Dalla Famiglia degli Anatidi: Il Germano Reale

Il germano reale, soprannominato anche Capo Verde, è un uccello che proviene dalla famiglia degli anatidi.

Vive nelle zone umide d’acqua dolce come paludi, stagni, laghi e fiumi delle regioni temperate e subtropicali dell’America settentrionale, dell’Europa e dell’Asia.
Solitamente durante l’inverno le popolazioni di Germano Reale si spostano al sud anche se, negli ultimi anni, alcuni esemplari tendono a non migrare ed in alcune regioni, come il Nord Italia, sono stanziali. Questo fenomeno sembra in aumento, particolarmente nelle città, dove essi riescono a trovare abbastanza cibo per sopravvivere durante il lungo inverno.
Al di fuori della stagione riproduttiva, i germani reali si riuniscono in stormi di centinaia di esemplari che tendono a partecipare alla stessa attività contemporaneamente. Ad esempio, l’intero stormo può nutrirsi, mettersi in mostra, nuotare o semplicemente riposare insieme. Una volta finito l’inverno, gli stormi si disperdono in gruppi composti da più coppie, ciascuno alla ricerca di un adeguato sito di nidificazione.

Questa specie viene considerata capostipite della maggior parte delle razze domestiche di anatidi ed è caratterizzata da uno spiccato dimorfismo sessuale: maschi e femmine sono molto simili nella forma, ma differiscono nel colore del piumaggio per buona parte dell’anno.
Il maschio compie nel corso di un anno solare ben due mute delle proprie piume:

1)     durante il periodo nuziale la sua livrea è facilmente riconoscibile. Il capo e la parte superiore del collo sono di color verde iridescente e uno stretto collare bianco a metà del collo separa la testa dal petto e dalla parte superiore del dorso che sono di un colore bruno-porporino. I fianchi e il ventre sono argentati, le spalle sono bianco-grigie, l’alto dell’ala è grigio e la parte inferiore del dorso grigio-nera;

2)     al termine della stagione riproduttiva, in estate, avviene la seconda muta del maschio. Le vecchie penne remiganti e timoniere indispensabili per il volo cadono per essere sostituite da nuove penne; anche l’appariscente abito nuziale viene cambiato con un nuovo piumaggio eclissato di colore bruno macchiettato marrone scuro che gli permette di mimetizzarsi meglio durante questo breve periodo in cui è impossibilitato a volare e vive perciò al riparo tra i canneti e le erbe alte lungo le rive dei corsi d’acqua potendo solamente camminare e nuotare.

La femmina invece ha colori mimetizzanti: macchiata di bruno e marrone scuro, becco bruniccio, sopracciglio marrone scuro, gola beige; i fianchi hanno una colorazione più chiara, beige chiazzato marrone; le penne timoniere sono beige rigate marrone, lo specchio è blu-violaceo bordato di bianco, le zampe sono di colore arancione spento, meno vivo rispetto a quelle del maschio.
Gli anatroccoli, che nascono privi di penne e piume, sono ricoperti di un soffice piumino bicolore, petto e ventre gialli, dorso e fianchi marroni con alcune macchie gialle, testa gialla con sopracciglio e chioma marroni. Verso il termine del primo mese di età, il giallo comincia a scurirsi per diventare grigiastro; stesso discorso vale anche per le gambe, che da nere mutano in un colore più chiaro.
Dopo due mesi, l’anatroccolo è da considerarsi un giovane adulto, mentre verso il terzo o quarto mese, con lo sviluppo dello specchio alare, l’individuo è ormai in grado di volare. Verso il decimo mese, infine, il germano reale raggiunge la sua definitiva maturazione nel cambiamento di colore, riscontrabile in particolar modo nel maschio.

Gli esemplari di Germano Reale si presentano con il corpo robusto, il collo corto, il becco largo e piatto, poco convesso e con la punta assai arrotondata; possiedono inoltre zampe di media lunghezza che si innestano alla metà del tronco, ali abbastanza lunghe e coda tondeggiante. Le zampe palmate gli permettono non solo di muoversi con agilità in acqua ma anche di immergersi facilmente tenendo a galla la parte posteriore del corpo grazie all’aiuto della coda.

La forma “a chiodo” della punta del becco viene utilizzata per staccare le piante dal suolo e cacciare delle piccole prede. Il germano reale può anche cibarsi di minuscoli animali filtrando l’acqua e il fango attraverso l’utilizzo di lamelle trasversali a forma di pettine presenti all’interno del becco.

La sua dieta è molto varia e può dipendere da diversi fattori quali l’età, il periodo della cova, e dalla diversa disponibilità di cibo. I germani reali si cibano in particolar modo di gasteropodi, insetti come mosche e libellule, e anche crostacei e vermi.
Durante la migrazione autunnale e l’inverno, questi uccelli basano la loro dieta sulle piante come il giavone, che crescono vicino all’acqua.

