Articolo scritto il 30 Maggio 2022 da Animalissimo Staff

La Consanguineità Tra Galline

La consanguineità è uno strumento utile a selezionare le varie razze che alleviamo. Grazie a questo fattore, è stato possibile fissare le caratteristiche volute in un gruppo di animali.
Vista spesso con timore da parte degli allevatori che temono di potersi ritrovare con grossi problemi di produttività e salute tra gli animali. Questo porta gli appassionati a cercare di rinsanguare spesso il proprio gruppo di animali con soggetti esterni, non sempre con i risultati sperati.

In linea generale, per essere certi di allevare animali forti e produttivi, dobbiamo solo tenere come riproduttori gli animali più vigorosi e che ci piacciono di più. In questo modo la variabilità genetica sarà sempre moltissima e il nostro gruppo di animali potrà crescere senza problemi per molte generazioni.
Se invece decidiamo di allevare polli di razza le cose cambiano, e oltre a selezionare vigore e produttività, dovremo tener conto anche di determinati parametri estetici tipici della razza che ci interessa.

Ogni pollo che alleviamo ha un proprio patrimonio genetico che lo rende unico, e questo patrimonio viene ereditato per metà dal padre e per metà dalla madre. Per la maggior parte dei geni quindi, ogni individuo erediterà una copia dal gallo e una dalla gallina che lo hanno generato: queste coppie di geni potrebbero essere uguali, oppure essere formate da sequenze diverse.
Quando un pollo eredita due copie uguali di un determinato gene, una da ciascun genitore, il carattere dovuto a quel gene si dice presente in omozigosi; quando invece riceve due copie diverse di quel gene dai genitori, il carattere viene detto in eterozigosi.

Quello che l’allevamento di selezione fa, è cercare di fissare le varie caratteristiche dei polli, e questo è possibile portando in una condizione di omozigosi la maggior parte dei geni che codificano le caratteristiche che desideriamo. Perché ciò accada, viene quindi usata proprio la consanguineità stretta, che permette di fissare velocemente la maggior parte delle doti desiderate.
Talvolta la consanguineità ha un risvolto negativo e tende a portare in omozigosi anche caratteri recessivi indesiderati o potenzialmente dannosi, che prima venivano nascosti dalla loro condizione di eterozigosi. Per questo motivo l’allevatore sarà quindi attento a studiare l’aspetto delle nuove generazioni per capire quali caratteristiche recessive siano nascoste nel patrimonio genetico dei genitori, ed eventualmente non far riprodurre i soggetti che ne sono portatori.

La consanguineità stretta ha poi un altro svantaggio: generazione dopo generazione, se non si pone attenzione a ciò che si fa, i polli perderanno produttività, forza e vigore.

Possiamo dire che esistono due principali vie per ottenere i risultati che ci prefissiamo: la selezione massale, e la consanguineità stretta: nella selezione massale ci limitiamo ad allevare molti animali di una razza, non consanguinei, senza mai seguire gli accoppiamenti e i riproduttori. La maggior parte degli animali manterrà una qualità media delle caratteristiche, una parte le mostrerà di qualità inferiore mentre solo una piccola parte dei nuovi nati sarà qualitativamente superiore.
In questo modo il grado di parentela tra i riproduttori rimane sempre piuttosto basso, ma la qualità media degli animali cresce molto lentamente. Molte razze domestiche sono state selezionate proprio in questo modo.
Al contrario, la riproduzione in consanguineità stretta prevede di conoscere molto bene le caratteristiche genetiche dei singoli soggetti e di tracciare costantemente una sorta di pedigree degli animali. Questi vengono accoppiati tenendo conto del grado di parentela in maniera tale da ottimizzare e velocizzare al massimo l’ottenimento delle caratteristiche desiderate.

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