La Gallina Nana Chabo

Il termine “Chabo” in giapponese significa “nano” e proprio per questo motivo è stato associato a questa razza ornamentale dal portamento aristocratico, riconoscibile non solo per le piccole dimensioni ma anche per le zampe molto corte.
Questa caratteristica è dovuta alla presenza nel DNA della razza Chabo dei geni dell’acondroplasia, capaci di determinare negli animali uno spiccato accorciamento delle zampe.

È anche denominata e conosciuta come Nagasaki, denominazione di fatto in disuso, riferita al porto di Nagasaki da cui partì per arrivare in Europa.
La razza Chabo discende da razze dell’Indocina importate in Giappone nel XVI-XVII secolo. Ha sempre avuto scopi ornamentali e nell’antichità impreziosiva con la propria presenza i giardini delle famiglie nobili.
Oggi la razza Chabo è una razza con tantissime varietà e dotata di svariati tipi di colorazioni di piumaggio; in tal senso le caratteristiche principali che la caratterizzano non sono colorazioni e tipologia di piumaggio, ma la forma e portamento.
In Giappone si distinguono diverse varietà: Higo Chabo, caratterizzata da una cresta molto grande, Taikan Chabo, di dimensioni un po’ più grosse della standard, Daruma Chabo, con la coda corta e Okina Chabo, caratterizzata dalla sola colorazione bianca e dalla barba trilobata.

Nel caso di allevamento di avicoli di razza Chabo, è fondamentale prestare particolare cura all’igiene e la cura del pollaio che le ospita, mettendole in condizioni sia di godere di spazio sufficiente per potersi muovere liberamente, sia di non avere problemi di umidità al piumaggio: le loro zampette corte e non molto potenti potrebbero risentirne e avere grossi problemi di salute.

Le galline di razza Chabo hanno un’indole tranquilla e socievole e sono quindi perfette galline ornamentali per giardini e cortili anche non troppo grandi; sono in tal senso ottimi animali domestici da compagnia.
È una razza avicola molto delicata, soprattutto alle basse temperature, e quindi per allevarla è importante prestare molta attenzione alle sue esigenze fisiologiche.

Depongono poche uova in un anno, circa 150, ma sono ottime covatrici, cosa questa che accomuna un po’ tutte le razze nane di gallina.

La Chabo è riconosciuta in tre tipologie di piumaggio: liscio, arricciato e serico. Per tutte queste tre tipologie le caratteristiche morfologiche e di posizione sono le stesse.

Il Gatto Balinese: Un Fantastico Compagno di Vita

Il gatto Balinese appartiene alla famiglia del gatto Siamese e si mostra un docile compagno di vita, il cui nome nasce dall’associazione tra i movimenti sinuosi del gatto con le donne danzatrici di Bali.

Le sue origini prendono vita nel 1920, ma il riconoscimento ufficiale avvenne solo nel 1961. L’intento era quello introdurre una nuova varietà di gatti siamesi a pelo lungo: iniziarono dunque gli accoppiamenti con i gatti angora, ma i primi tentativi fallirono, perché i gatti continuavano a mantenere il pelo corto, essendo questo un tratto dominante.
La varietà venne fuori solo in seguito, nel 1950, e qualche anno dopo venne presentata ad una mostra felina per la prima volta, destando l’interesse di molti.

Il gatto Balinese si presente come un animale molto aggraziato ed elegante, magro, proporzionato e longilineo. È di taglia media, con gambe lunghe, sottili e zampette minute. 
La maschera scura gli riempie buona parte del viso, caratterizzato dalla forma triangolare. Gli occhi sono a mandorla e di colore blu intenso mentre le orecchie sono molto grandi e a punta. La coda è folta e lunga e al termine presenta un pennacchio.
Il mantello è morbido e soffice con sottopelo non abbondante: tra i colori più diffusi ci sono crema, avorio e tigrato, con i point su zampe, coda e orecchie, di diverse tonalità in abbinamento.

Il carattere di questo gatto è simile a quello dei siamesi. Vive bene in appartamento, adattandosi alla quotidianità dei suoi padroni. Se vivete in ambienti umidi e freddi, potrebbe risentirne. Socializza con tutti i familiari, soprattutto con i bambini, con cui trascorre molto tempo a giocare. Si mostra molto affettuoso e ama farsi coccolare dal suo padrone, ma, nonostante ciò, potrebbe mostrarsi possessivo e geloso per condividere gli stessi spazi con altri animali. La convivenza, infatti, potrebbe rivelarsi non pacifica.
Tende a miagolare con un suono molto delicato e grazioso ogni volta che deve segnalare i suoi bisogni.
L’ideale sarebbe concedergli un giardino dove poter scorrazzare in autonomia, avendo bisogno di muoversi e di scaricarsi. Tollera bene anche la solitudine, ovviamente senza esagerare.