Per quanto riguarda le tecniche di corteggiamento, gli esemplari maschi, mentre tengono il petto rialzato e drizzano il collo, nuotano in prossimità delle femmine scuotendo il capo e la coda.
I germani reali sono soliti sollevare anche la punta delle ali, la testa e la coda mentre mantengono il collo proteso sopra il pelo dell’acqua.
Gruppi di quattro o cinque maschi si contendono la femmina esibendosi: arcuare il collo, fischiare, ma anche spruzzare l’acqua verso la compagna prescelta, utilizzando il becco, sono tipici modi di corteggiamento.
Una volta che la compagna viene attratta, il maschio le rimane vicino per evitare che si accoppi con altri pretendenti. Le femmine di germano reale tendono invece ad emettere un richiamo che incita i maschi ad attaccare gli altri contendenti o le altre femmine del gruppo; la finalità di tale comportamento è quello di osservare le loro performance e di valutarli come possibili compagni.
Per suscitare il corteggiamento da parte del maschio, la femmina nuota tenendo il collo rigido e disteso sopra la superficie dell’acqua. Una volta che il maschio si è avvicinato alla femmina, quest’ultima, muovendo rapidamente il becco all’indietro e verso il basso, emette dei suoni verso il compagno prescelto. Formatasi la coppia, i germani sono soliti pavoneggiarsi: alzano le ali, mostrando lo specchio alare, e nascondono la testa dietro il petto. Appena prima della copula, infine, il maschio e la femmina nuotano rivolti uno verso l’altro, mentre alzano e abbassano ripetutamente la testa.
Il numero di uova deposte può variare da 5 a 15. Sarà poi solo la femmina a covare per circa 26-28 giorni grazie alle sue piume che le permettono di mimetizzarsi al meglio tra la vegetazione circostante. Se il maschio l’aiutasse nell’incubazione, il nido sarebbe facilmente individuato dai predatori e distrutto: per questo, egli controllando la zona, si occupa di difendere quella zona.
Anche dopo la nascita, è ancora la femmina che si occupa degli anatroccoli. Questi sono in grado di lasciare il nido dopo appena 24 ore dalla schiusa, ma hanno comunque bisogno della protezione della madre che li conduce allo specchio d’acqua più vicino e insegna loro a nuotare e nutrirsi fino a che non siano in grado di volare in completa autonomia.

Volpino Italiano: il Cane Ideale per i più Piccoli

Il Volpino è un cane di piccola taglia molto vivace ed affettuoso con la famiglia e con i bambini.
È un buon cane sia da compagnia che da guardia in quanto è sempre vigile e abbaia spesso.

Nei secoli scorsi era molto diffuso in Italia, principalmente in Toscana, ma, pian piano, la sua popolarità è calata e ha addirittura rischiato di estinguersi prima di essere salvato da qualche allevatore appassionato.
Nonostante le sue piccole dimensioni, è un cane dal temperamento molto determinato ed energico. Allegro e giocherellone, è estremamente territoriale e temerario nel difendere le cose ritenute di sua proprietà.
Sempre attento e vigile, possiede una sorprendente intelligenza e può vivere tranquillamente in appartamento anche se necessita di uscire abbastanza spesso per sviluppare un carattere socievole con gli altri cani.
Il volpino, pur essendo molto versatile, è soprattutto un cane da compagnia, un tempo assai apprezzato in ambienti aristocratici. Adatto alla guardia, spesso accompagnava i carrettieri, difendendo il carro durante le soste, o i pastori, cui dava l’allarme in caso di pericolo per il gregge. È inoltre molto adatto ai bambini poiché, nonostante le piccole dimensioni, non è per nulla timoroso, si trova bene anche in contesti rumorosi ed è sempre pronto al gioco e alle affettuosità.
Non necessita di particolari accorgimenti alimentari o di altro tipo e il mantello non richiede cure particolari perché la tessitura vitrea del pelo lo preserva naturalmente dallo sporco, ma, nonostante ciò, va comunque spazzolato con delicatezza, specie dietro alle orecchie.
Il suo pelo è estremamente folto e abbastanza lungo con effetto “nuvola” molto scenografico che fa aumentare di taglia il cane. L’altezza media del Volpino Italiano rosso è di 27/32 cm nei maschi e di 25/30 nelle femmine, anche se, essendo una razza in via di recupero, è facile trovare soggetti di qualche cm più grandi.
Il peso indicativo è di 5 Kg. Il corpo è squadrato ma non massiccio, la sua lunghezza è uguale all’altezza al garrese, gli arti sono perfettamente in appiombo e paralleli, con una muscolatura ben sviluppata.
Il muso del Volpino Italiano rosso è appuntito, la canna nasale prosegue rettilinea fino al tartufo sempre nero e mai sporgente e la coda è sempre arrotolata sul dorso, di lunghezza media.

