Valdarno;

·        La cresta a coppa
è a forma di “cesta” con bordo dentellato, e si trova posizionata esattamente sopra il centro del cranio. Razze con cresta a coppa sono la Gallina siciliana, Sicilian Buttercup, Augsburer;

·        La cresta a farfalla
è detta anche “cresta a foglia di quercia”, proprio perché ricorda la conformazione della piccola foglia di quest’albero, composta com’è da due lamine divaricate dal bordo dentellato. Assieme alla cresta “a coppa” e a quella “a cornetti”, rappresenta una delle possibili variazioni del locus genetico D;

·        La cresta a cornetti
(a forma di “V”) è formata da due punte di corno ben definite e spesse, che si estendono a sinistra e a destra, e che possono essere parallele oppure convergenti a formare appunto una “V”.
Come la cresta “a coppa” e quella “a farfalla”, anche la cresta a cornetti è una delle varianti del locus D;

·        La cresta a cuscinetto
è piccola e compatta, ed è a tutti gli effetti solo una selezione particolarmente regolare della cresta “a noce”. Morbida da toccare, senza punte o dentellature, non si estende oltre la metà del cranio.

Gallo Ornamentale Phoenix

La Phönix è una razza ornamentale proveniente dal Giappone e le prime testimonianze della sua presenza risalgono al XVII secolo. Il nome specifico è Phoenix Onagadori che significa pollame onorevole.
Questi magnifici esemplari possiedono una coda molto ricca che nei maschi non cessa mai di crescere e nelle femmine è caratterizzata da due lunghe falciformi.
Questo tipo di pollo è molto raro sia per la particolare caratteristica della lunga coda sia per il fatto che è una razza molto difficile da allevare, in quanto richiede cure e attenzioni specifiche non adatte a chi comincia ad allevare dei polli in un piccolo pollaio in legno per hobbisti. Chi alleva questi animali di solito è un appassionato esperto che conosce bene la particolarità di questi polli.

Ne esistono due varietà, quella nana, selezionata in Germania, abbastanza diffusa in Italia, e quella grande che è invece molto rara.
La razza è allevata puramente a scopo espositivo e di bellezza, basta pensare che i galli, se tenuti con molta cura e in gabbia apposite, possono raggiungere una lunghezza di svariati metri con la coda.

Ecco si seguito alcune tra le più importanti caratteristiche:

–         I colori sono vari: collo oro, collo argento, bianca, arancio-argento, nera, grigio-blu;

–         Il becco è nero o rosa a seconda delle varietà;

–         Il tronco è di buona media lunghezza; cilindrico; posizione pressoché orizzontale;

–         La testa è piccola, stretta e allungata;

–         Il becco è di media lunghezza; colore in armonia con quello dei tarsi;

–         Gli occhi sono vivaci; iride rossa arancio fino a rossa;

–         La cresta è semplice, piccola e dritta; finemente dentellata; lobo ben staccato dalla linea della nuca. Nella gallina molto piccola e dritta;

–         I bargigli devono essere piccoli, arrotondati di tessitura fine. Nella gallina molto piccoli;

–         Gli orecchioni sono piccoli, bianchi e lisci;

–         Il collo ha una media lunghezza con mantellina lunga e lanceolate strette, che ricoprono le spalle e la parte alta del dorso;

–         Le spalle sono ben arrotondate; nascoste dalla mantellina;

–         Il dorso è lungo e dritto, prolungandosi senza interruzione verso la coda portata orizzontale;

–         La groppa è riccamente impiumata con lanceolate strette e molto lunghe che spesso scendono fino al suolo, nel gallo è presente del piumino bianco. Nella gallina la linea dorsale è orizzontale con un passaggio verso la coda dolce e ben ricoperta dal piumaggio abbondante;

–         Le ali vengono portate alte; ben chiuse; aderenti al corpo;

–         La Phoenix femmina produce un discreto quantitativo di uova, con un peso di circa 45 grammi, dal colore rosato. Le uova verranno poi covate dalla femmina, ottima chioccia, mentre il maschio la difenderà, essendo molto protettivo verso di lei e i futuri pulcini.

La razza mostra una grande attitudine al volo, ma anche uno straordinario “senso di casa”, soprattutto i galli, quindi se ben abituati non scapperanno.
Di notte si appollaieranno molto in alto, è quindi necessario fornire trespoli alti almeno 1,5 metri, ma se sono tenuti in giardino si appollaieranno su un albero.
Sono animali molto curiosi e intelligenti, riconoscono senza alcun problema il proprietario, e arrivano tranquillamente a seguirlo per il giardino e mangiare dalle sue mani.
Hanno bisogno fin da piccoli di una dieta ricca di proteine, per sviluppare al meglio il loro ricco piumaggio.
I galli sono tanto sanguinari e feroci verso estranei e altri maschi tanto dolci e affettuosi verso i loro pulcini, che vengono accuditi anche dal padre senza eguali.