Il pelo del gatto balinese è molto folto e per questo motivo richiede una frequente spazzolatura in particolare durante il periodo della muta quando l’ideale sarebbe spazzolarlo quattro volte a settimana, per minimizzare il rischio che il vostro gatto balinese ingerisca il suo pelo leccandosi e rischiando così attacchi di vomito.

Boston Terrier: Il Cane del Massachusetts

Il Boston terrier è un cane di compagnia di piccole dimensioni molto apprezzato dagli americani, tanto da essere stata onorato nel 1979 come cane ufficiale dello stato dal governo del Massachusetts.

Le sue origini provengono dal 1800 quando inizialmente l’obiettivo era quello di creare dei cani da combattimento e per questo motivo vennero incrociati tra loro il Bulldog inglese e cani terrier di piccola taglia.
Poi negli anni successivi cominciarono a delinearsi le caratteristiche principali del Boston Terrier, anche se approssimativamente.
Anche il nome Boston Terrier non venne assegnato subito, ma solo dopo diversi anni.
Nel 1889, una trentina di proprietari di Boston Bull Terriers formarono l’American Bull Terrier Club e li chiamarono Round Heads o Bull Terriers. Nell’ultimo decennio del 1800, tuttavia, si affermò il nome di Boston Terrier, in onore della città d’origine della razza.
Solo nel 1893 venne riconosciuto da parte dell’American Kennel Club e successivamente vennero definiti altri dettagli che portarono a delle modifiche degli standard.
Nel 1979 fu poi designato come cane ufficiale dello Stato del Massachusetts. Ma la sua popolarità negli Stati Uniti si vede anche dal fatto di essere la mascotte di innumerevoli college e delle loro squadre sportive.

Il Boston terrier appartiene alla famiglia dei molossoidi e ne esistono tre diverse tipologie, che differiscono tra loro per il peso:

–         la categoria dei leggeri, con un peso inferiore ai 6,75 kg;

–         la categoria dei medi che va dai 6,25 kg ai 9 kg;

–         la categoria dei pesanti, con peso superiore ai 9 kg, ma mai oltre gli 11 kg.

Il pelo è liscio, lucido e corto. Il colore è striato, nero, foca, con delle macchie bianche.
Il suo fisico è muscoloso e dall’aspetto quadrato, evidenziato dalla caratteristica mascella. Appare un po’ tozzo e sproporzionato, con il tronco molto corto.

L’altezza oscilla dai 38 ai 43 cm. Per le sue dimensioni, è fondamentale che segua un’alimentazione molto equilibrata, evitando assolutamente che prenda peso oltre i limiti consentiti.
La coda è corta, le orecchie a punta. Gli occhi sono scuri e in genere molto grandi innanzi ad una testa molto piccola.

Nonostante il suo aspetto e le sue origini, gli allevatori negli anni sono riusciti a rieducare la razza, rendendolo oggi un buon cane da compagnia, ideale per le famiglie, molto intelligente.
Il Boston terrier è sempre attento a tutto quello che accade intorno a lui e all’ambiente in cui vive, se aggredito riesce a difendere bene sé stesso e i suoi padroni.

Ama stare insieme al padrone e ai bambini, ma non disdegna neanche i suoi momenti di solitudine. Si presta a coccole e giochi, rendendosi davvero amabile.
Non ha bisogno di grandi spazi e ha poche pretese; quindi, si adatta anche alla vita in appartamento, dal momento che non perde neanche troppi peli e richiede poche cure.
Le sue caratteristiche temperamentali lo rendono anche un cane particolarmente adatto a chi è alle prime esperienze con gli animali.

Il Pappagallo Amazzone

Il pappagallo amazzone è uno tra i tanti pappagalli colorati che riescono ad affascinare chiunque li veda. Viene definito uno dei più bei pappagalli del pianeta grazie al suo aspetto e alle caratteristiche che lo contraddistinguono.

Gli esemplari di questa razza sono di media taglia e provengono dal Sudamerica, dall’America Centrale e dagli stati che sono bagnati dal Mar dei Caraibi.
A distinguerli dagli altri pappagalli è la loro colorazione verde che copre quasi tutto il loro corpo lasciando spazio a macchie e chiazze di vari colori come bianco, verde, rosso e giallo.
Come uccello si può definire di struttura compatta e robusta, massiccio e molto forte.