Per quanto riguarda la colorazione, il volpino italiano si declina in due varianti: volpino italiano bianco e volpino italiano rosso. Nella colorazione rossa ha avuto la sua massima diffusione nel sud Italia. È originario della Puglia dove veniva impiegato sia a guardia delle masserie con i cani di razza Corso che per vigilare le merci dei contadini sui carri. Da qui il nome di cane dei birocciai.
Può capitare poi che, oltre alle due tinte principali, il manto dei volpini italiani presenti delle macchie color marroncino o sfumature di color arancione/marrone. Più raro è invece il volpino di colore nero.
È una razza molto solida e longeva e, di solito, non presenta particolari problemi di salute.

Il Criceto Russo

Il criceto russo è un animale domestico, tra i più adatti della sua specie, alla convivenza con l’uomo.
Appartiene alla famiglia dei Cricetidi e in origine è di colore grigio-marrone.
Il criceto russo nasce in arre molto fredde dove la temperatura scende anche a -30 gradi. La Siberia, il Nord della Russia e l’Asia Centrale sono l’habitat originale di questo criceto.

In Europa, e nei climi temperati, i criceti russi arrivano portati dall’uomo negli anni ’30.
In Italia l’abitudine a tenere come animale domestico i criceti russi è molto più recente.
Il criceto russo è una specie di criceto molto docile ed affettuoso, per questo è consigliato come animale da compagnia anche in famiglie con bambini. Ama essere coccolato ed è molto docile, ma è anche un giocherellone, curioso e irrequieto che difficilmente sta fermo.

Ha un carattere particolarmente docile ed affettuoso e per questo è molto amato dai bambini.

In seguito a varie mutazioni, si possono oggi trovare criceti russi dai colori del pelo differente dalla specie originaria: può essere nero, argento, bianco, grigio. Il criceto russo è riconoscibile per la linea grigia scura o nera sulla schiena.

Esso ha una lunghezza massima di 11 cm e il suo peso è di circa 50 grammi.
Si presenta con un corpo rotondo, un musino paffuto con guance che riescono a contenere molti semi e zampe piuttosto corte, le anteriori sono dotate di sole quattro dita, mentre le posteriori di cinque.
Hanno lunghi baffi che rappresentano organi di senso tattile per quando si muovono al buio e i denti, due superiori e due inferiori, sono molto lunghi ed affilati

Come gli altri criceti non posseggono ghiandole sudoripare: temono dunque di restare disidratati e sono molto sensibili alle temperature alte.

Questo piccolo roditore difende il proprio territorio e sa difendersi bene diventando anche aggressivo. Soprattutto il maschio per difendere il territorio può essere aggressivo sia verso un simile sia verso altri animali o il padrone. Per questo motivo è indicato tenere un maschio per ogni gabbietta e non far mai convivere due esemplari dello stesso sesso e nemmeno un adulto maschio con un adulto giovane.

Il criceto russo caratterialmente è molto attivo, soprattutto la notte.  Per giocare e correre ha bisogno di spazio e quindi la sua gabbietta deve essere idonea e accogliente, fornita di quello che gli serve per svolgere qualsiasi attività.

Scegliere il criceto come animaletto domestico può essere un’idea per chi vuole l’affetto di un pet e ha poco spazio a casa, privo di spazio aperto. Nonostante ciò, accudire un criceto non è meno impegnativo di un qualsiasi altro animale domestico. L’unica differenza è che per via delle sue dimensioni non ingombra e non necessita di ampi spazi.

Il criceto russo è onnivoro ma predilige una alimentazione granivora, ovvero composta da semi: dai semi di soia ai semi di girasole. Esso adora sgranocchiare i suoi semi preferiti come semi di girasole, sorgo, calendola e soia.
Oltre ai semi prediligono anche cibi freschi, come carotine, mele, pere, banana, fragole, sedano e lattuga e uova sode.
In libertà il criceto russo che vive nella steppa si alimenta anche con alcuni piccoli insetti come: grilli, cavallette, ragnetti.
Fondamentale per loro avere sempre a disposizione acqua fresca nel beverino. È consigliabile utilizzare recipienti per alimenti in metallo perché quelli in plastica con il tempo si danneggiano e il roditore può finire con ingoiarne qualche pezzetto.

 

La Gallina Nana Chabo

Il termine “Chabo” in giapponese significa “nano” e proprio per questo motivo è stato associato a questa razza ornamentale dal portamento aristocratico, riconoscibile non solo per le piccole dimensioni ma anche per le zampe molto corte.
Questa caratteristica è dovuta alla presenza nel DNA della razza Chabo dei geni dell’acondroplasia, capaci di determinare negli animali uno spiccato accorciamento delle zampe.

È anche denominata e conosciuta come Nagasaki, denominazione di fatto in disuso, riferita al porto di Nagasaki da cui partì per arrivare in Europa.
La razza Chabo discende da razze dell’Indocina importate in Giappone nel XVI-XVII secolo. Ha sempre avuto scopi ornamentali e nell’antichità impreziosiva con la propria presenza i giardini delle famiglie nobili.
Oggi la razza Chabo è una razza con tantissime varietà e dotata di svariati tipi di colorazioni di piumaggio; in tal senso le caratteristiche principali che la caratterizzano non sono colorazioni e tipologia di piumaggio, ma la forma e portamento.
In Giappone si distinguono diverse varietà: Higo Chabo, caratterizzata da una cresta molto grande, Taikan Chabo, di dimensioni un po’ più grosse della standard, Daruma Chabo, con la coda corta e Okina Chabo, caratterizzata dalla sola colorazione bianca e dalla barba trilobata.