I Pavoni: Caratteristiche e Curiosità

Il pavone è uno dei più belli uccelli allevato soprattutto a scopo ornamentale.
Le due razze allevate dall’uomo sono il Pavone Comune e il Pavone Specifero: il primo è originario delle regioni boscose dell’India, delle pendici meridionali dell’Himalaya e dello Sri Lanka, mentre il secondo è originario dell’Indocina.
Analizziamoli ora nello specifico:

·        Il Pavone comune o Pavone Blu è il pavone più allevato nelle campagne e nei giardini. Il maschio adulto presenta un ciuffo occipitale formato da penne colore verde-azzurro mentre il collo, la parte superiore del dorso e il petto presentano un colore metallico con riflessi verdi. La massa dello strascico, formato dalle penne del sopra coda, assume una tinta bronzo-rame-dorata tempestata di “occhi”.
La vera coda ha invece un colore bruno come il ventre. I maschi giovani sono privi di strascico e dopo la prima muta assomigliano alle femmine.
Vengono differenziati dalle femmine grazie alle ali remiganti primarie color castano chiaro, più o meno macchiate di nero anziché bruno scuro.
Le femmine adulte presentano un ciuffo occipitale come nel maschio. La parte inferiore del collo, del dorso e del torace è verde dorato mentre la parte superiore del collo è color castano. Le altre parti del corpo, comprese le ali, sono di color bruno e la coda è di color bruno scuro leggermente macchiata di bianco.

·        Il Pavone Specifero differisce dal pavone comune per la mole, molto più grande, per la differente forma del ciuffo del capo e per il colore, vere-metallico dorato, che predomina su tutta la livrea. Proprio per quest’ultima caratteristica il pavone specifero è detto anche pavone verde.
Questa razza è originaria dell’isola di Giava, Sumatra e dell’Indocina.
La dieta, molto varia, è a base di frutti, semi, insetti e piccoli vertebrati.
L’animale difende in maniera tenace questo territorio aggredendo con facilità le persone e rivelandosi quindi pericoloso per i bambini.
La femmina depone da 8 a 10 uova di color crema che cova per circa 28 giorni.

Alcune curiosità su questi splendidi esemplari:

–         I pavoni maschi sono due volte più grandi dei pavoni femmina;

–         Sono socievoli e non amano la solitudine. Per questo motivo tendono a stare in gruppo;

–         Il pavone mostra le sue penne colorate soprattutto durante la stagione della riproduzione, ossia in primavera;

–        Nella stagione degli amori il pavone maschio apre il suo treno per le donne e le sue piume tremano emanando un suono a bassa frequenza che l’orecchio dell’uomo non può percepire. Per questo si dice che il pavone fa la ruota.

–         Il pavone indiano è una specie protetta in alcune parti dell’Asia per motivi religiosi;

–         I pavoni sono uccelli poligami. Infatti i maschi possono avere fino a 5 partner femmine;

–         I pavoni femmina depongono dalle 3 alle 5 uova;

–         I pavoni appena nati non hanno la coda. Quest’ultima si sviluppa dai 3 anni;

–         I pavoni possono camminare, mangiare e bere da soli già dal primo giorno di vita;

–         I pavoni in natura possono vivere fino a 20 anni. Mentre i pavoni domestici possono vivere anche 50 anni.

 

 

 

Come Allevare i Pappagalli Ara

I pappagalli Ara sono tra i più conosciuti ed apprezzati a livello domestico. Piacciono soprattutto perché sono colorati e vivaci, ma anche perché se addestrati a dovere fanno tanta compagnia e possono anche imparare a parlare!

Le Ara sono animali tipici del Centro e Sud America. Vivono in zone alberate dalle foreste pluviali alle savane, dove riescono a procurarsi il cibo in completa autonomia e sono amanti principalmente di semi, frutta noci e insetti.
Considerando che in natura vivono in gruppo, i pappagalli Ara hanno bisogno di socializzare. Oltre al tempo che noi stessi dedicheremo all’animale, possiamo anche prendere in considerazione un acquisto in coppia.
E’ consigliabile di acquistare le Ara da piccole perché crescendo tendono ad affezionarsi di più all’uomo, diventando anche più giocose e gestibili a differenza di un esemplare adulto che avrebbe molte più difficoltà ad abituarsi e ciò potrebbe renderlo triste e poco reattivo.

A seconda della specie questo volatile può misurare dai 45 ai 95 cm e circa metà della lunghezza è rappresentata dalla sola coda. Anche il colore del piumaggio varia da specie a specie senza distinzione tra maschi e femmine.
I colori più diffusi sono giallo, rosso, blu e verde mentre la zona attorno agli occhi è sostanzialmente priva di piume e mostra la pelle bianca. Il becco ricurvo e appuntito può essere nero o color corno.

