Articolo scritto il 25 Febbraio 2022 da Animalissimo Staff
L’Avicoltura Italiana e la Diminuzione dell’Utilizzo di Antibiotici Animali
L’avicoltura del nostro Paese è riuscita a ridurre in modo significativo l’uso degli antibiotici: dal 2011 al 2019 la flessione è stata dell’87% nel comparto dei polli e del 74% in quello dei tacchini.
Sicurezza, qualità, sostenibilità, benessere animale, riduzione dell’uso degli antibiotici sono tra le principali richieste dei consumatori.
La filiera avicola italiana sta lavorando da anni per la biosicurezza e per piani vaccinali sempre più mirati, riducendo progressivamente l’uso degli antibiotici aumentando e migliorando gli interventi di prevenzione delle patologie.
Nell’avicoltura moderna gli antibiotici vengono impiegati solo in caso di necessità con l’obiettivo di ridurre la resistenza agli antimicrobici.
Nonostante siano in atto una serie di proposte di direttive e regolamenti che riguardano la proibizione dell’uso delle gabbie, il benessere degli animali, il trasporto e l’etichettatura, al consumatore viene presenta un’immagine distorta degli animali negli allevamenti da parte di alcuni canali mediatici.
La disinformazione, legata anche alla presentazione di dati fuorvianti sul consumo di suolo o di acqua, penalizza gli allevamenti, ma anche il cittadino stesso.
La sicurezza dell’avicoltura italiana è garantita da 8000 controlli annui effettuati dal personale del ministero della Salute su altrettante partite di polli, che da anni portano a registrare un livello di residui da antibiotici che tende allo zero.
Oggi l’avicoltura italiana cerca di comunicare la qualità attraverso l’etichettatura volontaria dei prodotti introdotta da un decreto nel 2004 che si basa sulla completa tracciabilità dei lotti di produzione e sulla certificazione rilasciata da un organismo terzo indipendente riconosciuto dal Mipaaf.
Migliorare le condizioni igieniche degli animali in allevamento e migliorare gli interventi di prevenzione delle patologie aiuta a diminuire l’uso degli antibiotici, come ha sottolineato Ferdinando Battistoni, veterinario del Gruppo Amadori, che è riuscito a raggiungere questo obiettivo.
Dal 2011 al 2019 il Gruppo Amadori ha ridotto del 94% l’uso degli antibiotici.
Inoltre, dal 2016 si è limitato l’utilizzo di antibiotici nelle filiere a marchio Coop migliorando lo stato generale di salute degli animali.
Nel caso del pollo da carne parliamo di 20 milioni di animali e di oltre 200 allevamenti tra i migliori fornitori di prodotti avicoli. Lo scorso anno sono stati aumentati gli spazi per animale rispetto a quelli stabiliti per legge ed è stata utilizzata la paglia per favorire comportamenti naturali con l’uso di luce naturale.
Per mantenere in salute l’allevamento vengono utilizzati anche prodotti fitoterapici per il controllo della salute intestinale dei polli, sempre nell’ottica di ridurre l’uso di antibiotici.