Nel caso di allevamento di avicoli di razza Chabo, è fondamentale prestare particolare cura all’igiene e la cura del pollaio che le ospita, mettendole in condizioni sia di godere di spazio sufficiente per potersi muovere liberamente, sia di non avere problemi di umidità al piumaggio: le loro zampette corte e non molto potenti potrebbero risentirne e avere grossi problemi di salute.

Le galline di razza Chabo hanno un’indole tranquilla e socievole e sono quindi perfette galline ornamentali per giardini e cortili anche non troppo grandi; sono in tal senso ottimi animali domestici da compagnia.
È una razza avicola molto delicata, soprattutto alle basse temperature, e quindi per allevarla è importante prestare molta attenzione alle sue esigenze fisiologiche.

Depongono poche uova in un anno, circa 150, ma sono ottime covatrici, cosa questa che accomuna un po’ tutte le razze nane di gallina.

La Chabo è riconosciuta in tre tipologie di piumaggio: liscio, arricciato e serico. Per tutte queste tre tipologie le caratteristiche morfologiche e di posizione sono le stesse.

Il Gatto Balinese: Un Fantastico Compagno di Vita

Il gatto Balinese appartiene alla famiglia del gatto Siamese e si mostra un docile compagno di vita, il cui nome nasce dall’associazione tra i movimenti sinuosi del gatto con le donne danzatrici di Bali.

Le sue origini prendono vita nel 1920, ma il riconoscimento ufficiale avvenne solo nel 1961. L’intento era quello introdurre una nuova varietà di gatti siamesi a pelo lungo: iniziarono dunque gli accoppiamenti con i gatti angora, ma i primi tentativi fallirono, perché i gatti continuavano a mantenere il pelo corto, essendo questo un tratto dominante.
La varietà venne fuori solo in seguito, nel 1950, e qualche anno dopo venne presentata ad una mostra felina per la prima volta, destando l’interesse di molti.

Il gatto Balinese si presente come un animale molto aggraziato ed elegante, magro, proporzionato e longilineo. È di taglia media, con gambe lunghe, sottili e zampette minute. 
La maschera scura gli riempie buona parte del viso, caratterizzato dalla forma triangolare. Gli occhi sono a mandorla e di colore blu intenso mentre le orecchie sono molto grandi e a punta. La coda è folta e lunga e al termine presenta un pennacchio.
Il mantello è morbido e soffice con sottopelo non abbondante: tra i colori più diffusi ci sono crema, avorio e tigrato, con i point su zampe, coda e orecchie, di diverse tonalità in abbinamento.

Il carattere di questo gatto è simile a quello dei siamesi. Vive bene in appartamento, adattandosi alla quotidianità dei suoi padroni. Se vivete in ambienti umidi e freddi, potrebbe risentirne. Socializza con tutti i familiari, soprattutto con i bambini, con cui trascorre molto tempo a giocare. Si mostra molto affettuoso e ama farsi coccolare dal suo padrone, ma, nonostante ciò, potrebbe mostrarsi possessivo e geloso per condividere gli stessi spazi con altri animali. La convivenza, infatti, potrebbe rivelarsi non pacifica.
Tende a miagolare con un suono molto delicato e grazioso ogni volta che deve segnalare i suoi bisogni.
L’ideale sarebbe concedergli un giardino dove poter scorrazzare in autonomia, avendo bisogno di muoversi e di scaricarsi. Tollera bene anche la solitudine, ovviamente senza esagerare.

Il pelo del gatto balinese è molto folto e per questo motivo richiede una frequente spazzolatura in particolare durante il periodo della muta quando l’ideale sarebbe spazzolarlo quattro volte a settimana, per minimizzare il rischio che il vostro gatto balinese ingerisca il suo pelo leccandosi e rischiando così attacchi di vomito.

Boston Terrier: Il Cane del Massachusetts

Il Boston terrier è un cane di compagnia di piccole dimensioni molto apprezzato dagli americani, tanto da essere stata onorato nel 1979 come cane ufficiale dello stato dal governo del Massachusetts.