Come carattere, il pappagallo amazzone è un tipo piuttosto socievole con i propri simili, non è un animale solitario e tende a vivere in branchi o per lo meno in gruppi familiari.
Preso singolarmente o assieme ad altri, si dimostra un uccello molto attivo ed intelligente che tende ad approcciarsi amichevolmente con gli esseri umani verso cui non ha pregiudizi di sorta ed è predisposto ad instaurare un rapporto di rispetto reciproco.
Non è automatico che una coppia di pappagalli di questa razza si riproduca, messa in una gabbia a convivere, è infatti molto importante per prima cosa controllare che la coppia sia matura ed affiatata. Per capire se i membri della coppia sono pronti per la riproduzione va guardata l’età sapendo che in media quella della maturità sessuale è intorno ai 5 anni.
Oltre a ciò c’è un fattore ambientale a cui fare caso perché i nostri pappagalli amazzoni non si riproducono dove capita, anzi prediligono i tronchi di alberi cavi e dunque se allevati in gabbia è bene cercare di riprodurre questa atmosfera di cavità fornendo loro un nido a cassetta con un po’ di polvere di torba umida nel fondo.
Il nido, per essere comodo deve avere un fondo di almeno 30X30, alto 50 centimetri, con un foro di entrata di diametro minimo di 10cm.
Una volta avvenuto l’accoppiamento, la femmina depone 3-4 uova di media e le cova per un tempo di circa 4 settimane, i piccoli nascono senza piume e la mamma pappagallo li accudisce fino a quando non appura che se la possono cavare da soli e può definirli autosufficienti in tutto e per tutto.

Ci sono molte varietà di pappagallo amazzone al mondo che si differenziano per il colore della fronte, ma non solo. Non tutte le oltre trenta specie di amazzoni sono propense ad essere tenute in cattività e a costruire un buon rapporto con noi umani: tra quelle più amichevoli ci sono il pappagallo amazzone con fronte blu, quello con fronte gialla e quello con fronte rossa.
Altri pappagalli amazzoni maggiormente predisposti come animali da compagnia sono Amazzone fronte azzurra, Amazzone a fronte bianca, Amazzone dell’Amazzonia e Amazzone delle Barbados.

Questo pappagallo, soprattutto nelle specie che si mostrano amichevoli e propense ad instaurare un rapporto con noi, si rivela un uccello dal carattere aperto e vivace, anzi, a volte esagera in questo suo essere vivace ed inizia a pretendere di essere al centro dei nostri pensieri e delle nostre azioni. È dunque necessario trovare un equilibrio tra ogni pappagallo e il proprio padrone.

Se non ha la nostra attenzione al 100%, l’amazzone passa il suo tempo a curare la sua gabbia usando il becco forte, quando è invece nel proprio ambiente naturale, si prende cura del proprio albero preferito sminuzzandone i rametti per poi usarli per allargare il proprio nido.

 

749° Edizione de “La Sagra dei Osei a Sacile” – 4 Settembre 2022

A Sacile, nel piccolo comune friulano in provincia di Pordenone, domenica 4 settembre 2022, si svolgerà, presso il Giardino della Serenissima, la famosissima ed unica nel suo genere Sagra dei Osei, dedicata agli uccelli da canto.

Questa del 2022 sarà la 749°edizione, infatti, la Sagra si tiene da oltre 700 anni acclamando lo stupore e l’interesse di milioni di allevatori da tutta Italia essendo definita come la più importante manifestazione avicola a livello europeo.

Nata come mercato avicolo e di attrezzi per l’uccellanda, oggi la Sagra dei Osei è un evento dove si intrecciano storia, cultura, ambiente e turismo.

Le prime notizie della Sagra risalgono al XIII secolo, precisamente nel 1274, quando la popolazione chiese al patriarca Raimondo della Torre, la possibilità di spostare il mercato di San Lorenzo entro le mura cittadine per farlo diventare fiera franca.
Nel corso dei secoli questa splendida città, affacciata sul Livenza, ha mantenuto intatta la tradizione fieristica trasformandola in un mercato esclusivo di volatili.
Nel 1909 ci fu una svolta definitiva che vide la comparsa della Sagra all’interno di un regolamento specifico capace di definire l’identità di questo mercato nella sua unicità a livello nazionale.

Oltre che all’esposizione nazionale degli uccelli si potrà assistere anche al concorso canoro con l’elezione del tordo nazionale. Sarà inoltre presente una mostra di animali da cortile, una mostra storica dell’apicoltura e una gara dei chioccolatori, ossia gli imitatori del canto dei volatili.

Inoltre, negli ultimi anni l’Associazione Pro Sacile ha dedicato particolari sensibilità verso la promozione delle eccellenze locali e la valorizzazione della città stessa.
La spettacolare Sagra Dei Osei sarà dunque ricca di spettacoli, intrattenimenti, musica e buon cibo locale, che coloreranno anche per il 2022 le serate e le giornate sacilesi.

Per arrivare alla Sagra di Sacile si può seguire l’A28 o l’A27 con uscita a Conegliano e proseguimento sulla SS13.

 

 

 

Gallina Ornamentale Orpington

Le galline ornamentali di razza Orpington sono esemplari di stazza grande e pesante e appaiono ancora più voluminose grazie al folto e soffice piumaggio di cui sono provviste.

I primi anni del XX secolo sono caratterizzati da un’esplosione della richiesta di capi, visto l’aumento vertiginoso dei prezzi di questa razza avicola popolarissima.
La prima varietà, quella nera, è stata seguita nel 1889 dalla varietà bianca, fino ad arrivare alla nota Orpington fulva nel 1894.
Nel giro di pochi anni Joshep Partington introdusse nuove modifiche alla razza, tra cui l’introduzione di una grande quantità di frange e di un piumaggio morbido e folto.

