Articolo scritto il 3 Agosto 2022 da Animalissimo Staff

Gli Gnu: Storia, Caratteristiche e Curiosità

Gli Gnu, chiamati “Nyumbu” in lingua Swahili, sono degli esemplari di antilopi appartenenti alla famiglia dei Bovidi come bovini, capre e pecore.
Il loro nome viene pronunciato con la “g” gutturale ed imita il verso tipico di questi esemplari. Questa specie include due diverse tipologie di animali, entrambe diffuse nel continente africano: lo gnu bianco e lo gnu striato:

·        Lo gnu bianco è nativo delle parti meridionali del continente, ma è stato cacciato quasi fino all’estinzione nel XIX secolo. Ora è stato reintrodotto, tuttavia, a causa della caccia diffusa, non occupa più l’habitat storico, né effettua migrazioni, essendo in gran parte presente in aziende agricole e riserve protette;

·        Lo gnu striato, invece, è originario dell’Africa orientale e meridionale. Il suo habitat comprende Kenya, Tanzania, Botswana, Zambia, Zimbabwe, Mozambico e Sud Africa.

Entrambe le specie di gnu hanno le corna a punta, ed assomigliano al bestiame degli ungulati grigio-marrone. I maschi sono più grandi delle femmine ed entrambi hanno arti anteriori forti rispetto ai loro posteriori.
Le differenze morfologiche più evidenti tra lo gnu bianco e striato sono la curvatura delle corna ed il colore del manto: nei maschi, lo gnu striato raggiunge i 150 cm di altezza al garrese e pesa circa 250 kg, mentre lo gnu bianco arriva a 111-120 cm e pesa circa 180 kg; mentre nelle femmine, lo gnu striato ha un’altezza al garrese di 135 cm e pesa 180 kg, la femmina dello gnu bianco si avvicina ai 108 cm al garrese e pesa 155 kg.

Le corna dello gnu striato sporgono a lato, curvano verso il basso e poi all’indietro verso l’alto in direzione del cranio, mentre le corna dello gnu bianco curvano prima in avanti verso il basso e poi verso l’alto. Gli gnu striati tendono ad essere di colore grigio scuro con riflessi bluastri; mentre gli gnu bianchi hanno il manto di colore marrone, con una criniera che varia di colore dal crema al nero.

Questi esemplari possono vivere anche oltre 40 anni ma in media la loro vita termina a circa 20/25 anni.

Si nutrono principalmente di erba che trovano nella savana in autonomia per sé stessi e per i cuccioli appena nati.

Non tutti gli gnu sono migratori: infatti gran parte degli animali di questa specie sono stanziali.
Ogni anno, alcune popolazioni dell’Africa orientale di gnu hanno una migrazione apparentemente in concomitanza con lo schema annuale di precipitazioni e crescita dell’erba. La tempistica delle loro migrazioni sia nelle stagioni piovose sia in quelle secche può variare considerevolmente di anno in anno.
Solitamente la migrazione principale avviene nel mese di maggio, quando circa 1,5 milioni di animali si spostano dalle pianure alle foreste, per poi tornare alle pianure nel mese di novembre quando le piogge estive le avranno rese di nuovo verdi.

I fattori che influenzano la migrazione includono l’abbondanza di cibo, la disponibilità di acqua di superficie, i predatori ed il contenuto di fosforo nell’erba: il fosforo è un elemento cruciale per tutte le forme di vita, in particolare per allattamento dei bovidi femminili. Per questo motivo durante la stagione delle piogge, gli gnu selezionano aree di pascolo che contengono livelli particolarmente elevati di fosforo.

Studi recenti hanno dimostrato che una mandria di gnu possiede ciò che è nota come una “swarm intelligence” ossia “intelligenza dello sciame”, per cui gli animali esplorano sistematicamente e superano l’ostacolo con un sistema auto-organizzato, nel quale un’azione complessa deriva da un’intelligenza collettiva.

I principali predatori che si nutrono di gnu sono leoni, iene, ghepardi, leopardi e coccodrilli. Essi, tuttavia, sono molto forti, ed in grado di infliggere danni notevoli anche ad un leone. Gli gnu raggiungono una velocità massima di circa 80 km/h. La tattica difensiva primaria è quella di rimanere in gruppo, dove i giovani animali sono protetti dai più grandi.
In genere, i predatori cercano di isolare un animale giovane o malato ed attaccarlo senza doversi preoccupare della mandria. Per questo gli gnu hanno sviluppato comportamenti cooperativi come il dormire a turno mentre gli altri fanno la guardia contro un ipotetico attacco notturno di predatori.

Questi esemplari sono parte importante dell’ecosistema delle savane. Il loro letame fertilizza la terra e la crescita delle erbe viene favorita dal calpestio e dal continuo taglio a scopo alimentare. Ciò contribuisce a facilitare la migrazione di altri erbivori più piccoli, come le gazzelle di Thomson, che mangiano l’erba nuova spuntata col foraggiamento degli gnu.

 

 

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