Le sue origini provengono dal 1800 quando inizialmente l’obiettivo era quello di creare dei cani da combattimento e per questo motivo vennero incrociati tra loro il Bulldog inglese e cani terrier di piccola taglia.
Poi negli anni successivi cominciarono a delinearsi le caratteristiche principali del Boston Terrier, anche se approssimativamente.
Anche il nome Boston Terrier non venne assegnato subito, ma solo dopo diversi anni.
Nel 1889, una trentina di proprietari di Boston Bull Terriers formarono l’American Bull Terrier Club e li chiamarono Round Heads o Bull Terriers. Nell’ultimo decennio del 1800, tuttavia, si affermò il nome di Boston Terrier, in onore della città d’origine della razza.
Solo nel 1893 venne riconosciuto da parte dell’American Kennel Club e successivamente vennero definiti altri dettagli che portarono a delle modifiche degli standard.
Nel 1979 fu poi designato come cane ufficiale dello Stato del Massachusetts. Ma la sua popolarità negli Stati Uniti si vede anche dal fatto di essere la mascotte di innumerevoli college e delle loro squadre sportive.

Il Boston terrier appartiene alla famiglia dei molossoidi e ne esistono tre diverse tipologie, che differiscono tra loro per il peso:

–         la categoria dei leggeri, con un peso inferiore ai 6,75 kg;

–         la categoria dei medi che va dai 6,25 kg ai 9 kg;

–         la categoria dei pesanti, con peso superiore ai 9 kg, ma mai oltre gli 11 kg.

Il pelo è liscio, lucido e corto. Il colore è striato, nero, foca, con delle macchie bianche.
Il suo fisico è muscoloso e dall’aspetto quadrato, evidenziato dalla caratteristica mascella. Appare un po’ tozzo e sproporzionato, con il tronco molto corto.

L’altezza oscilla dai 38 ai 43 cm. Per le sue dimensioni, è fondamentale che segua un’alimentazione molto equilibrata, evitando assolutamente che prenda peso oltre i limiti consentiti.
La coda è corta, le orecchie a punta. Gli occhi sono scuri e in genere molto grandi innanzi ad una testa molto piccola.

Nonostante il suo aspetto e le sue origini, gli allevatori negli anni sono riusciti a rieducare la razza, rendendolo oggi un buon cane da compagnia, ideale per le famiglie, molto intelligente.
Il Boston terrier è sempre attento a tutto quello che accade intorno a lui e all’ambiente in cui vive, se aggredito riesce a difendere bene sé stesso e i suoi padroni.

Ama stare insieme al padrone e ai bambini, ma non disdegna neanche i suoi momenti di solitudine. Si presta a coccole e giochi, rendendosi davvero amabile.
Non ha bisogno di grandi spazi e ha poche pretese; quindi, si adatta anche alla vita in appartamento, dal momento che non perde neanche troppi peli e richiede poche cure.
Le sue caratteristiche temperamentali lo rendono anche un cane particolarmente adatto a chi è alle prime esperienze con gli animali.

Il Pappagallo Amazzone

Il pappagallo amazzone è uno tra i tanti pappagalli colorati che riescono ad affascinare chiunque li veda. Viene definito uno dei più bei pappagalli del pianeta grazie al suo aspetto e alle caratteristiche che lo contraddistinguono.

Gli esemplari di questa razza sono di media taglia e provengono dal Sudamerica, dall’America Centrale e dagli stati che sono bagnati dal Mar dei Caraibi.
A distinguerli dagli altri pappagalli è la loro colorazione verde che copre quasi tutto il loro corpo lasciando spazio a macchie e chiazze di vari colori come bianco, verde, rosso e giallo.
Come uccello si può definire di struttura compatta e robusta, massiccio e molto forte.

Come carattere, il pappagallo amazzone è un tipo piuttosto socievole con i propri simili, non è un animale solitario e tende a vivere in branchi o per lo meno in gruppi familiari.
Preso singolarmente o assieme ad altri, si dimostra un uccello molto attivo ed intelligente che tende ad approcciarsi amichevolmente con gli esseri umani verso cui non ha pregiudizi di sorta ed è predisposto ad instaurare un rapporto di rispetto reciproco.
Non è automatico che una coppia di pappagalli di questa razza si riproduca, messa in una gabbia a convivere, è infatti molto importante per prima cosa controllare che la coppia sia matura ed affiatata. Per capire se i membri della coppia sono pronti per la riproduzione va guardata l’età sapendo che in media quella della maturità sessuale è intorno ai 5 anni.
Oltre a ciò c’è un fattore ambientale a cui fare caso perché i nostri pappagalli amazzoni non si riproducono dove capita, anzi prediligono i tronchi di alberi cavi e dunque se allevati in gabbia è bene cercare di riprodurre questa atmosfera di cavità fornendo loro un nido a cassetta con un po’ di polvere di torba umida nel fondo.
Il nido, per essere comodo deve avere un fondo di almeno 30X30, alto 50 centimetri, con un foro di entrata di diametro minimo di 10cm.
Una volta avvenuto l’accoppiamento, la femmina depone 3-4 uova di media e le cova per un tempo di circa 4 settimane, i piccoli nascono senza piume e la mamma pappagallo li accudisce fino a quando non appura che se la possono cavare da soli e può definirli autosufficienti in tutto e per tutto.