Per consentire ad un pappagallo Ara di stare comodo, la prima misura da considerare è l’apertura alare, che si aggira attorno ai 100 cm.
Di conseguenza gabbie e voliere dovranno essere larghe almeno 1 metro per consentirgli di sgranchirsi le ali.
Non è necessario tenere le Ara costantemente rinchiuse in voliera, infatti il loro attaccamento al padrone, unito alla pigrizia di fondo, farà in modo che non ci si debba preoccupare che il pappagallo scappi o svolazzi incontrollato per casa.

Le Ara sono molto famose per la loro intelligenza, per il carattere docile e giocherellone e ance per il legame che possono instaurare col padrone.
Questi pregi però sono attenuati dalla fragilità psichica dell’animale: se lasciato per molto tempo da solo o costretto a vivere in spazi ristretti, questo pappagallo può cadere in depressione, diventare irrequieto, provocarsi lesioni o addirittura lasciarsi morire.

Per insegnare loro a parlare si può iniziare pronunciando parole semplici e corte in un luogo silenzioso. Continuando a ripetere le stesse parole associando ad esse un gesto affettuoso o un piccolo premio per incoraggiarlo riusciremo in poco tempo ad ottenere i risultati desiderati!

Avicoltura e F.I.A.V

Sempre distratti dalle necessità della vita quotidiana e dalla frenesia che questa provoca, abitanti di città cementificate e di periferie sconfinate, ci sembra siano irraggiungibili gli spazi aperti delle campagne. Dimentichiamo in questo modo che la comunità di uomini alcuni secoli fa ha dedicato all’allevamento e alla cura del pollo un’arte che è ricerca, dedizione ed amore per il bello: stiamo parlando dell’Avicoltura.

Il pollo è da sempre un compagno immemorabile dell’uomo, tra i primi esemplari ad essere addomesticato e di grandissima utilità come fonte di approvvigionamento protetico grazie alle uova.
Presto venne sperimentato anche l’aspetto ricreativo del suo allevamento, dato dalla possibilità di far combattere i galli come fieri difensori del territorio.

Tra il XVII e il XVIII secolo, venne assegnato al pollo un altissimo valore ornamentale, ispirato a splendidi soggetti che giungevano dei porti di Olanda ed Inghilterra provenienti dai paesi del lontano oriente.
Da un episodio di pura ammirazione si passò allo studio scientifico delle tecniche di allevamento e cominciarono ad essere pubblicati volumi sull’arte di far nascere e crescere soggetti da poter presentare a dei concorsi, dove ai migliori esemplari, per forma, razza e colore, vennero assegnati importanti riconoscimenti.
Nacque da qui l’avicoltura moderna, vista innanzitutto come passione sportiva ma anche come ricerca di forme eleganti, magie di colori e di riflessi che ci sorprendono sempre più.

La F.i.a.v, Federazione Italiana delle Associazioni Avicole, è l’unica federazione italiana di avicoltura riconosciuta ufficialmente dell’Entente Europèenne d’Aviculture et de Cuniculture.
Fondata nel 1994, è composta da molte associazioni regionali che hanno lo scopo di raggruppare e riunire allevatori che vogliono dedicarsi all’allevamento puro e corretto di razze avicole.
Oggi conta 25 associazioni distribuite nel territorio nazionale e circa 1.000 associati.
La F.I.A.V. non ha scopo di lucro, persegue scopi di solidarietà sociale ed opera per la tutela e la valorizzazione della natura e dell’ambiente con particolare riferimento alle specie avicole collaborando con enti, istituzioni, ed altre federazioni in ambito nazionale e sovranazionale.
Anche per il tramite delle Associazioni e dei Club specialistici ad essa affiliati, promuove interesse e conoscenza di questi volatili, del loro habitat e dei corretti sistemi di allevamento e gestione a scopo ornamentale ed espositivo.
Si occupa inoltre anche del recupero e della salvaguardia di razze, anche autoctone, oramai in via di estinzione poiché negli anni abbandonate e soppiantate dai moderni ibridi commerciali, maggiormente produttivi, promuovendo al contempo tra i numerosi allevatori hobbisti iscritti tra le sue fila, la selezione e fissazione di razze e colorazioni nuove.
Le associazioni affiliate alla FIAV, che non devono perseguire fini speculativi o di lucro né svolgere attività commerciali in ambito amatoriale, erano originariamente concepite su base regionale ma in ragione dell’incremento negli ultimi tempi dell’interesse verso l’allevamento hobbistico di avicoli a scopo ornamentale ed espositivo e, dunque del numero di appassionati, in alcune regioni sono state costituite associazioni ulteriori.
Nell’ottica del perseguimento degli obbiettivi e delle attività sopra specificate, ciascuna delle associazioni affiliate alla F.I.A.V. porta avanti nel suo territorio ed in ambito nazionale la promozione, organizzazione o semplice partecipazione a manifestazioni, anche organizzate da Enti locali, che abbiano carattere di esposizione divulgativa, concorso, mostra scambio, riguardanti principalmente l’avicoltura ma anche l’allevamento di altri piccoli animali domestici o da compagnia, nonché l’agricoltura e le tematiche ambientali.