Proprio per la loro bellezza e per questo loro carattere così mansueto e dolce, si narra che le Orpington siano anche le galline preferite dalla Famiglia Reale britannica.

Gli esemplari di questa razza sono ottimi animali da compagnia, ideali per chi è alle prime armi con un pollaio e adatte anche per stare con i bambini. Sono molto docili e non inclini alla fuga perché hanno ali piccole e zampe corte.
Amano stare all’asciutto ed avere a disposizione un pascolo d’erba in abbondanza: nel caso di disponibilità d’erba bella fresca e verde, hanno la tendenza ad eccedere e quindi ad ingrassare, e per questo è bene che abbiano modo di fare molto movimento in libertà, per compensare le calorie ingurgitate e mantenere il peso forma.

Le galline Orpington sono inoltre delle ottime chiocce, affettuose e premurose con i pulcini, molto portate naturalmente alla cova, e spesso sono quelle che nel pollaio prendono l’iniziativa di accovacciarsi sulle uova nel nido.
Depongono tra le 175 e le 200 uova all’anno di dimensioni medio-grandi e dal guscio di colore marrone chiaro rosato.
A differenza di altre razze, non smettono di deporre nemmeno in inverno, anzi, grazie all’abbondante piumaggio reggono bene anche le temperature più rigide.

Vediamo ora di seguito tutte le specifiche e tutte le varietà della gallina di razza Orpington riconosciute dallo standard italiano, così come risultano nell’elenco della FIAV:

 I – GENERALITÀ

Origine: Selezionata dall’inglese William Cook nel 1886. Il nome (Orpington) deriva dal villaggio dove viveva Cook. Selezionata incrociando differenti razze, quali, Minorca, Plymouth Rock e Langshan.

Uovo: Peso minimo g. 55

Colore del guscio: bruno.

Anello Gallo: mm. 22

Anello Gallina: mm. 20

II – TIPOLOGIA ED INDIRIZZI PER LA SELEZIONE

Pollo molto pesante e massiccio, con portamento molto basso e temperamento calmo e fiducioso. Ha la linea del dorso ascendente e il tronco arrotondato su tutti i lati che gli conferiscono la caratteristica forma a dado. Selezionare soggetti con cresta piccola e con piumaggio abbondante ma non troppo soffice. Nella selezione si deve cercare di mantenere una razza a duplice attitudine, svelta nella crescita e buona produttrice di uova, in special modo nel periodo invernale.

III – STANDARD

Aspetto generale e caratteristiche della razza

1- FORMA

Tronco: a forma cubica, quindi l’altezza, la larghezza e la profondità dovrebbero avere la stessa misura, la gallina appare ancora più compatta del gallo.

Testa: piccola, ben arrotondata.

Becco: corto, forte e leggermente arcuato; per il colore segue quello dei tarsi, di solito un po’ più chiaro.

Occhi: grandi.

Cresta:

1) semplice: piccola, ben eretta nei due sessi, con 4/5 denti non troppo lunghi, il lobo non troppo largo, segue la linea della nuca.

2) a rosa: non troppo alta e con fine perlatura; spina che segue la linea della nuca. Ammessa nelle colorazioni Fulva e Nera.

Bargigli: di media grandezza, rotondi, ti tessitura fine, rossi.

Faccia: rossa, di fine tessitura, senza piume.

Orecchioni: di media grandezza, lisci, rossi.

Collo: lievemente arcuato, non troppo lungo, con mantellina abbondante.

Spalle: larghe e ben sviluppate, coperte dalla mantellina.

Dorso: largo, apparentemente corto perché ricoperto in parte dalla mantellina e dall’abbondante piumaggio della groppa. Il punto più basso è alla base della mantellina poi sale verso la coda. La linea collo, dorso, coda forma un arco uniforme senza bruschi angoli.

Ali: ben serrate al corpo e portate orizzontali.

Coda: corta e molto larga, nel gallo le timoniere sono coperte da numerose falciformi. Anche nella gallina la coda è corta, portata alta e con timoniere quasi nascoste dalle abbondanti copritrici. Il punto più alto della coda del gallo è all’incirca in linea con l’occhio, nella gallina un po’ più basso.

Petto: largo, molto profondo e ben sviluppato.

Zampe: gambe muscolose e posizionate larghe, abbondantemente ricoperte di piume. Tarsi mediamente corti e forti, non impiumati, parte del tarso deve essere ricoperto dal piumaggio; quattro dita. Per il colore vedere le singole colorazioni.

Ventre: largo, profondo e pieno. Armoniosamente raccordato con il petto, in modo da trovarsi su un unico livello.