Ci sono molte varietà di pappagallo amazzone al mondo che si differenziano per il colore della fronte, ma non solo. Non tutte le oltre trenta specie di amazzoni sono propense ad essere tenute in cattività e a costruire un buon rapporto con noi umani: tra quelle più amichevoli ci sono il pappagallo amazzone con fronte blu, quello con fronte gialla e quello con fronte rossa.
Altri pappagalli amazzoni maggiormente predisposti come animali da compagnia sono Amazzone fronte azzurra, Amazzone a fronte bianca, Amazzone dell’Amazzonia e Amazzone delle Barbados.

Questo pappagallo, soprattutto nelle specie che si mostrano amichevoli e propense ad instaurare un rapporto con noi, si rivela un uccello dal carattere aperto e vivace, anzi, a volte esagera in questo suo essere vivace ed inizia a pretendere di essere al centro dei nostri pensieri e delle nostre azioni. È dunque necessario trovare un equilibrio tra ogni pappagallo e il proprio padrone.

Se non ha la nostra attenzione al 100%, l’amazzone passa il suo tempo a curare la sua gabbia usando il becco forte, quando è invece nel proprio ambiente naturale, si prende cura del proprio albero preferito sminuzzandone i rametti per poi usarli per allargare il proprio nido.

 

749° Edizione de “La Sagra dei Osei a Sacile” – 4 Settembre 2022

A Sacile, nel piccolo comune friulano in provincia di Pordenone, domenica 4 settembre 2022, si svolgerà, presso il Giardino della Serenissima, la famosissima ed unica nel suo genere Sagra dei Osei, dedicata agli uccelli da canto.

Questa del 2022 sarà la 749°edizione, infatti, la Sagra si tiene da oltre 700 anni acclamando lo stupore e l’interesse di milioni di allevatori da tutta Italia essendo definita come la più importante manifestazione avicola a livello europeo.

Nata come mercato avicolo e di attrezzi per l’uccellanda, oggi la Sagra dei Osei è un evento dove si intrecciano storia, cultura, ambiente e turismo.

Le prime notizie della Sagra risalgono al XIII secolo, precisamente nel 1274, quando la popolazione chiese al patriarca Raimondo della Torre, la possibilità di spostare il mercato di San Lorenzo entro le mura cittadine per farlo diventare fiera franca.
Nel corso dei secoli questa splendida città, affacciata sul Livenza, ha mantenuto intatta la tradizione fieristica trasformandola in un mercato esclusivo di volatili.
Nel 1909 ci fu una svolta definitiva che vide la comparsa della Sagra all’interno di un regolamento specifico capace di definire l’identità di questo mercato nella sua unicità a livello nazionale.

Oltre che all’esposizione nazionale degli uccelli si potrà assistere anche al concorso canoro con l’elezione del tordo nazionale. Sarà inoltre presente una mostra di animali da cortile, una mostra storica dell’apicoltura e una gara dei chioccolatori, ossia gli imitatori del canto dei volatili.

Inoltre, negli ultimi anni l’Associazione Pro Sacile ha dedicato particolari sensibilità verso la promozione delle eccellenze locali e la valorizzazione della città stessa.
La spettacolare Sagra Dei Osei sarà dunque ricca di spettacoli, intrattenimenti, musica e buon cibo locale, che coloreranno anche per il 2022 le serate e le giornate sacilesi.

Per arrivare alla Sagra di Sacile si può seguire l’A28 o l’A27 con uscita a Conegliano e proseguimento sulla SS13.

 

 

 

Gallina Ornamentale Orpington

Le galline ornamentali di razza Orpington sono esemplari di stazza grande e pesante e appaiono ancora più voluminose grazie al folto e soffice piumaggio di cui sono provviste.

I primi anni del XX secolo sono caratterizzati da un’esplosione della richiesta di capi, visto l’aumento vertiginoso dei prezzi di questa razza avicola popolarissima.
La prima varietà, quella nera, è stata seguita nel 1889 dalla varietà bianca, fino ad arrivare alla nota Orpington fulva nel 1894.
Nel giro di pochi anni Joshep Partington introdusse nuove modifiche alla razza, tra cui l’introduzione di una grande quantità di frange e di un piumaggio morbido e folto.

Proprio per la loro bellezza e per questo loro carattere così mansueto e dolce, si narra che le Orpington siano anche le galline preferite dalla Famiglia Reale britannica.

Gli esemplari di questa razza sono ottimi animali da compagnia, ideali per chi è alle prime armi con un pollaio e adatte anche per stare con i bambini. Sono molto docili e non inclini alla fuga perché hanno ali piccole e zampe corte.
Amano stare all’asciutto ed avere a disposizione un pascolo d’erba in abbondanza: nel caso di disponibilità d’erba bella fresca e verde, hanno la tendenza ad eccedere e quindi ad ingrassare, e per questo è bene che abbiano modo di fare molto movimento in libertà, per compensare le calorie ingurgitate e mantenere il peso forma.

