Articolo scritto il 16 Maggio 2022 da Animalissimo Staff

Come Prevenire e Ridurre l’Aggressività dei Galli

Per poter prevenire e ridurre l’aggressività dei galli esistono alcune tecniche ed accorgimenti che possono esserci d’aiuto. Lo scopo principale di queste azioni è quello di riuscire a farci percepire dal gallo come superiori a lui nella scala gerarchica trovando un equilibrio comune in termini di rispetto reciproco.

Come per tutti i comportamenti aggressivi e burrascosi, inizialmente è fondamentale capire quale ne sia l’origine e i motivi che hanno portato l’animale a scontrarsi con noi.
In natura, il compito primario di un gallo è quello di difendere il proprio gruppo di galline da possibili rivali in cerca di femmine con cui accoppiarsi e proprio per questo motivo, l’aggressività di un gallo aumenterà con molta probabilità durante la primavera-estate, ovvero nel periodo più favorevole all’accoppiamento e alla riproduzione.
Un gallo aggressivo può scagliarsi contro una persona dopo averla rincorsa e attaccando con beccate, unghiate e speronate: esso continuerà a rincorrerci fino a quando, secondo lui, non rappresenteremo più una minaccia per le sue galline.
Prima che il gallo decida di sferrare il suo attacco, di solito possiamo riconoscere alcuni movimenti caratteristici di “preavviso” che ci possono aiutare a metterci in guardia; tra le azioni più plateali ci sono l’abbassare della testa mentre ci fissa e un leggero ondeggiare del corpo.
È però possibile che l’attacco si verifichi a nostra insaputa in modo silenzioso e furtivo, specie se alle nostre spalle e lontano dal nostro campo visivo.
In pieno attacco le piume del collo si alzeranno a formare una sorta di collare-armatura che, assieme alle ali un po’ discoste dal corpo e tutto il fisico proteso all’attacco, serviranno a mettere in guardia e ad intimorire l’avversario.

La prima soluzione da considerare è quella di abituare i galli fin da quando sono pulcini alla nostra presenza nel pollaio e al nostro contatto con loro prendendoli in braccio anche difronte alle altre galline.
È utile anche parlare loro con toni pacati e provare a dargli da mangiare dalla propria mano rimettendoli a terra nei momenti in cui sono tranquilli: questa relazione di vicinanza e fiducia potrà essere d’aiuto nel momento in cui sarà necessario porsi con un ruolo dominante per definire le regole del rispetto reciproco.
Già a 4/5 mesi di età gli ormoni cominceranno ad incrementare nel gallo la tendenza all’aggressività e in poche settimane il nostro piccolo pulcino sarà diventato un giovane galletto pieno di testosterone con la necessità di difendere il suo territorio e le sue amate galline.

Tra i consigli più utilizzati per gestire e diminuire l’aggressività di un gallo troviamo:

·        Muoverci lentamente all’interno del pollaio, senza fare movimenti bruschi e improvvisi. Per i galli ogni movimento ha un significato e movimenti errati o inconsulti potrebbero equivalere ad errore di comunicazione imperdonabile. Un movimento repentino potrebbe equivalere, nella mente di un gallo, ad un pericolo o ad un attacco;

·        Istruire il gallo insegnandogli che siamo noi il capo e che non ostacoleremo in alcun modo il suo scopo di vita, che è sintetizzabile in protezione delle sue galline e accoppiamento;

·        Procedere con rispetto della sua etologia e del lavoro da fare per insegnargli che entrare nel suo spazio non significa attaccarlo. Detto ciò, dobbiamo sempre considerare che stiamo pretendendo che esso porti avanti un compito molto impegnativo, chiedendogli di modificare il loro carattere innato e naturale;

·        Utilizzare un qualche oggetto riconoscibile come deterrente come, ad esempio, una frasca d’albero al fine di allontanare il gallo o dissuaderlo ad attaccare;

·        Dare segnali chiari e semplici perché se diamo segnali confusi potremo essere interpretati ambiguamente e il gallo potrebbe intendere che c’è un attacco in corso in una situazione in cui invece non è previsto alcun attacco;

·        Far presente ad ogni persona che si avvicina al pollaio di seguire le nostre indicazioni e prestare attenzione a non “lanciare sfide” involontarie.

Ripetendo tutti questi piccoli accorgimenti con continuità è possibile ridurre i comportamenti aggressivi del gallo e solo successivamente potremmo valutare l’opportunità di procedere con una sorta di vero e proprio esercizio finalizzato ad affermare “chi è il capo”.
La buona riuscita dell’esercizio consiste nel lanciare una sfida e nel “vincerla a tavolino” senza che in realtà si tenga di fatto alcun combattimento, riuscendo ugualmente in tal modo ad affermare la nostra “superiorità gerarchica”.
Il nostro obiettivo sarà sempre quello di riuscire a convincere il nostro gallo a rispettarci, riducendo al minimo possibili attacchi.

Nonostante ciò, gran parte del successo o del fallimento di questo programma di miglioramento comportamentale dipenderà da fattori al di fuori dal nostro controllo come ad esempio la genetica. Il comportamento naturale dei galli non è quieto e mansueto come quello di una gallina.

Il nostro porci come capi di livello superiore al gallo e la nostra supremazia non dovranno essere duri o violenti: saremo considerati degli ottimi allevatori se riusciremo a farci rispettare facendoci riconoscere come “autorità gentile”.

 

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