2 – PESI

GALLO: Kg. 4,0 – 4,5

GALLINA: Kg. 3,0 – 3,5

Difetti gravi: Corpo stretto, forma a Cocincina, linea del dorso troppo lunga o assente; cuscini sulla groppa; petto troppo alto o cadente; posizione della linea inferiore troppo alta o strisciante; coda troppo lunga o pendente, a punta o troppo aperta; bianco negli orecchioni, tarsi troppo lunghi o troppo corti.

3 – PIUMAGGIO

Conformazione: Molto abbondante e piuttosto morbido a causa del folto piumino, ma non troppo gonfio, deve essere ben aderente al corpo. Non deve essere morbido come nella Cocincina.

IV – COLORAZIONI

BARRATA

PETTO ARGENTO

BIANCA

BLU ORLATA

FULVA

FULVA ORLATA NERO

ROSSA MILLEFIORI

NERA

NERA PICCHIETTA BIANCO

PERNICIATA MAGLIE NERE

ROSSA

 

Curiosità sulle Api, Piccole e Laboriose Creature

Tutti gli insetti esistenti nel pianeta Terra sono fondamentali per l’equilibrio e il mantenimento dell’ecosistema in cui viviamo con le loro peculiarità che li rendono unici e speciali.
Le api, piccole e laboriose creature, impollinano il 75% delle piante di cui l’uomo si nutre e, senza di loro, la nostra specie non potrebbe sopravvivere.
Vediamo di seguito alcune curiosità sulla loro vita e caratteristiche che le contraddistinguono.

·        Hanno cinque occhi: le api hanno due occhi composti e tre occhi semplici, detti ocelli, che permettono loro di vedere a 360 gradi. La testa dell’ape operaia ha una forma triangolare e negli angoli superiori si trovano i due occhi composti, che sono i più grandi e sono formati da migliaia di piccoli elementi.
Questi primi due occhi forniscono l’immagine dell’ambiente circostante, individuano i movimenti e permettono alle api di reagire più velocemente. Oltre gli occhi composti hanno anche tre ocelli che si trovano sulla fronte e permettono di vedere gli oggetti molto vicini;

·        La loro vista: per quanto riguarda i colori, le api vedono il giallo, il verde bluastro, il blu e l’ultravioletto, ma non vedono il rosso. Inoltre, proprio come noi umani, anche le api sono capaci di riconoscere i volti, perché possono distinguere linee e forme;

·        Oltre ventimila specie: le api più conosciute e diffuse sono le mellifere ma nel mondo esistono più di ventimila specie diverse presenti in tutti i continenti, tranne nell’Artico e in Antartide. Tra le varie specie c’è l’Osmia, un’ape solitaria che non vive in società e che, diversamente da quanto si potrebbe immaginare, rappresenta la stragrande maggioranza delle api. Non produce il miele, ma è un’impollinatrice eccezionale, dato che riesce a fecondare oltre il 90% dei fiori visitati;

·        I fiori che utilizzano per il miele: in un singolo volo di ricognizione, un’ape è capace di visitare tra i 50 ed i 100 fiori. Per un solo chilo di miele, è stato stimato che una singola ape dovrebbe volare per circa 150mila chilometri, quasi quattro volte il giro della Terra, e che sono necessari quasi 60mila voli di andata e ritorno dall’alveare ai fiori. Inoltre, sempre per produrre un chilo di miele sono necessari circa 2.737.500 fiori;

·        Il sole come bussola: quando esse svolgono il compito di bottinatrici, ossia quando raccolgono nettare, polline, propoli e acqua, sono in grado di trasmettere precise informazioni alle compagne sulla esatta ubicazione di una sorgente di cibo, anche molto distante, comunicando dati sui rapporti di posizione tra campo fiorito, alveare e sole. La loro abilità di percepire luce polarizzata consente loro di individuare la posizione del sole, anche se questo è coperto da nubi;

·        Il loro sciame non è pericoloso: le api sono animali innocui e a differenza delle vespe non aggressivi. Possono pungere solo se percepiscono un reale pericolo, soprattutto se nei confronti della famiglia.
Quando le api iniziano a sciamare sono più docili, perché hanno riempito le loro sacche melarie di scorte di cibo e pertanto, non potendo piegare l’addome, è per loro impossibile pungere. Al contrario, invece, se vi imbattete in uno sciame che ha già iniziato a nidificare, dovrete stare molto attenti. Infatti, è proprio in corrispondenza dei nidi che le api manifestano comportamenti più aggressivi: le api pattugliano l’entrata in modo da allontanare i pericoli e difendere la famiglia ed ovviamente l’ape regina;

·        Le api e le mummie Egiziane: simbolo di diligenza, coraggio ed ingegno, le api ispirarono con il loro comportamento molti popoli antichi, tra cui gli Egizi che le venerarono e trassero molti insegnamenti dalla loro organizzazione sociale.
In particolare, furono proprio le api ad ispirare agli Egizi le tecniche di mummificazione. Infatti, bisogna sapere che ogni volta che un piccolo animale come un topolino od un insetto si introduce in un alveare, questo viene, spesso e volentieri, ucciso a colpi di pungiglione dalle api che non potendolo trasportare all’esterno, per evitare pericolosi fenomeni di decomposizione lo ricoprono di propoli, un potente antibiotico che preserva il corpo dell’animale ed in pratica lo trasforma in una mummia. Questo fenomeno era stato osservato fin dagli antichi egizi, i quali copiarono l’idea per trasformare i loro faraoni in mummie ed utilizzavano il propoli come unguento per bendarli;