Le galline Orpington sono inoltre delle ottime chiocce, affettuose e premurose con i pulcini, molto portate naturalmente alla cova, e spesso sono quelle che nel pollaio prendono l’iniziativa di accovacciarsi sulle uova nel nido.
Depongono tra le 175 e le 200 uova all’anno di dimensioni medio-grandi e dal guscio di colore marrone chiaro rosato.
A differenza di altre razze, non smettono di deporre nemmeno in inverno, anzi, grazie all’abbondante piumaggio reggono bene anche le temperature più rigide.

Vediamo ora di seguito tutte le specifiche e tutte le varietà della gallina di razza Orpington riconosciute dallo standard italiano, così come risultano nell’elenco della FIAV:

 I – GENERALITÀ

Origine: Selezionata dall’inglese William Cook nel 1886. Il nome (Orpington) deriva dal villaggio dove viveva Cook. Selezionata incrociando differenti razze, quali, Minorca, Plymouth Rock e Langshan.

Uovo: Peso minimo g. 55

Colore del guscio: bruno.

Anello Gallo: mm. 22

Anello Gallina: mm. 20

II – TIPOLOGIA ED INDIRIZZI PER LA SELEZIONE

Pollo molto pesante e massiccio, con portamento molto basso e temperamento calmo e fiducioso. Ha la linea del dorso ascendente e il tronco arrotondato su tutti i lati che gli conferiscono la caratteristica forma a dado. Selezionare soggetti con cresta piccola e con piumaggio abbondante ma non troppo soffice. Nella selezione si deve cercare di mantenere una razza a duplice attitudine, svelta nella crescita e buona produttrice di uova, in special modo nel periodo invernale.

III – STANDARD

Aspetto generale e caratteristiche della razza

1- FORMA

Tronco: a forma cubica, quindi l’altezza, la larghezza e la profondità dovrebbero avere la stessa misura, la gallina appare ancora più compatta del gallo.

Testa: piccola, ben arrotondata.

Becco: corto, forte e leggermente arcuato; per il colore segue quello dei tarsi, di solito un po’ più chiaro.

Occhi: grandi.

Cresta:

1) semplice: piccola, ben eretta nei due sessi, con 4/5 denti non troppo lunghi, il lobo non troppo largo, segue la linea della nuca.

2) a rosa: non troppo alta e con fine perlatura; spina che segue la linea della nuca. Ammessa nelle colorazioni Fulva e Nera.

Bargigli: di media grandezza, rotondi, ti tessitura fine, rossi.

Faccia: rossa, di fine tessitura, senza piume.

Orecchioni: di media grandezza, lisci, rossi.

Collo: lievemente arcuato, non troppo lungo, con mantellina abbondante.

Spalle: larghe e ben sviluppate, coperte dalla mantellina.

Dorso: largo, apparentemente corto perché ricoperto in parte dalla mantellina e dall’abbondante piumaggio della groppa. Il punto più basso è alla base della mantellina poi sale verso la coda. La linea collo, dorso, coda forma un arco uniforme senza bruschi angoli.

Ali: ben serrate al corpo e portate orizzontali.

Coda: corta e molto larga, nel gallo le timoniere sono coperte da numerose falciformi. Anche nella gallina la coda è corta, portata alta e con timoniere quasi nascoste dalle abbondanti copritrici. Il punto più alto della coda del gallo è all’incirca in linea con l’occhio, nella gallina un po’ più basso.

Petto: largo, molto profondo e ben sviluppato.

Zampe: gambe muscolose e posizionate larghe, abbondantemente ricoperte di piume. Tarsi mediamente corti e forti, non impiumati, parte del tarso deve essere ricoperto dal piumaggio; quattro dita. Per il colore vedere le singole colorazioni.

Ventre: largo, profondo e pieno. Armoniosamente raccordato con il petto, in modo da trovarsi su un unico livello.

2 – PESI

GALLO: Kg. 4,0 – 4,5

GALLINA: Kg. 3,0 – 3,5

Difetti gravi: Corpo stretto, forma a Cocincina, linea del dorso troppo lunga o assente; cuscini sulla groppa; petto troppo alto o cadente; posizione della linea inferiore troppo alta o strisciante; coda troppo lunga o pendente, a punta o troppo aperta; bianco negli orecchioni, tarsi troppo lunghi o troppo corti.

3 – PIUMAGGIO

Conformazione: Molto abbondante e piuttosto morbido a causa del folto piumino, ma non troppo gonfio, deve essere ben aderente al corpo. Non deve essere morbido come nella Cocincina.

IV – COLORAZIONI

BARRATA

PETTO ARGENTO

BIANCA

BLU ORLATA

FULVA

FULVA ORLATA NERO

ROSSA MILLEFIORI

NERA

NERA PICCHIETTA BIANCO

PERNICIATA MAGLIE NERE

ROSSA

 

Curiosità sulle Api, Piccole e Laboriose Creature

Tutti gli insetti esistenti nel pianeta Terra sono fondamentali per l’equilibrio e il mantenimento dell’ecosistema in cui viviamo con le loro peculiarità che li rendono unici e speciali.
Le api, piccole e laboriose creature, impollinano il 75% delle piante di cui l’uomo si nutre e, senza di loro, la nostra specie non potrebbe sopravvivere.
Vediamo di seguito alcune curiosità sulla loro vita e caratteristiche che le contraddistinguono.

·        Hanno cinque occhi: le api hanno due occhi composti e tre occhi semplici, detti ocelli, che permettono loro di vedere a 360 gradi. La testa dell’ape operaia ha una forma triangolare e negli angoli superiori si trovano i due occhi composti, che sono i più grandi e sono formati da migliaia di piccoli elementi.
Questi primi due occhi forniscono l’immagine dell’ambiente circostante, individuano i movimenti e permettono alle api di reagire più velocemente. Oltre gli occhi composti hanno anche tre ocelli che si trovano sulla fronte e permettono di vedere gli oggetti molto vicini;

·        La loro vista: per quanto riguarda i colori, le api vedono il giallo, il verde bluastro, il blu e l’ultravioletto, ma non vedono il rosso. Inoltre, proprio come noi umani, anche le api sono capaci di riconoscere i volti, perché possono distinguere linee e forme;

·        Oltre ventimila specie: le api più conosciute e diffuse sono le mellifere ma nel mondo esistono più di ventimila specie diverse presenti in tutti i continenti, tranne nell’Artico e in Antartide. Tra le varie specie c’è l’Osmia, un’ape solitaria che non vive in società e che, diversamente da quanto si potrebbe immaginare, rappresenta la stragrande maggioranza delle api. Non produce il miele, ma è un’impollinatrice eccezionale, dato che riesce a fecondare oltre il 90% dei fiori visitati;

·        I fiori che utilizzano per il miele: in un singolo volo di ricognizione, un’ape è capace di visitare tra i 50 ed i 100 fiori. Per un solo chilo di miele, è stato stimato che una singola ape dovrebbe volare per circa 150mila chilometri, quasi quattro volte il giro della Terra, e che sono necessari quasi 60mila voli di andata e ritorno dall’alveare ai fiori. Inoltre, sempre per produrre un chilo di miele sono necessari circa 2.737.500 fiori;

·        Il sole come bussola: quando esse svolgono il compito di bottinatrici, ossia quando raccolgono nettare, polline, propoli e acqua, sono in grado di trasmettere precise informazioni alle compagne sulla esatta ubicazione di una sorgente di cibo, anche molto distante, comunicando dati sui rapporti di posizione tra campo fiorito, alveare e sole. La loro abilità di percepire luce polarizzata consente loro di individuare la posizione del sole, anche se questo è coperto da nubi;

·        Il loro sciame non è pericoloso: le api sono animali innocui e a differenza delle vespe non aggressivi. Possono pungere solo se percepiscono un reale pericolo, soprattutto se nei confronti della famiglia.
Quando le api iniziano a sciamare sono più docili, perché hanno riempito le loro sacche melarie di scorte di cibo e pertanto, non potendo piegare l’addome, è per loro impossibile pungere. Al contrario, invece, se vi imbattete in uno sciame che ha già iniziato a nidificare, dovrete stare molto attenti. Infatti, è proprio in corrispondenza dei nidi che le api manifestano comportamenti più aggressivi: le api pattugliano l’entrata in modo da allontanare i pericoli e difendere la famiglia ed ovviamente l’ape regina;

·        Le api e le mummie Egiziane: simbolo di diligenza, coraggio ed ingegno, le api ispirarono con il loro comportamento molti popoli antichi, tra cui gli Egizi che le venerarono e trassero molti insegnamenti dalla loro organizzazione sociale.
In particolare, furono proprio le api ad ispirare agli Egizi le tecniche di mummificazione. Infatti, bisogna sapere che ogni volta che un piccolo animale come un topolino od un insetto si introduce in un alveare, questo viene, spesso e volentieri, ucciso a colpi di pungiglione dalle api che non potendolo trasportare all’esterno, per evitare pericolosi fenomeni di decomposizione lo ricoprono di propoli, un potente antibiotico che preserva il corpo dell’animale ed in pratica lo trasforma in una mummia. Questo fenomeno era stato osservato fin dagli antichi egizi, i quali copiarono l’idea per trasformare i loro faraoni in mummie ed utilizzavano il propoli come unguento per bendarli;

·        Le api non dormono mai: diversi studi dimostrano che le api non dormono ma semplicemente riposano per brevi periodi di tempo senza addormentarsi del tutto. Con l’avanzare dell’età questi micro-sonni aumentano e si fanno più regolari.
Anche di notte, infatti, le api svolgono diversi lavori: le ancelle accudiscono la regina e la nutrono in continuazione perché la deposizione delle uova non si ferma mai e la regina può arrivare facilmente a deporre anche duemila uova nelle ventiquattro ore.

In questo elenco sono riportate alcune delle più importanti curiosità e caratteristiche sulle loro vite, fatte di profumi inebrianti e lunghissimi viaggi, per imparare a conoscerle e ad amarle in tutta la loro complessità.