·        Le api non dormono mai: diversi studi dimostrano che le api non dormono ma semplicemente riposano per brevi periodi di tempo senza addormentarsi del tutto. Con l’avanzare dell’età questi micro-sonni aumentano e si fanno più regolari.
Anche di notte, infatti, le api svolgono diversi lavori: le ancelle accudiscono la regina e la nutrono in continuazione perché la deposizione delle uova non si ferma mai e la regina può arrivare facilmente a deporre anche duemila uova nelle ventiquattro ore.

In questo elenco sono riportate alcune delle più importanti curiosità e caratteristiche sulle loro vite, fatte di profumi inebrianti e lunghissimi viaggi, per imparare a conoscerle e ad amarle in tutta la loro complessità.

 

 

La Gallina Ovaiola Minorca

La gallina ovaiola Minorca somiglia nell’aspetto fisico alla sua consorella Spagnola faccia bianca.
L’unica differenza tra le due è la colorazione delle guance, bianca per la Minorca e rossa per la Spagnola.

Gli Inglesi, nel corso del XVIII secolo, hanno combattuto costantemente per il dominio dell’Isola di Minorca e si suppone che nell’ultima parte del secolo la gallina autoctona sia stata portata per la prima volta in Inghilterra dove è stata perfezionata dagli allevatori inglesi, diventando una gallina ovaiola eccellente, conosciuta in tutto il mondo per le sue grandi uova bianche.
La Minorca si è sempre adattata bene ai cortili e ai piccoli pollai, ed è stata una razza molto popolare tra i piccoli allevatori.

In origine le Minorca erano galline piuttosto piccole, con corpo solido e piumaggio nero opaco. Le linee e dimensioni attuali e la luminosità del piumaggio che ormai detengono, sono l’effetto di incroci con la razza Langshan, di origine asiatica.
I suoi geni sono comunque serviti per la realizzazione di altre razze avicole famose e oggi molto diffuse, come la Orpington e la Australorp.

Oggi la razza Minorca è quasi estinta sull’Isola di Minorca, ma da alcuni anni alcuni appassionati menorchini stanno cercando di riportare in vita la razza, e preservarla com’era in origine.
È di indole molto vivace e ruspante e quindi ama trascorre la sua giornata in modo molto dinamico, cercando cibo nel terreno e razzolando continuamente.

Gli orecchioni bianchi sono molto delicati; sono infatti inclini alle vesciche e visto che impiegano molto tempo a risarcirsi, è necessario prestare attenzione affinché non si danneggino.

Vediamo di seguito tutte le specifiche e le caratteristiche riportate nella scheda FIAV:

I – GENERALITÀ

Origine
Razza selezionata da polli comuni spagnoli.

Uovo
Peso minimo g. 65
Colore del guscio: bianco.

Anello
Gallo: 20
Gallina: 18

II – TIPOLOGIA ED INDIRIZZI PER LA SELEZIONE

Grosso pollo, possente e allungato, con parte posteriore del corpo larga nella gallina; portamento alto; aspetto fiero e temperamento vivace. Piumaggio riccamente sviluppato e ben serrato al corpo. Cresta grande e grandi orecchioni bianchi e spessi caratterizzano la testa.

III – STANDARD
Aspetto generale e caratteristiche della razza

1- FORMA
Tronco: lungo, largo e profondo che si restringe un po’ verso la parte posteriore. Portamento del corpo leggermente rilevato. Nella gallina visto di profilo è orizzontale, largo e a forma trapezoidale in ragione della lunghezza del dorso, della profondità del petto e del ventre ben sviluppato.
Testa: grande; con cranio ben bombato.
Becco: possente e leggermente ricurvo.
Occhi: grandi e brillanti; iride di colore secondo la varietà.
Cresta:
a) cresta semplice; larga alla base e ben ferma; tessitura abbastanza ruvida; impiantata ben dritta e che arriva fino alla metà del becco, che forma dalla linea anteriore una curva elevata verso la nuca; il lobo segue la linea della nuca senza però appoggiarvisi; intorno a 5 denti, profondi e disposti radiali all’occhio. Nella gallina simile a quella del gallo, dritta sul davanti si piega poi su di un lato, lasciando però libero l’occhio.
b) cresta a rosa di grandezza media; ben impiantata e bassa; larga nella parte anteriore si restringe verso il dietro con una corta spina che segue la linea della nuca, senza appoggiarvisi; superficie superiore perlata. Nella gallina più piccola che nel gallo.
Bargigli: di misura proporzionata alla cresta semplice; lisci e non troppo stretti all’attaccatura; ben arrotondati in basso; pieghe longitudinali tollerate.
Faccia: liscia; il più possibile libera da piume; rossa.
Orecchioni: grande, spessi e lisci; bianchi smalto; forma ovale; ben aderenti. Nella gallina più circolari.
Collo: proporzionalmente lungo; portato un po’ all’indietro. Mantellina ricca, ma non troppo lunga.
Spalle: larghe, un po’ prominenti.
Dorso: di una buona media lunghezza; largo e rettilineo. Groppa con lanceolate abbondanti, ma non troppo lunghe. Nella gallina di una buona media lunghezza, largo e rettilineo.
Ali: lunghe; chiuse e ben serrate al corpo.
Coda: grandi falciformi di lunghezza media e numerose piccole falciformi; portata orizzontale. Anche nella gallina orizzontale, con timoniere larghe e ricca di copritrici; chiusa.
Petto: largo, pieno e ben arrotondato. Nella gallina ben pieno:
Zampe: gambe possenti, di una buona media lunghezza; piumaggio leggermente aderente. Tarsi di una buona media lunghezza; ossatura fine; lisci. Dita un po’ oltre la lunghezza media; ben allargati e ben distesi al suolo.
Ventre: ben sviluppato e ampio. Nella gallina soffice, largo e profondo.

2 – PESI
GALLO: Kg. 2,5 – 3,5
GALLINA: Kg. 2,25 – 3,0

Difetti gravi:
Corpo debole, stretto e corto; ossatura grossolana linea del dorso concava; ventre poco sviluppato; portamento troppo alto, troppo basso o troppo stretto; coda molto rialzata; orecchioni troppo piccoli, troppo grandi, molto rugosi, sciupati o mischiati a rosso. Per la cresta semplice: dentellatura troppo irregolare o con pieghe; cresta dritta o a “S” nella gallina. Per la cresta a rosa: forma molto irregolare; spina ricurva o rilevata; cesta piegata da un lato.

3 – PIUMAGGIO
Conformazione: pieno, ben serrato al corpo e fermo.

IV – COLORAZIONI

NERA
GALLO e GALLINA
Nero intenso con forti riflessi verde intenso.
Iride di colore bruno-nero.
Becco nero brillante, punta più chiara ammessa.
Tarsi e dita neri. Unghie color corno.
Difetti Gravi: piumaggio brunastro, violaceo con riflessi o tracce di colore violetto; piumaggio opaco; pianta del piede chiara o rossastra; ecco chiaro; tracce farinose.

BIANCA
GALLO e GALLINA
Piumaggio bianco argento puro.
Iride rosso-arancio.
Tarsi e dita di color carne chiaro. Becco ed unghie color corno chiaro.
Difetti Gravi: forti riflessi gialli; piumaggio o sfumature di altri colori.

 

Incrocio tra Siamese e Persiano: Nasce il Gatto Himalayano

Il gatto Himalayano è stato selezionato nel 1920 dal genetista Tjbbes incrociando un siamese e un persiano.
Grazie alle ricerche scientifiche Tjbbes isolò il gene “colourpoint”, detto anche “himalayano”, e nel 1935 alcuni allevamenti americani stabilizzarono questa varietà sfruttando programmi di selezione specifica.
La razza vera e propria nacque solo nel 1950, quando un’appassionata, Margherita Goforth, selezionò il primo esemplare dal colore caratteristico e dalla consistenza del pelo simili appunto a quelle del coniglio himalayano.

Il gatto Himalayano non è riconosciuto da tutte le associazioni come vera e propria razza infatti viene spesso considerato una “sotto razza” o varietà di persiano.

È un gatto di taglia medio-grande, dal caratteristico pelo fluente che alla nascita è tutto bianco e inizia a scurirsi dopo circa una decina di giorni, sia intorno alle orecchie sia intorno al muso, sulle zampe e sulla coda.
Il mantello dell’himalayano è uno tra i più lunghi fra tutte le razze feline, è molto folto, sericeo e regala una maestosità e una dignità davvero particolari.
Il colore presenta dei forti contrasti cromatici che possono variare dal nero al guscio di tartaruga. Caratteristici della razza sono gli occhi, grandi e rotondi, che variano la colorazione tra il blu e l’azzurro intenso dominando il muso leggermente schiacciato tipico del persiano e conferendo ai gatti di questa razza un’espressione dolcissima e intensa.
Le orecchie spuntano piccole e arrotondate, la coda è corta ma proporzionata rispetto al resto del corpo. Gli occhi del gatto himalayano stregano, sono uno dei suoi segni distintivi oltre al mantello. Sono grandi e rotondi, ben distanziati e gli conferiscono la tipica espressione dolce. Variano dal blu all’azzurro ma in generale devono essere il più brillante ed intenso possibile, sono dovuti al gene Himalayano, proprio come il mantello.

L’himalayano ha un carattere tranquillo, tratto ereditato dal persiano, ma è anche giocherellone e socievole, caratteristiche ereditate dal siamese. Vuole giocare, come tutti i gatti, ma non è invadente e ama stare in compagnia di persone e altri animali tanto da manifestare la sua contentezza con il tipico vocalizzo del siamese, che fa da sottofondo alle fusa e alle coccole di cui è particolarmente amante.

Il pelo del gatto himalayano è lungo e molto folto il cui colore tende a scurirsi con l’età: compaiono infatti nel loro corpo delle vere e proprie macchie di colore più scuro rispetto al resto del corpo. Più esse contrastano, più l’esemplare è pregiato.
Questa è una caratteristica legata al gene Himalayano, recessivo: esso attiva un enzima che trasforma i precursori della melanina, ottenendo così l’inscurirsi del pelo.
Questo enzima risulta inattivato a certe temperature “calde” mentre si risveglia alle estremità. Infatti, in gattini in arrivo a temperatura “utero materno”, alta e costante, una volta venuti al mondo sono e restano bianchi per una decina di giorni. Poi i points iniziano a comparire per consolidarsi verso la quarta settimana di vita, sulle estremità, dove si ha la temperatura giusta.

Il gatto himalayano è un esemplare tranquillo: il suo fisico così evidente e particolare, nasconde in realtà un carattere docile. È vivace, ma non scatenato, grazie all’incrocio con il gatto Siamese, di natura molto più tranquillo.
Essi sono dei giocherelloni, non si impongono e non perseguitano il padrone: se in casa si presenta l’occasione di giocare e di stare in compagnia, sono molto contenti e partecipano volentieri alle attività proposte.

 

Il Barboncino: Il Cane da Salotto per Eccellenza

Il barboncino, soprannominato anche “barbone nano” è il cane da salotto per antonomasia, che rientra tra le razze più nobili di tutti i tempi.
Si tratta di un cane attivo e dinamico che ama la compagnia e la vita all’aria aperta. Adora passeggiare, correre e saltare.

A contendersi il podio di natività di questa razza canina così diffusa ed apprezzata in Europa, sono Francia, Italia e Germania.
L’ipotesi più accreditata collega le origini del barboncino al barbet, razza descritta e citata in molte opere fin dal secolo XVI e diffusa in Francia.

Questo cane deve la sua fama aristocratica all’aspetto fiero ed al portamento elegante.
Oltre a questo, le caratteristiche fisiche ridotte e ben proporzionate, oltre che al manto morbido e arricciato che richiede un’accurata toelettatura, rendono questi esemplari “nobili”.
Anche la loro camminata saltellante ed armoniosa, trasmette una sorta di superiorità che per secoli li ha etichettati come cani da compagnia prediletti alle famiglie nobili di mezza Europa.
Sono cani molto intelligenti, brillanti ed astuti: non a caso, questa razza è la più usata nei numeri circensi.
Il barboncino nano corrisponde ad una razza di cani di piccola taglia classificata come braccoide. Esistono diverse taglie, praticamente identiche, che si differenziano soltanto per le dimensioni: si tratta di barboncini toy, nani, medi e grandi.
L’altezza del barboncino varia a seconda del tipo.
Il toy, deve misurare al garrese da 23 a 28 cm e pesare circa 4/7kg, il nano va dai 28 ai 35 cm e di peso tra 6-7 kg, mentre il medio dai 35 ai 45 cm con peso tra i 10 e 12 kg.
Solo il vero barboncino arriva al garrese fino ai 45-60 cm, per un peso medio che oscilla tra i 15 e i 25 kg.

Dal suo aspetto traspare intelligenza, dinamicità, attenzione e viste le perfette proporzioni, eleganza e fierezza nel portamento.
Nel corso dei secoli, infatti, si è affermato come cane prediletto dai regnanti che lo consideravano quasi un ‘ornamento’ delle loro dimore e lo agghindavano di fiocchi e gioielli.
Il pelo folto e arricciato varia di colorazione nelle tonalità del bianco, marrone, grigio, nero, rosso fulvo e albicocca.

Il suo carattere vivace e gioioso mette tutti di buonumore tanto da distinguersi per la sua particolare devozione verso il proprio padrone e per la famiglia.
Ama la compagnia di bambini, verso i quali si dimostra equilibrato e giocoso.
Non è mai aggressivo, è socievole nei confronti degli altri animali e ama l’acqua.

È una razza nota per la sua fedeltà e per l’adattabilità all’addestramento. Tutto ciò lo rende un cane da compagnia adatto a qualsiasi ambiente familiare e domestico, a condizione che gli si garantisca una lunga uscita quotidiana per correre al parco e giocare con qualche amico.

Nelle esposizioni cinofile riscuote da sempre molto successo, ma il suo aspetto tradisce le reali origini visto che anticamente veniva utilizzato come cane da caccia, più che da esposizione.
Vista la sua intelligenza e reattività, impara molto in fretta ed è solito distinguersi nelle discipline di agility e obedience.